Proprio nella giornata di ieri abbiamo parlato delle varie direttive diramate dalla FIA nel corso della stagione 2021 di F1. Normative giudicate “inutili”, con l’effetto esclusivo di danneggiare i team dal punto economico senza produrre un impatto diretto sulla performance delle monoposto e sui rapporti di forza in campo (leggi qui per approfondire).
Una di queste, come sappiamo, è andata a ridurre in modo significativo la flessione delle ali posteriori. Secondo il regolamento tecnico, nessuna parte della monoposto dovrebbe flettere durante il suo movimento. La federazione ha sempre condotto dei test statici all’interno del proprio garage durante il fine settimana, per verificare la regolarità delle specifiche realizzate dalle varie squadre e garantire il rispetto delle norme.
In seguito a varie lamentele effettuate da diverse scuderie di F1 da Barcellona in poi, dopo una fase di studio accurata tramite le immagini on board estrapolate dai feed video durante i fine settimana, la FIA ha deciso di modificare la metodologia dei controlli restringendo maggiormente le norme. L’obiettivo era quello di impedire presunte irregolarità che potessero eludere in qualche modo le regole stipulate.
Tuttavia, tale faccenda, era già stata presa in considerazione parecchi mesi prima rispetto al Gran Premio di Barcellona. Il retroscena riguarda l’Alfa Romeo Racing. Come team di fascia minore dalle possibilità economiche contenute, ancora prima dell’inizio del campionato, la scuderia svizzera aveva chiesto alla federazione se le norme sulla flessione dell’ala posteriore sarebbero cambiate ricevendo un “No” come risposta.
Dopo aver rassicurato il team svizzero, come sappiamo, la FIA ha deciso ugualmente di modificare il regolamento in barba alla “promessa” fatta in precedenza. Solo adesso risulta più semplice comprendere la frustrazione di Frédéric Vasseur, convinto che la squadra di Hinwil non avrebbe dovuto sborsare denaro extra per riprogettare un elemento sul quale la FIA aveva garantito la regolarità per tutto il mondiale 2021.
Un comportamento non troppo corretto che per di più, ribadiamo, non ha generato alcun cambiamento di rilevo in termini di performance. L’aver concesso un mese di tempo (intervallo che va dal Gp di Spagna a quello di Francia) per dar modo a tuttte le scuderie di adeguarsi alla nuova direttiva tecnica è stato il minimo che si potesse fare a quel punto.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: F1 – Red Bull Racing Honda – Mercedes F1 Team