Red Bull segue le orme della Ferrari: non più un team cliente, ma una squadra di F1 capace di organizzarsi da sola. Tutto questo è possibile grazie a Honda che, dopo aver fornito i propulsori per un triennio, ora cede alla scuderia anglo-austriaca i frutti dell’attività creativa e inventiva umana relazionata alla power unit. Un passo molto importante, concretizzatosi con la nascita dell’apposita divisione Red Bull Powertrains a Milton Keynes, che inizierà ad operare dal 2022.
Red Bull diviene così l’unico team, oltre a quello del Cavallino, a lavorare da un unico punto operativo. Milton Keynes come Maranello, un cuore pulsante capace di dar vita contemporaneamente a motore e telaio. Horner fa sapere che i lavori procedono speditamente e dunque la sede sarà pronta nei tempi previsti. Tuttavia non si tratta solo di adattare o predisporre nuovi edifici, ma anche di reclutare forza lavoro in modo da rinforzare l’organico della squadra.
Una scommessa ambiziosa, quella operata da Red Bull, che punta a divenire un costruttore britannico, rinverdendo i gloriosi fasti del passato. Da parecchio tempo, infatti, i propulsori non vedono la luce in terra d’oltremanica. Horner parla con orgoglio di questa possibilità, guardando all’esempio di Cosworth o BRM. Il team principal austriaco è intenzionato a dare lustro alla propria scuderia, trasformandola da ‘clan di bibitari‘ a squadra con una marcata identità.
Spesso infatti i detrattori si riferiscono alle vetture di Milton Keynes apostrofandole con disprezzo, proprio in virtù della mancanza di una storia propria. Un team nato quasi per capriccio, senza sapore e senza suggestione. Ora la rotta si inverte e Red Bull è pronta per diventare un punto di riferimento per l’automobilismo britannico.
La strada sarà lunga e complessa, non priva di difficoltà a livello gestionale. Horner, in ogni caso, crede fortemente nel progetto e nelle persone che lo realizzeranno. Con una nuova filosofia di lavoro si possono raggiungere risultati importanti. Del resto Red Bull lo ha già dimostrato per quanto riguarda la vettura. Il telaio prodotto a Milton Keynes, anche grazie al genio di Adrian Newey, è da sempre estremamente performante. Perché dunque non dare credito alla scuderia anglo-austriaca anche per quanto riguarda il motore?
Chris Horner parla di scetticismo generale nei confronti di una Red Bull in versione ‘motorista’. I soliti luoghi comuni tornano alla ribalta per minare il credito della scuderia. Eppure, proprio perché la sfida si presenta assai ardua, la motivazione è altissima. Volere è potere, e, con la complicità e l’aiuto di Honda, anche una missione impossibile può trasformarsi in un traguardo di successo.
Perché Formula Uno non significa solamente transitare per primi sotto la bandiera a scacchi. Significa anche, e soprattutto, costruire, ideare, sognare. Del resto, non è proprio un sogno ad aver ispirato il grande Enzo Ferrari?
F1-Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Red Bull Racing Honda