Gasly è un ottimo pilota di F1. Nessuno lo può negare. Pierre è riuscito a vincere un Gran Premio della massima categoria con l’Alpha Tauri, scuderia di mezza classifica, e da un paio d’anni a questa parte sfodera piazzamenti con grande continuità. Giovane ma con un quantitativo di esperienza già notevole, il francese residente a Milano ha messo in mostra doti da leader al volante della vettura forgiata a Faenza. Le prove manifeste del suo talento sono sotto gli occhi di tutti.
Eppure tutte le virtù descritte non sono affatto emerse all’apice della sua carriera, in quella mezza stagione a Milton Keynes. O forse, chissà, sarebbe meglio dire che alla corte della Red Bull difficilmente si ha la possibilità di mettere in mostra le proprie doti ultimamente? Dalla dipartita obbligata di Ricciardo, infatti, nessuno si è dimostrato all’altezza di Max Verstappen. Intendiamoci… il manico dell’olandese è super. Realmente strepitoso. Ma il ragazzo di Hasselt è davvero così tanto superiore da poter doppiare i compagni di squadra, stracciarli e farli sembrare, in determinate occasioni, addirittura degli inutili?
Se ne potrebbe discutere per ore. Analizzare ogni singolo aspetto. Purtroppo però, senza avere accesso ai segreti più reconditi di un team di F1, dare un giudizio equo, argomentato e salubre su di un pilota in relazione ad un altro che guida la stessa vettura resta, a mio modo di vedere, una missione davvero impossibile. Troppe le variabili in gioco che non si conoscono.
Al contrario però, chi tale esperienza l’ha vissuta sulla propria pelle saprebbe cosa dire esattezza. Peccato non possa farlo liberamente in pubblico. E allora, con ogni probabilità, per sfogare frustrazioni represse, non resta nient’altro che esprimere un pò di rammarico per i tempi che furono. Magari con giudizio fermo e avvelenato verso chi, attualmente, si vede costretto a fronteggiare le medesime paturnie da te sofferte in passato. La cosa non sembra poi così simpatica ma in questi casi è il tornaconto personale a parlare.
Ed ecco che il francese si difinisce alquanto infastidito quando Perez viene nominato Driver of the Day in Olanda. Gara dove la RB16B numero 11 non è andata oltre la Q1 e la domenica è stata addirittura doppiata. Mentre lui, Pierre, con una “semplice” AT02, conduce un corsa perfetta e chiude con un agevole quarto posto davanti ad entrambe le Ferrari. Esprimere tale sentimento negativo, senza dubbio ragionevole allo stato delle cose, tuttavia non sembra troppo furbo in ottica futura. Lo stesso si può dire dei commenti, di certo non lusinghieri, scagliati sulla scuderia austriaca rea di aver preferito il messicano a lui…
F1-Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz
foto: Red Bull Racing