C’è un giudice implacabile e super partes che potrebbe decidere, o quanto meno orientare, le sorti del campionato del mondo di F1 2021: l’affidabilità. E non si tratta di qualcosa che coinvolge la sola lotta al vertice. Anche e soprattutto nelle posizioni di rincalzo, infatti, i team sono alle prese con la gestione del materiale a disposizione. Con sette gare alla fine delle operazione è la situazione relativa all’utilizzo delle componenti interne delle power unit a tenere banco.
Il quadro regolamentare, sintetizzando agli estremi, mostra il seguente stato dei fatti: per il 2021, le squadre possono utilizzare tre motori a combustione interna, tre turbocompressori, tre MGU-H, tre MGU-K, due pacchi batteria, due centraline elettroniche e otto scarichi. Se non si sfora da questi numeri nessun pilota incorre in una penalità. Facile a dirsi, meno a realizzarsi visto che il calendario è molto pingue e considerando che, al momento, nessuna delle 20 vetture impegnate in pista ha disputato più di sei gare con la stessa unità motrice.
Le penalità in griglia relative al motore sono un argomento che sta quindi tenendo banco negli ultimi tempi. L’impatto di una sostituzione totale o parziale del propulsore sulla lotta per il titolo può essere decisivo. Max Verstappen è passato alla sua quarta unità in Russia, ma è stato abile e fortunato a superare indenne la trappola della retrocessione operando una rimonta gagliarda che l’ha portato dall’ultima alla seconda piazza.
I riflettori, ora, sono puntati su Lewis Hamilton che è al terzo motore Mercedes. La situazione del britannico è resa complicata dal fatto che a Zandvoort, nelle Libere 2, la prima power unit stagionale – che s’era tramutata in poco più di un muletto che veniva usato nei turni di pratica – è spirata irreversibilmente. Bel problema dato che a Brixworth dovrebbero gestire soli due motori, tra l’altro con un certo chilometraggio sul groppone, da qui al GP di Abu Dhabi che chiude la stagione di F1.
Una prospettiva di difficile concretizzazione come lo stesso Toto Wolff ha ammesso parlando di possibilità di andare in penalità sin dal Gran Premio di Turchia che prende il via a breve col primo turno di prove libere. Ma di questo non abbiamo certezza, come lo stesso Hamilton ha lasciato intendere nella consueta conferenza pre-evento del giovedì. “Non immagino che dobbiamo cambiarne uno al momento, ma potrebbe succedere più in là” ha riferito il sette volte iridato.
Questo per quanto riguarda la lotta al vertice. Ma anche alla spalle di Red Bull e Mercedes c’è agitazione. McLaren e Ferrari si stanno marcando strette nel duello per agguantare la terza, prestigiosa, piazza nella classifica costruttori. Al momento Woking è davanti a Maranello in forza di un vantaggio di 17,5 lunghezze. Poco per considerare i giochi chiusi.
Interessante osservare la situazione motori dei due team. Lando Norris e Daniel Ricciardo si trovano in condizioni molto simili avendo usato, sinora, 3 ICE, 3 Turbo, 3 MGU-H, 2 MGU-K l’australiano e 3 il britannico, 2 centraline e 2 pacchi batterie. Entrambi sono abbondantemente sotto la soglia degli otto scarichi. Ciò che accade a Woking ricorda molto da vicino la situazione che caratterizza la Mercedes n°44. Quindi il rischio sostituzione completa della power unit di qui alla fine del mondiale è concreto.
Pilota | ICE | TC | MGU-H | MGU-K | ES | CE | EX |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Hamilton | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 3 |
Bottas | 5 | 5 | 5 | 4 | 2 | 3 | 5 |
Verstappen | 4 | 4 | 4 | 4 | 3 | 3 | 7 |
Perez | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 6 |
Ricciardo | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 3 |
Norris | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 5 |
Stroll | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 3 |
Vettel | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 4 |
Alonso | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 8 |
Ocon | 3 | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 8 |
Leclerc | 4 | 4 | 4 | 3 | 3 | 3 | 6 |
Sainz* | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 6 |
Tsunoda | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 6 |
Gasly | 4 | 4 | 4 | 4 | 3 | 3 | 7 |
Raikkonen | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 6 |
Giovinazzi | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 6 |
Mazepin | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 5 |
Schumacher | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 5 |
Russell | 3 | 3 | 3 | 2 | 2 | 2 | 3 |
Latifi | 4 | 4 | 4 | 2 | 2 | 2 | 4 |
Diverso è in discorso in quel di Maranello (leggi le dichiarazioni dei protagonisti). Charles Leclerc, in Russia, ha montato la nuova e rivista power unit che sarà installata anche sulla vettura di Carlos Sainz. Proprio qua in Turchia. Cosa che, come da prassi regolamentare, determinerà la partenza in fondo alla griglia. Una situazione sicuramente penalizzante nella lotta al terzo posto ma che, alla lunga, potrebbe essere la mossa decisiva per la Ferrari.
In primo luogo perché anche McLaren potrebbe incappare in un doppio arretramento. In seconda analisi poiché motori già ampiamente utilizzati e stressati potrebbero presentare più facilmente delle defaillance tecniche. Inoltre, quella presentata dalla Ferrari, è un’unità di potenza rivista (leggi qui tutti i dettagli tecnici), che anticipa alcuni concetti che ritroveremo nel motore 2022. Il V6 che eventualmente monteranno Ricciardo e Norris sarà una versione che non presenterà evoluzione di sorta stante uno sviluppo ormai bloccato.
Ecco che questa necessaria rotazione di propulsori potrebbe andare in favore della scuderia del Cavallino Rampante che ha potuto limitare i danni, all’Istanbul Park, anche grazie all’errore strategico che ha visto coinvolto Lando Norris che stava guidando autorevolmente la gara per ritrovarsi, all’ultima tornata, pesantemente attardato. Il Gran Premio di Turchia, che per Ferrari si annuncia in salita, potrebbe essere un necessario e doloroso passo su una strada tutt’altro che tortuosa.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1 Team