Toto Wolff intende introdurre nel suo team di F1 il concetto di balance of power. No, il team principal viennese non si è dato alle Relazioni Internazionali, ma vuole mutuarne una nozione basilare per impedire l’emergere di un’entità egemone che possa sconvolgere la pace e l’equilibrio interni alla compagine che dirige. Perché la F1 è un sistema in cui l’armonia può essere spezzata con piccole spinte che moltiplicano il loro effetto e creano la condizioni per il disastro sportivo.
Andiamo ai fatti. Tra pochi mesi si avvierà l’era Russell. Dopo cinque anni di onoratissimo servizio, la triade che guida Mercedes (Ola Kallenius, Jim Ratcliffe e lo stesso Wolff), ha stabilito che il tempo di Valtteri Bottas fosse scaduto. Il pilota attualmente in forza alla Williams e cresciuto sotto l’ala protettrice della Stella a Tre Punte è stato finalmente promosso con il preciso obiettivo di fargli esprimere tutto l’enorme potenziale che si è intravisto nonostante pilotasse una monoposto non eccezionale, approntata da un team non all’altezza del suo gloriosissimo passato.
Introdurre un giovane veloce, ambizioso e sfrontato nella corte del re della F1 è però un’operazione rischiosa. Il 7 gennaio del 2022 Lewis Hamilton compirà 37 anni. Nonostante l’età non più tenera parliamo di un professionista plurititolato e soprattutto ancora affamato. Un pilota che sarà alla decima stagione in un team di cui conosce ogni uomo ed ogni dinamica. Un driver che probabilmente rivendicherà il suo ruolo di punto di riferimento e che penserà ad abdicare solo quando il contratto che lo lega alla Mercedes sarà spirato, nel dicembre del 2023.
La scuderia di Brackley ha imbastito quindi una line-up tecnicamente fortissima, forse la più completa delle dieci che prenderanno il via nella nuova F1. Ma si tratta altresì di un duo potenzialmente esplosivo. Da gestire e da tenere a bada. Di cui smorzare gli slanci nichilistici. Toto Wolff lo sa, ci è passato. Correva l’anno 2016 quando Nico Rosberg e Lewis Hamilton inscenarono una tenzone rusticana che ebbe il suo epilogo nell’incidente fratricida di Barcellona. Le continue scaramucce tra i due portarono comunque il doppio titolo in casa AMG. Cosa che potette succedere perché quella monoposto era tecnicamente anni luce davanti alle rivali.
Una situazione, questa, che potrebbe non verificarsi l’anno venturo quando saremo all’alba di una nuova epoca tecnica. Ecco che servono delle contromisure, degli argini di machiavelliana memoria da erigere ben prima che il campionato abbia inizio. Toto Wolff, cazzuola e malta alla mano, ha iniziato ad edificare questo muro che deve provare a tenere lontane le tensioni in una squadra che dall’arrivo di Bottas ha conosciuto la più totale armonia relazionale.
“Russell ha dimostrato di meritare un posto in una scuderia di punta – ha spiegato il grade boss della Mercedes al sito ufficiale della F1 – Ora dobbiamo farlo adattare adeguatamente al nostro ambiente. C’è molta più pressione, ha un compagno di squadra incredibile che ha conseguito i record più grandi di sempre. Quindi è importante metterlo nelle giuste condizioni e di farlo calare nella nuova realtà nel modo giusto”.
E poi il ritorno a quel 2016 che deve essere l’esempio da non seguire: In passato abbiamo visto situazioni in cui i piloti hanno fallito. Ora penso che che anche il team è più preparato per gestire certe dinamiche. Ma nonostante ciò, dobbiamo rispettare le ambizioni di entrambi di lottare per il titolo“.
Quindi Russell avrà pari possibilità ed intatte opportunità di correre per il bottino grosso? A quanto pare sì. Cosa che, è necessario sottolinearlo una volta ancora, succedeva anche con Bottas che si è messo in condizione di diventare spalla per prestazioni offerte in pista mai state all’altezza di quelle del compagno di box: “Dobbiamo rispettare l’ambizione di Russell. Non metteremo in macchina un pilota che non avrà l’opportunità di fare il meglio possibile per sfidare il suo compagno di squadra e per andare più forte che può vincendo gare e, magari, campionati“.
La necessità di non mortificare un giovane talento da bilanciare con la legittima richiesta di Hamilton di poter continuare ad esprimersi ai suoi livelli. Lo switch tra il vecchio e il nuovo non si compirà l’anno prossimo, ecco perché le due sfere devo coesistere ed essere al meglio ottimizzate. Ecco perché Wolff ha iniziato a ben istruire il giovane leone che non deve da subito comportarsi da capobranco: “Sto cercando di discutere con George, di fargli comprendere quale sia la dinamica della squadra, come dobbiamo mantenere lo slancio nel team. Lui è molto intelligente, lo capisce“.
Ovviamente si dà per scontato che Mercedes, anche nella nuova F1, sia ancora ai vertici della categoria. Wolff, in tal senso, traccia gli obiettivi: “Penso che saremmo soddisfatti se fossimo tra i primi tre in termini di pacchetto auto. Questa è la nostra ambizione: essere lì a lungo termine. La ricetta vincente è avere una macchina che possiamo sviluppare. Solo così saremo in grado di lottare per il campionato“.
Questa la teoria. Poi sarà la pista a dire quali saranno i veri livelli prestazionali sia della Mercedes rispetto alle avversarie sia dei due piloti in seno alla squadra. Perché, dovesse Russell imporsi immediatamente, sarebbe difficile calmierare un dualismo che potrebbe diventare esplosivo. L’esempio più recente che abbiamo ci riconduce alla Ferrari che non riuscì e ben gestire un Charles Leclerc arrembante nei confronti di un quattro volte iridato che rivendicava il diritto di sedere sul trono di Maranello. Dopo due anni di difficile convivenza sappiamo come sono andate le cose…
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes, F1