La centesima vittoria in F1 è arrivata. Un traguardo fino a qualche anno fa inimmaginabile che si è concretizzato sulla sirena finale grazie anche alla pioggia che ha spezzato un’inerzia favorevole a Lando Norris che, per presunzione ed inesperienza, non ha dato ascolto agli strateghi della McLaren gettando alle ortiche la sua prima affermazione in F1.
Dalla roulette russa è dunque spuntato il 44 di Lewis Hamilton che si è preso la scena nelle condizioni di pista che ama e che nelle quali si esalta. Un trionfo che consente al portacolori della Mercedes di riprendersi la vetta della classifica dopo un turno di qualifiche disastroso e a seguito di un partenza, l’ennesima, non propriamente perfetta.
Dopo il Gp di Sochi, il sette volte iridato comanda le operazioni con sole due lunghezze su un redivivo Verstappen che, abile e fortunato, si ritrova d’un tratto sul secondo gradino del podio limitando al massimo i danni causati dall’arretramento in griglia a seguito della sostituzione della power unit Honda. Hamilton e l’olandese non si sono mai sfiorati durante tutta la gara, ma se la vittoria sfugge di mano a Norris per andare nella saccoccia di Lewis è stato anche merito della Red Bull n°33 e delle scelte operate dai suoi strateghi.
Ovviamente ad Hamilton sarebbe convenuto arrivare secondo (ne abbiamo parlato in dettagli qui) con Verstappen più attardato, in settima piazza. La pioggia ha sparigliato le carte ed ha messo l’olandese in condizioni di pescare – è il caso di dirlo – un inatteso jolly. Ecco che il muretto Mercedes, che negli ultimi tempi non era stato l’emblema dell’efficienza teutonica, si è trovato nella condizione di dover operare una lettura rivelatasi poi vincente.
La strategia è stata quella di copiare le mosse di Verstappen dimenticandosi della gara di Norris. La vittoria non è mai stata perseguita in quegli attimi frenetici: si badava esclusivamente ad evitare che la Red Bull n°33 arrivasse dinnanzi alla Freccia Nera n°44. Ricostruzione forzata o fantasiosa? No, è direttamente Andrew Shovlin, trackside engineering director di Mercedes AMG, che ha spiegato che così sono andate le cose.
Riavvolgiamo il nastro. Hamilton era alle spalle del leader di gara Lando Norris e, dopo aver chiuso in maniera autorevole il distacco dopo il pit stop, stava faticando a liberarsi della McLaren che, come ormai da tradizione, mostrava una velocità incredibile sull’allungo del rettilineo di partenza. Una situazione acuita anche dall’assetto molto carico con cui era stata approntata la W12 del britannico. La pioggia ha rimescolato i valori e ha indotto Norris all’errore fatale: rimanere in pista mentre le condizioni peggioravano.
Nel mentre, al giro 48, il box Red Bull aveva chiamato Verstappen per montare le intermedie. Il muretto Mercedes copia la manovra nella tornata succedanea dopo che Lewis, in precedenza, aveva ignorato la chiamata di Peter Bonnington che anticipava quella di Lambiase, ingegnere di pista della Red Bull n°33. Lo stop di Max, quindi, ha “convito” l’inglese a fermarsi per evitare la beffa di venire scavalcato sul finale. Gli strateghi Mercedes hanno fatto capire che seguire Norris era la mossa perdente.
“Il momento chiave della gara – ha spiegato Shovolin – è stato far comprendere a Lewis che Max si era fermato. Con Verstappen ai box dovevamo coprire la sua manovra. Anche se ciò poteva significare lasciare la porta aperta a Lando“.
Fasi concitate, quindi, nella quali il box deve più supportare che decidere. Ancora Shovlin: “Dovevamo capire l’andamento della pioggia. Siamo arrivati alla conclusione che stava peggiorando e che fermarsi presto sarebbe stato meglio. Con tutti questi elementi in gioco, il nostro compito è soprattutto quello di fornire le informazioni giuste al pilota. Noi eravamo abbastanza sicuri su cosa volevamo fare, dovevamo trasmettere questa sensazione a Lewis. In macchina i piloti hanno molti strumenti da gestire, ma non hanno il lusso del radar per la pioggia o altri dispositivi del genere. Sta dunque a noi fornire loro le corrette indicazioni, in modo tale da metterli in condizioni di poter operare la scelta giusta“.
Altro elemento fondamentale nella vittoria n°100 di Hamilton è stato il ruolo giocato da Valtteri Bottas che, fuori dai punti, è stato tra i primi a rientrare ai box per lo switch di gomme. Gli ingegneri della Mercedes hanno immediatamente preso a prestare attenzione al ritmo del finlandese.
Elemento che li ha aiutati nella vincente chiamata di Hamilton: “Il nostro processo decisionale è stato aiutato dal fatto che Valtteri era fuori dai punti, quindi non aveva nulla da perdere. Siamo stati i primi a fare il pit e poi, visto come hanno funzionato le gomme sulla sua macchina, abbiamo seguito l’esempio con Lewis immediatamente dopo. In ogni caso, non essere al comando della gara, ha reso un po’ più facile prendere queste decisioni“.
Il box Mercedes si è acceso come una lampadina in quel di Sochi. Dopo una lunga sequela di errori più o meno gravi, i tecnici di Brackley sono saliti in cattedra leggendo alle perfezione il momento topico del GP di Russia fornendo gli strumenti a Hamilton e a Bottas per poter chiudere con il massimo ottenibile e coprire la rimonta Red Bull che per poco non si concretizzava in una clamorosa e fortunosa vittoria.
Serve anche e soprattutto questo in una corsa al titolo quanto mai difficile. All’orizzonte non si vedono piste sulle quali la W12 può fare la voce grossa. Secondo Hamilton è ancora Verstappen il favorito al titolo. Il britannico ha sottolineato come, in alcune gare, non sia stato massimizzato il potenziale del team e della vettura.
Da qui la difficoltà in una lotta che sarà dura e nella quale, per due terzi della stagione di F1, la Red Bull è stata tecnicamente in vantaggio. Tutto è però ancora in gioco, nonostante arriveranno tracciati che esalteranno le caratteristiche della RB16B. A Brackley hanno intenzione di continuare a spingere per avere una lotta serrata. Condizioni nella quali si può pensare di mettere pressione sull’avversario inducendolo all’errore. Operare scelte efficaci e vincenti ai box è il primo viatico per poter credere ad una nuova affermazione in entrambi i campionati. A Sochi è stato piantato un seme. Germoglierà?
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes