Mentre molti di noi stanno attendendo trepidanti la conclusioni della ridicola pausa estiva per la ripresa del mondiale di F1 che per me, come ben sapete, è finito in Inghilterra, a riempire giorni di noia circolano voci e indiscrezioni sul mercato piloti. A tenere banco non c’è solo la sceneggiata di Toto per decidere chi affiancherà sua maestà, sir Lewis ottavo, se l’usato sicuro (di recente mica tanto) Bottas, o l’altro albionico di belle speranze, George Russell.
Io la butto lì: è già tutto deciso da tempo e a Valtteri verrà dato il benservito. Devo ammettere che un poco lo ammiro Bottas. Per lo stoicismo, diciamo così. Mi spiego meglio: ci vogliono due spalle grandi come una casa a reggere la pressione di trovarsi, ogni santo mondiale, sulla graticola, a dover dimostrare di valere la riconferma gara dopo gara.
Dicevo, a tenere banco in F1 non c’è solo la telenovela Valtteri–Russell, ma anche chi affiancherà Max Verstappen in Red Bull l’anno venturo. In teoria dovrebbe essere tutto definito. Rinnovo di Perez, anche se gli spifferi che arrivano da Milton Keynes parlano di un Marko non troppo soddisfatto.
Quelli delle lattine volanti li conosciamo abbastanza bene. Dal 2016 hanno cucito la squadra e la monoposto attorno al supertalento belga. Con ciò che fa vedere in pista è una scelta, oseremmo dire quasi, obbligata. Gli altri piloti, i compagni di squadra di Verstappen, quando è stato ritenuto necessario sono stati appiedati o retrocessi senza troppi problemi e patemi d’animo.
Anche Mercedes (clicca qui per gli ultimi up date del team tedesco) ha il suo Re sole, Luigi l’ottavo, tuttavia anche Valtteri viene seguito e stimolato per il bene del team. L’impressione è che questa dinamica manchi in Red Bull. Cioè che esista davvero e solo Max. Ciò, in ottica di lotta al titolo, nell’economia di un mondiale così lungo, può diventare deleterio. A complicare le cose ci si è messo anche Perez, che avrebbe preteso, per il rinnovo, di avere lo stesso trattamento di Max.
Ora, io non sono nessuno sia chiaro. Tuttavia vorrei far sommessamente notare al pilota messicano che, se vuole trovare un modo veloce per essere defenestrato e perdere il sedile, il modo migliore è avere le pretese di cui sopra. Me li immagino Horner e Marko, appena entra il manager di Perez. Tanto lesti a farlo entrare, lo sfortunato, quanto a farlo uscire dalla hospitality a colpi di lattine Red Bull (quelle light però!).
F1-Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: Red Bull Racing Honda