Certamente non è stata una delle gare più facili che Verstappen ha avuto in F1. Attaccato da entrambe le Mercedes, non ha potuto contare neanche sull’aiuto del compagno di squadra. Detto questo è riuscito ad ottenere la vittoria nel primo gran premio d’Olanda, davanti alla marea arancione presente a Zandvoort. Nel complesso una gara molto strategica, per cui caliamoci subito nell’analisi.
Verstappen ha cominciato fin da subito a martellare davanti al proprio pubblico. Un passo incalzante, che col passare dei giri si è poi stabilizzato e ha concesso a Lewis Hamilton di riavvicinarsi un po’. Nei seguenti giri i due contendenti al titolo si sono marcati.
Dietro ai primi, Gasly e le Ferrari hanno imposto un ritmo proprio. Dal grafico sopra si nota molto facilmente come fossero di circa tre decimi più veloci del resto del gruppo alle loro spalle. La distanza tra uno e l’altro ha consentito di ritardare il degrado della gomma.
Più piloti a centro gruppo si sono lamentati del fatto che gli pneumatici tendessero a surriscaldarsi facilmente. E’ un problema che avevamo annunciato nei giorni passati. Inoltre il trenino di macchine che si è creato dietro ad Alonso non ha di certo aiutato le gomme. Non sono quindi mancati i team radio delle squadre per ricordare ai piloti di curare il più possibile i compound, già stressate nei lunghi curvoni del tracciato. Picchi di temperature decisamente alti e deleteri si sono verificati nelle mescole.
Al giro 21, quasi inaspettatamente, ad aprire le danze dei pitstop è stato Lewis Hamilton, il quale nei giri precedenti si era lamentato dello stato delle proprie mescole. Il britannico non si è fermato perfettamente nella piazzola e ciò ha reso la sosta più lunga del dovuto. Dettaglio importante è la gomma che ha montato. Non la Hard, come ci si aspettava. Ha optato per la Media, una gomma che inevitabilmente metteva l’inglese sulle due soste.
L’esca della Mercedes è stata accolta subito dal muretto Red Bull che ha marcato la vettura avversaria montando ugualmente la Medium. In questo modo anche Max avrebbe dovuto andare su due soste, che in termini pratici significano due opportunità per la squadra di Brackley.
Un dato molto importante per Hamilton è arrivato subito dopo il pit stop dal suo ingegnere di pista, il quale lo ha informato che la gomma più limitante durante lo stint sulla Soft era stata proprio la posteriore sinistra. Un’informazione utile per cercare di preservarla nello stint successivo e tenere quindi in vita le mescole per più giri.
La situazione era quindi cambiata: Bottas davanti seguito da Verstappen e Hamilton. L’olandese si è quindi trovato in un panino Mercedes. Non possiamo sapere se gli strateghi tedeschi abbiano effettivamente pensato di ritrovarsi in questa situazione. Di certo hanno saputo mettere in difficoltà il muretto austriaco. Tuttavia Bottas non è stato un grosso intralcio per il padrone di casa, che lo ha superato agevolmente, ma è pur sempre stato utile per far avvicinare Lewis Hamilton.
Per quanto concerne la gara del gruppetto di mezzo, a dare inizio ai cambi gomme è stato Ricciardo, che al 31° giro ha montato lo gomma Hard. Al giro seguente, quasi a difendersi dalla McLaren, Sainz ha pittato per la stessa gomma. Poco dopo ha fatto lo stesso anche Leclerc. La gara di questi piloti era molto più orientata sull’unico pit stop essendo riusciti a tenere in vita per più giri la Soft.
In Ferrari hanno creduto molto su questa tattica, affidandola ad entrambi i piloti. Tutto per cercare di sopravanzare Gasly, sulla medesima strategia, ma con una gomma più morbida. Bisogna infatti dare credito al francese, che ha saputo trarre molto delicatamente le sue Pirelli. Stessa strategia anche per le due Alpine. Interessante la gara di Norris. Partito con la gomma gialla, è riuscito a tenerla in vita per ben 42 giri. Ciò gli ha permesso di ritrovarsi addirittura davanti al compagno di squadra subito dopo il pit stop per la Hard.
Al 40° giro, gli strateghi Mercedes hanno tentato nuovamente la carta dell’undercut. In questo caso però non ha funzionato molto bene per un semplice motivo. Il pitstop è stato anticipato troppo. Questo significa che le gomme di Verstappen non erano eccessivamente degradate. L’olandese ha quindi avuto a disposizione una buona gomma per effettuare un giro di rientro rapido e stare davanti a Lewis. Anzi, Max ci ha pure guadagnato.
Per effettuare un buon undercut, una delle condizioni necessarie è che il pilota che lo subisce abbia una gomma sufficientemente usurata. E questo non era il caso. In aggiunta a ciò, il pilota inglese ha montato una Media con cui ha spinto molto nei giri iniziali. Ciò ha determinato un degrado più spinto per la Mercedes del sette volte iridato. Verstappen ha optato per una gomma più sicura, la Hard. Non possiamo però definirlo un errore quello di Mercedes perché non avrebbero neanche potuto tentare un undercut con una mescola troppo dura e difficile da mandare in temperatura.
Da li in poi la gara si è stabilizzata. Ciononostante Lewis non ha mollato il colpo e ha domandato più volte a Peter Bonnington di dirgli come riuscire a vincere la gara. Cosa avrebbero potuto fare? L’unica carta ancora da giocare era la specialità della Mercedes: fermarsi per montare una mescola morbida e tentare la rimonta fino alla vittoria. Una strategia già utilizzata in Spagna quest’anno, ad esempio. La finestra per effettuare il pit stop c’era, perché Gasly era a 61 secondi dall’inglese.
L’unico sorpasso che avrebbe dovuto effettuare Lewis sarebbe stato quello su Bottas. Piuttosto semplice. Tuttavia il muretto ha deciso di non tentare il tutto per tutto. Peccato. Anche perché, nel caso di una Safety Car la situazione avrebbe potuto diventare molto interessante. Gli ingegneri di Brackley avrebbero potuto mettere un’ultima volta in difficoltà i tecnici del box austriaco.
Negli ultimi giri Fernando Alonso ha preso e superato Carlos Sainz. Su due mescole diverse, ma il pilota della Ferrari ha avuto la peggio avendo la mescola più usurata e fredda. Come si evince dal grafico sopra, il due volte campione del mondo aveva un passo di circa 2/3 decimi più rapido.
Sainz ha avuto maggiori problemi di degrado, ma questi potrebbero derivare da alcuni piccoli errori nelle geometrie dell’assetto. L’incidente nelle FP3 potrebbe aver influito su ciò. I meccanici hanno rimesso apposto la vettura in tempo per le qualifiche, ma le geometrie molto probabilmente non sono state ricalibrate alla perfezione. Leclerc ha cercato in ogni modo di prendere Gasly, ma il francese ha sempre tenuto un buon passo e ha marcato i tempi del pilota del Cavallino.
Sainz ha avuto maggiori problemi di degrado, ma questi potrebbero derivare da alcuni piccoli errori nelle geometrie dell’assetto. L’incidente nelle FP3 potrebbe aver influito su ciò. I meccanici hanno rimesso apposto la vettura in tempo per le qualifiche, ma le geometrie molto probabilmente non sono state ricalibrate alla perfezione. Leclerc ha cercato in ogni modo di prendere Gasly, ma il francese ha sempre tenuto un buon passo e ha marcato i tempi del pilota del Cavallino.
Ferrari avrebbe fatto meglio a montare la Media? Decisamente no, per tentare un attacco a Gasly era giusta la sfera della Hard, per riuscire magari ad avere una mescola più prestazionale sul finire della gara. Stando al grafico sopra, Leclerc è stato mediamente più veloce di 1 decimo. Tuttavia su un circuito così stretto avrebbero necessitato di una maggiore differenza di velocità per i are la quarta posizione all’Alpha Tauri.
Nel complesso in Ferrari devono essere contenti della gara odierna, soprattutto considerando la prestazione delle due McLaren. Inoltre la SF21 ha confermato ancora una volta di saper gestire bene le mescole, specialmente su un tracciato, quello di Zandvoort, molto simile al Paul Ricard in Francia, dove la scuderia ebbe non pochi problemi.
F1-Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
F1-Foto: Formula Uno – Scuderia Ferrari – Mercedes AMG F1 Team – Red Bull Racing Honda –