domenica, Dicembre 22, 2024

Lo “stupid idiot” con sette titoli mondiali regola un nervoso ed eccessivo Max Verstappen

Era un normale venerdì di F1. Un giorno di lavoro fatto di ricerca del più efficace assetto e di simulazioni delle condizioni di gara che si è d’un tratto arroventato. A vestire i panni dei “piromani” sono stati loro. Sempre loro: Lewis Hamilton e Max Verstappen. Il Re e lo sfidante che sta assediando da mesi un impero lungo sette anni. E’ bastato veramente poco per riaccendere i riflettori su un duello che già in questa stagione ha conosciuto clamorosi precedenti.

Ma veniamo ai fatti. Siamo in FP2, è il momento delle simulazioni del giro di qualifica. I piloti montano le gomme soft. Sul Circuit of the Americas, spesso, si presentano dei trenini quando la pista è sovraffollata. E questo è uno di quei momenti. Gli alfieri di Mercedes e Red Bull si trovano l’uno davanti all’altro. Hamilton si sta per lanciare quando Verstappen, percependo che c’era spazio davanti, lo supera infrangendo quella regola non scritta secondo cui chi segue deve attendere le mosse di chi precede. Una norma non codificata che i piloti, tutti, tendono a non osservare più con troppa disciplina.

La RB16B mostra il diffusore al campione del mondo che stavolta decide di reagire in un gioco psicologico mirato ad imporre il proprio status. Prima dell’ultima curva del nastro d’asfalto texano Lewis tira la staccata, si affianca all’interno, e si riprende la posizione. Sembra di essere in gara perché l’affondo è profondo. Max, che da par suo avrebbe potuto essere più morbido, si irrigidisce. Il ragazzo è persona di principio e raccoglie senza esitazioni il guanto di sfida. Nel farlo va largo a all’uscita della piega sinistrorsa che si apre sul lungo rettilineo di partenza.

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Verstappen (Red Bull) viene superato da Hamilton (Mercedes) nel corso delle FP2 dopo un testa a testa andato in scena sul rettilineo principale del COTA, Gp Stati Uniti 2021

Non è finita qua. L’olandese, “aperto” al di là del cordolo, accelera con decisione e riprova, in maniera piuttosto ottimistica, a passare ad ogni costo all’esterno. Di Hamilton e della pista. Dall’altro lato, evidentemente, non c’è voglia di mostrarsi deboli. Il britannico tiene giù a tavoletta mentre Max, che gode di un’ottima trazione in uscita di curva, guadagna qualche centimetro. I due restano appaiati per tutto il rettilineo. Dal camera car della vettura n°33 si vede l’endplate dell’ala anteriore della W12 affacciarsi minaccioso, pericolosamente vicino all’anteriore sinistra della RB16B. Lewis piazza la seconda frenata secca che lo fa virare davanti a Curva 1.

Verstappen deve abbozzare lasciando la posizione ma non accetta l’onta. Si apre in radio definendo Hamilton uno “Stupido idiota. Dal muretto gli intimano di desistere dal duello verbale ma ormai la tensione e esplosa. Il talento di Hasselt, a rimarcare il suo punto di vista, si esibisce in un dito medio all’indirizzo del rivale che, ignaro, prosegue per la sua strada.

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Max Verstappen (Red Bull Racing), Gp Stati Uniti 2021

Quello inscenato dai due apripista del campionato di F1 2021 è uno scontro tra galli. Sostanzialmente stiamo parlando di scaramucce che, considerando gli uomini coinvolti, non possono non essere notate, discusse ed amplificate. Le occasioni in cui questi due giganteschi interpreti si sono agganciati stanno diventando tante. A Imola c’è stato il “primo bacio”. A Silverstone il botto è stato duro e clamoroso. A Monza, prima dell’episodio della Prima Variante che pone fine alla gara di entrambi, s’era verificato un altro contatto potenzialmente pericolosissimo, alla Roggia. I due sono ingaggiati a tutti i livelli, in pista e fuori. E ormai non evitano di alimentare una tenzone rusticana che stavolta è stata inscenata addirittura durante le libere.

Ma ieri chi è apparso oltremodo nervoso è stato Max Verstappen. Hamilton poteva essere più concessivo? Sicuramente? Hamilton ha inteso provocare il rivale? Probabilmente sì. La sensazione è che il figlio d’arte sia caduto in una sorta di trappola psicologica i cui effetti andranno valutati ovviamente alla fine del week end. Per ora si registra un Verstappen un po’ troppo fumantino. Specie si va a contestualizzare il momento: si trattava di libere, una reazione così perentoria poteva essere compresa maggiormente se si fosse trattato di un giro in Q3.

Anche dopo l’episodio “incriminato” Max era poco sereno. Ascoltando le conversazioni tra l’abitacolo e Gianpiero Lambiase, il suo ingegnere di pista, si è notata una certa propensione alla lamentela. La RB16B, anche se non ha mostrato tutto il suo potenziale, non è parsa ancora vicina all’assetto ideale. “Siamo maledettamente lenti” ha arringato l’olandese in radio.

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Max Verstappen (Red Bull Racing) in azione durante il Gp degli Stati Uniti 2021

In Red Bull hanno approcciato al week end di gara con un pacchetto da medio carico verticale. Il tracciato di Austin, come Turchia e Russia, richiede molta efficienza aerodinamica. Un forte handicap per la vettura anglo austriaca. Gli ingegneri di Milton Keynes sono stati costretti settare la vettura cercando di recuperare quel gap da Mercedes che scaturisce dai cavalli mancanti. Da qui l’adozione di ali più scariche. Da qui un posteriore un po’ ballerino. Ancora, la RB16B ha sofferto di molto bottoming, specialmente all’anteriore. L’alto angolo di rake ha reso l’ala frontale molto vulnerabile e spesso l’abbiamo vista produrre scintille al contatto con l’asfalto.

A queste difficoltà, che hanno messo in preallarme Verstappen, si è aggiunto un problema al cambio che ha iniziato a fare le bizze durante il tentativo di simulazione di qualifica. In quella circostanza Max è apparso nuovamente irritato col suo muretto che l’ha richiamato ai box. La defaillance è stata prontamente risolta ed ha permesso al pilota di effettuare le classiche prove in condizioni di gara. Sul passo la RB16B non ha impressionato ed ha mostrato una tendenza a gestire gli penumatici peggio di quanto fatto dalla Mercedes.

Elementi che, sommati all’episodio di cui si parlava in apertura, hanno tolto un pizzico di serenità ad un driver che, a sei gare dal termine, conduce con altrettante lunghezze le operazioni in classifica. In questa fase bollente servirebbe un pochino di serenità in più. Ma alcuni elementi esterni non aiutano.

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il team principal britannico Christian Horner (Red Bull Racing Honda) pensieroso durante il fine settimana del Gran Premio d’Italia edizione 2021

A proposito di fattori esogeni, Chris Horner, mai distensivo nelle esternazioni, ha dichiarato candidamente che “La Mercedes ha fatto un passo avanti come velocità in rettilineo e facciamo fatica ad avvicinarci con il solo assetto. Penso che stiano ottimizzando un dispositivo che consente loro di avere più velocità in rettilineo. Se guardi la parte posteriore della loro macchina è come se si abbassasse”.

Accuse che stanno risuonando nell’ambiente e alle quali Toto Wolff ha risposto con calma serafica: “È uno sport in cui tutti gli avversari cercheranno sempre di scoprire se esiste una sorta di proiettile d’argento. E’ un qualcosa che non esiste, sono tutti piccoli guadagni marginali che portano prestazioni. Lavoriamo sulla macchina per migliorare le performance senza curarci troppo del rumore degli altri”.

Caso chiuso? La sensazione è che, visti i precedenti, si andrà per le lunghe. In Red Bull continuano ad agitare sinistre supposizioni su una Mercedes tornata, da qualche tempo, a dettar legge in trazione e velocità di punta. Cosa che, almeno fino a Silverstone, premiava in maniera netta la creatura di Adrian Newey.

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Valtteri Bottas sfreccia con la Mercedes W12 sul tracciato texano, FP!, Gp Stati Uniti 2021

Questo clima di sospetti e insinuazioni di certo non aiuta a distendere animi tesi, tesissimi, sull’orlo della deflagrazione fatale. Il mondiale di F1 si gioca anche con la testa. Nessuno è esente dal peso della pressione psicologica. Lo sa Hamilton che nelle partenze delle qualifiche sprint di Inghilterra e Italia ha pasticciato come un debuttante; lo sa Mercedes che, chiusa nell’angolo dai rivali di Milton Keynes, ha operato scelte strategiche non proprio efficaci. Lo sa Max Verstappen che ieri ha passato un’ora più a gestire l’onda pressoria che la sua vettura. Siamo certi che il trionfatore di questa stagione sarà anche colui il quale vincerà la decisiva guerra psicologica.


F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Mercedes, Red Bull, F1TV

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