Chi è causa del suo male pianga se stesso. Così potrebbero essere sintetizzati gli ultimi mesi della Mercedes nel campionato di F1 2021. Nelle dieci gare che si sono svolte andando a ritroso da Monza, il team campione del mondo è stato in grado di vincerne soltanto una. Un bottino magrissimo che riassume un trend non entusiasmante e che potrebbe lasciare definitivamente via libera alla Red Bull che nello stesso spazio temporale ha portato a casa ben sette primi posti. Un abisso che si spiega non solo con una superiorità tecnica che la RB16B ha palesato in diverse occasione rispetto alla W12 (leggi l’approfondimento tecnico).
Mercedes, infatti, è stata protagonista di diversi autogol. Dov’è finito quel team implacabile che a stento lasciava le briciole alla concorrenza? Anche nelle situazioni in cui la Freccia Nera è sembrata essere davanti ci sono stati errori di gestione fatali che hanno compromesso il week end di gara. Si pensi al Gp di Francia o all’ultimo appuntamento italiano in cui Hamilton, ritiratosi a causa della manovra ottimistica di Verstappen, s’era complicato i piani con un qualifica sotto tono ed una partenza nella Sprint Qualifying da semi-dilettante.
In altre situazioni, con l’avversario fuori dai giochi, si sono gettati alle ortiche punti preziosissimi. Baku è la cartina di tornasole di questa stato confusionale. Ma anche a Budapest – dove Hamilton agguata con i denti la seconda piazza dopo essere risalito a suon di sorpassi dall’ultimo posto – registriamo un muretto box disastroso nel leggere il momento. La partenza in solitaria del britannico mentre i suoi colleghi sono ai box per mettere gomme da asciutto rimarrà a lungo nelle memoria di tutti.
Ciò che sta mancando è la cura del dettaglio, le gestione del momento chiave. A Monza, dopo l’errore del box Red Bull, Mercedes aveva strada spianata. Invece è stata commessa l’ennesima topica nel sostituire gli penumatici. Cosa che ha comportato il ritrovarsi in pista accanto ad un Verstappen furente (leggi qui l’analisi degli on board di Monza) che ha determinato l’impatto della Prima Variante.
La Mercedes è storicamente una scuderia molto preparata nel concentrarsi sui propri difetti. Una verve smarrita negli ultimi tempi come sottolineato dallo stesso Andrew Shovlin dopo il GP d’Italia. L’ingegnere ha raccontato dell’insoddisfazione in seno al team e ha spiegato che alcune dinamiche vanno meglio gestite. Una prima – e forse tardiva – presa di coscienza.
Il direttore tecnico di pista del team di Brackley non è si è nascosto dietro al dito ed ha affermato che la Mercedes deve essere critica con se stessa dopo un fine settimana in cui una doppietta in qualifica ha portato solo alla vittoria nella qualifica sprint di Valtteri Bottas e al terzo posto del finlandese nella gara dopo la partenza in fondo allo schieramento per la sostituzione della power unit. Una scelta più strategica che tecnica che, col senno del poi, si poteva operare in un altro momento storico. Il futuro sposo dell’Alfa Romeo, infatti, non è potuto essere utile alla causa del team.
Nella compagine campione del mondo stanno dunque prendendo coscienza che un problema di gestione complessiva delle operazioni di gara esiste. E sta condizionando in negativo la stagione. Dopo Monza, come spesso accaduto in precedenza, Mercedes se ne ritorna a casa con una lista di procedure nelle quali si è sbagliato qualcosa e in cui bisogna migliorare. Fare meglio di quanto fatto sinora è l’unico viatico per provare a difendere entrambi i titoli in palio.
Ovviamente, ad un’analisi più attenta, vedremo che anche Red Bull non è stata esente da momenti negativi che potevano produrre diversi risultati. Ma va specificato che le battute d’arresto della RB16B, specie con Verstappen, sono arrivate da situazioni imprevedibili e non da scelte errate del muretto. Ovviamente eccezion fatta per Monza, un Gran Premio in cui sia il team che il pilota sono stati lontanissimi dalla perfezione cui ci hanno abituati in stagione.
Red Bull ha avuto un vantaggio prestazionale piuttosto manifesto su più circuiti rispetto ai rivali della Mercedes. Ciò, a conti fatti, significa che ha più opportunità di vincere. Di converso è il team campione del mondo in carica ad averne di meno. Quindi le occasioni perse pesano maggiormente nell’economia della stagione.
Da qua a fine campionato mancano otto gran premi. Se andiamo ad osservare le caratteristiche di ogni pista restante vedremo che non non vi sono tracciati in cui la W12 dovrebbe primeggiare con evidenza come accaduto a Monza. Forse proprio Sochi è il GP che maggiormente si sposa con le caratteristiche della creatura di James Allison. Ecco perchè non ci si può permettere, da parte degli uomini di Brackley, di dilapidare per l’ennesima volta l’eventuale vantaggio in termini di performance.
Nella factory che sorge nel sul dell’Inghilterra sanno perfettamente che non possono permettersi altri passi falsi e che in Russia bisogna metter su un week end pressoché perfetto. Anche perché si deve sfruttare l’arretramento di tre posizioni in griglia del rivale numero uno che, addirittura, potrebbe scegliere di sostituire la power unit Honda e partire ai piedi dello schieramento. Un’occasione d’oro per ribaltare l’inerzia del campionato.
Shovlin ha ammesso che Sochi è un nastro d’asfalto che dovrebbe esaltare le caratteristiche concettuali della W12. Ma l’emersione di un’eventuale superiorità può realizzarsi solo a fronte di un week end di gara senza scossoni. Attenzione, in tal senso, alla pioggia che si annuncia copioso per tutti e tre i giorni di attività. Gli sforzi riorganizzativi della Mercedes, dunque, potrebbero cozzare con l’ennesimo week end bagnato. Ecco che, vista l’esperienza di Spa, le qualifiche diventano più che decisive.
Il campionato di F1 2021 ha mostrato un elemento inedito: sotto pressione anche i primi della classe sbagliano. Quelle che potevano essere tre vittorie (Paul Ricard, Baku e Ungheria), più Monza dove bisognava vincere la resistenza di Ricciardo, sono occasioni d’oro gettate al vento. Negli anni in cui Mercedes dominava in scioltezza tutti gli elementi del team erano sottoposti a pressioni molto minori. Ora tutti operano in “overdrive” e le topiche fatali fioccano abbondanti.
Il titolo si giocherà sono solo sui valori tecnici, quindi, ma anche e soprattutto sulla capacità di gestire i momenti più caldi. Cosa nelle quale Red Bull ha primeggiato sino a questo momento. Non c’è troppo tempo per reagire, in Mercedes lo hanno capito. Sarà troppo tardi?
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: FUnoAT – Red Bull Racing Honda – F1