Si è parlato tanto anche troppo di quanto accaduto nel corso del 48esimo giro del Gp del Brasile tra i due contendenti alla corona iridata di F1. Un episodio su cui la direzione gara non ha neanche aperto un’investigazione durante la gara (lo avevano soltanto ‘notato’), ma che si è protratto fino in Qatar a causa del diritto di revisione fatto valere dalla Mercedes a seguito dell’evento. A 5 giorni di distanza, i commissari di Losail dopo aver parlato con i responsabili delle squadre hanno deciso di non ritornare sulla decisione dei colleghi mantenendo inalterata la classifica finale del 19° evento stagionale.
Nonostante la linea della FIA sia apparsa abbastanza chiara, i piloti, sempre nel medesimo weekend, hanno indetto una riunione della GPDA per discutere con Michael Masi della decisione degli steward. Alcuni lamentavano una mancanza di coerenza. La risposta del direttore di gara al termine dell’incontro è stata cristallina: le situazioni verranno sempre valutate caso per caso e nella circostanza, non essendoci stato alcun contatto, si è scelta la strada del ‘lasciar correre’.
I commenti, nel corso dei giorni a seguire, si sono sprecati, soprattutto da parte di quei piloti che pretendono una linea di confine netta tra il giusto e sbagliato, tra l’avere ragione o torto. Cosa che a quanto pare però non sempre può essere garantita.
Tra le voci fuori dal coro, troviamo Ricciardo, che nel corso di una recente intervista ha difeso l’operato degli steward. L’australiano ha trovato molto coerenti le loro scelte. Decidendo di non redarguire nessuno tra Carlos Sainz e Charles Leclerc, autori durante il primo giro di una mossa, secondo Daniel, molto simile a quella di cui tanto si è discusso sempre in curva-4, la direzione gara ha poi saggiamente ritenuto di non dover riprendere neanche gli sfidanti al vertice della classifica.
I piloti dovrebbero esser liberi di gareggiare, sostiene sempre Ricciardo. Per questo reputa più che appropriato il comportamento degli steward. Certo, nei casi dove è lampante che qualcuno abbia commesso qualcosa di sbagliato è giusto che gli venga attribuita una sanzione, afferma difendendo la sua idea, ma bisognerebbe anche dare ai concorrenti la possibilità di sfidarsi.
Penalità solo se c’è un colpevole certo e lasciar correre ogni qual volta ci si ritrovasse in circostanze dubbie, dove diventa complicato far pendere l’ago della bilancia più su uno piuttosto che sull’altro pilota. Alcune volte, conclude Ricciardo, la decisione dei commissari potrebbe favorirti e altre no, ma almeno per quanto lo riguarda a lui starebbe anche bene così.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno