La F1 è lo sport della velocità per antonomasia. Tutto può mutare con estrema rapidità. In pista e fuori. Succede che un giorno sei nella posizione di osservatore privilegiato (leggi qui l’approfondimento) e l’indomani sei l’oggetto delle attenzioni altrui. In Red Bull si vive la condizione tipica di chi ha operato bene. Di chi, dunque, attira sguardi e sospetti dei concorrenti.
Chris Horner è un manager troppo scafato per non saperlo. Da un lato si sente sotto la lente d’ingrandimento, dall’altro è conscio che queste morbose attenzioni siano sintomatiche dell’ottimo lavoro fatto a Milton Keynes sul fronte aerodinamico e meccanico e in Giappone su quello motoristico.
Perché il recupero su Mercedes è avvenuto su entrami i fronti e le prime undici gare del Campionato di F1 2021 l’hanno raccontato in maniera netta. Una stagione che doveva essere di transito in virtù di un regolamento tecnico abbastanza incatenante che invece si sta tramutando nell’opportunità per la Red Bull di dare scacco alla regina di Brackely che per lunghi tratti è andata in affanno, spiazzata dalle nuove norme sui fondi piatti e dall’assenza del DAS.
“Ci mettono tanta energia, più di quanto ci si aspetterebbe. È una strategia chiara – ha raccontato Horner riferendosi, evidentemente, ai rivali della Mercedes che non vengono esplicitamente citati – Le loro attenzioni nei nostri riguardi dimostrano che ci vedono come una minaccia. E penso che stai facendo qualcosa di giusto quando la gente inizia a puntare il dito“.
Ad inizio 2020 la Mercedes dava distacchi enormi alle vetture rivali. Tra queste la Red Bull RB16. Nel corso della stagione passata questa distanza si è via via assottigliata. Molti attribuivano questa questa evidenza al fatto che gli anglo-tedeschi avessero tirato i remi in barca potendoselo permettere. La verità è che gli uomini guidati da Adrian Newey e quelli diretti da Tanabe stavano lavorando alacremente per ricucire lo strappo.
Cosa che probabilmente era già parzialmente avvenuta sul morire della passata annata, quando Max Verstappen si impose ad Abu Dhabi. Nel 2021 l’idea comune era quella di una Mercedes ancora dominante in una stagione di passaggio che doveva fare da apripista al 2022, anno delle grande rivoluzione. Così non è stato.
“Abbiamo beneficiato di un certo grado di continuità a livello di componenti. L’aver ritrovato la correlazione, aver compreso e affrontato i nostri problemi sono stati gli elemento chiave. Almeno per i primi sei mesi di quest’anno“. Ma di sicuro ciò che ha aiutato la Red Bull – e di pari passo svantaggiato la Mercedes – sono le nuove regole aerodinamiche.
“Eravamo effettivamente preoccupati – ha argomentato Horner – che le regole avrebbero avuto un grande effetto sulle vetture ad alto rake“. La storia ha detto altro: “Ritengo che sia stata una combinazione di cose: siamo riusciti a capire alcuni dei nostri problemi. e diamo riusciti a risolverne tanti creando un pacchetto più completo“.
Ma alla base dell’incremento prestazionale della versione B della RB16 c’è anche il lavoro fatto dalla Grande H sulle unità propulsive: “Visto che è il loro ultimo anno in F1, Honda ha portato il motore che era originariamente previsto per il 2022. Questo fattore ci ha permesso di ricongiungerci a Mercedes. Sul fronte packaging e sull’utilizzo dell’energia abbiano fatto un grande lavoro. Credo che su questo compromesso i nostri rivali abbiano fatto un passo indietro quest’anno“.
Il 2021 ha quindi visto stabilizzarsi la Red Bull ai vertici della classifica. Sono ben sei le vittorie per la scuderia anglo-austriaca (cinque per Verstappen e una per Perez, nda). C’è, tra l’altro, la sensazione di aver raccolto meno di quanto seminato: “Siamo riusciti a vincere sei gare finora. Si tratta di più di quanto abbiamo vinto negli ultimi due anni“.
“Sono stati sette lunghi anni in cui abbiamo avuto un ruolo marginale – ha aggiunto con amarezza il team principal inglese – Siamo riusciti a vincere delle gare grazie alla strategia e sfruttando piste a noi favorevoli. Ma non siamo stati in grado di mettere insieme una stagione importante. Ora abbiamo gli strumenti per farlo: un telaio che si comporta estremamente bene, un motore che sta facendo il suo lavoro e un pilota al top“.
La prima metà del campionato è in archivio. Dopo le ultime due gare, per una serie di circostanze avverse, Red Bull e Verstappen hanno dilapidato un tesoretto di punti trovandosi ad essere cacciatori. Una sensazione strana dopo aver giocato il ruolo della lepre per quasi tutta la stagione. L’obiettivo, dunque, è quello di perfezionare ulteriormente un meccanismo rivelatosi efficace, vincente.
Ancora Horner: “Dobbiamo fare meglio della prima metà e continuare sul percorso intrapreso. Ci saranno sfide in pista e fuori, ma dobbiamo solo continuare con l’approccio che abbiamo avuto sinora e provare a massimizzare le nostre prestazioni come squadra in ogni sessione. Al momento bisogna ragionare una gara alla volta. Ma più ci si avvicina alla fine, più la pressione aumenta“.
Red Bull è un team strutturato e con uomini con dalle spalle forti. Silverstone e Budapest sono stati momenti negativi che di certo saranno tramutati in “benzina motivazionale” necessaria per sfidare un colosso come la Mercedes. Tra due settimane la F1 ritorna in pista, a Spa. A Milton Keynes sono convinti di poter riprendere il cammino verso il titolo iridato.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Red Bull – F1