Tutto si potrà dire dell’appuntamento di F1 brasiliano, tranne che sia stato noioso. Un weekend condizionato dal format della sprint qualifying e dalle 25 posizioni di penalità (squalifica dalle prove ufficiali del venerdì + le 5 addizionali ricevute per la sostituzione dell’ICE) ricevute da Lewis Hamilton. C’è chi ha creduto sin dal sabato pomeriggio in una sua rimonta, c’è invece chi sperava che Verstappen riuscisse ad approfittare del weekend ‘no’ della Mercedes per ampliare il suo vantaggio in classifica.
Lewis ha colto l’occasione per dimostrare tutta la sua ostinazione nel perseguire il suo obiettivo finale. Non bastavano le difficoltà affrontate in queste ultime tre giornate, Hamilton ha dovuto infine anche rimediare all’immobilismo tattico del proprio team che si lascia sorprendere dalla Red Bull nel momento del secondo pit stop… Una tematica che sarà ampiamente analizzata più avanti. Iniziamo come sempre dal comunicato rilasciato dal costruttore degli pneumatici.
F1-Gp Brasile 2021-Analisi strategica: Pirelli
Il 19° appuntamento stagionale sul circuito di Interlagos viene vinto da Lewis Hamilton (Mercedes) puntando su una strategia a due soste Medium-Hard-Hard: la stessa usata dagli altri due piloti saliti sul podio. Partito dalla decima posizione in griglia, il britannico riesce a farsi strada nel gruppo. La prima sosta anticipa il leader della gara Max Verstappen (Red Bull) di un giro, mentre la seconda arriva soltanto a tre giri di distanza dalla mossa del rivale. Lewis riesce comunque ad ottenere la vittoria superando successivamente Verstappen in pista e a ridurre così il ritardo in campionato.
La maggior parte dei piloti ha optato per le due soste, ma ci sono state anche tre strategie a una sosta e due a tre pit-stop. Sono state sette le combinazioni tattiche al termine del Gp. Il che sottolinea la grande varietà strategica fornita da questa nomination. Tutti i piloti hanno iniziato la gara con pneumatici Medium C3 grazie alla libertà di scelta fornita dal format della sprint qualifying. L’unica eccezione è stata Yuki Tsunoda (AlphaTauri), che ha optato per la Soft. Sergio Perez (Red Bull) è stato l’unico altro pilota ad utilizzare la mescola C4 durante la gara. Nel suo caso montata soltanto nel finale per conquistare il punto addizionale dato dal giro veloce.
Il Gran Premio è iniziato con una temperatura ambiente di 24 gradi e 50°C d’asfalto: circa 20 gradi in più rispetto alle condizioni avute al sabato durante la sprint race. Le temperature sono rimaste abbastanza costanti per tutta la gara. All’interno dei primi 15 giri c’è stato un periodo di Safety Car seguito da due VSC nella prima metà di gara. Ciò ha contribuito a ridurre al minimo l’usura delle gomme in un momento cruciale del Gp quando le vetture avevano molto carburante a bordo.
“Il Gran Premio è stato molto equilibrato” ha esordito Mario Isola al termine della gara. “Si sono viste delle prestazioni molto simili tra i primi classificati, questo a causa anche dell’utilizzo di strategie, sulla carta, abbastanza vicine tra loro. La temperatura dell’asfalto, di circa 20°C superiore a quella registratasi al sabato, ha avuto una diretta influenza sulle tattiche viste in gara. Tale aspetto ha portato le squadre a fare un uso massiccio delle mescole più dure piuttosto che della Soft. La Hard è stata sicuramente la mescola migliore per la gara. Nonostante le condizioni fossero complicate, tale compound ha garantito dei tempi sul giro anche piuttosto impressionanti.“
“I piloti hanno potuto allungare il primo stint a causa dei periodi di Safety Car” ha proseguito il responsabile F1 e car racing Pirelli. “Questo ha permesso loro di guadagnare un po’ di flessibilità per il secondo run. Nelle prime posizioni tutti hanno cercato di trarre vantaggio dall’undercut e questo è il motivo per cui lo stint centrale con la gomma dura è stato così particolarmente breve per loro. Lewis Hamilton ha fatto un lavoro davvero impressionante durante il fine settimana: scattato dal fondo nelle qualifiche sprint è riuscito a chiudere in testa il Gp domenica”.
F1-Gp Brasile 2021-Analisi strategica: grande varianza tattica nonostante la libertà di scelta
Generalmente, dare la possibilità ai piloti di poter decidere la gomma migliore per la partenza fa sì che la maggior parte di loro punti ad utilizzare un compound in grado di permettergli di concludere la gara mediante un solo pit stop. Cosa riuscita ieri a soli tre piloti a causa delle elevate temperature della pista e del degrado patito dalle coperture. Al termine del Gp, le scelte adoperate dai team porteranno a sette differenti variazioni.
Unica sosta
I periodi di Safety Car e Virtual Safety Car richiesti ad inizio gara per i contatti avvenuti tra Tsunoda-Stroll (6° giro) e Schumacher-Raikkonen (12° tornata) aiutano i piloti a gestire la mescola Media (utilizzata da tutti meno che da Yuki partito su Soft) nel tratto iniziale, ma non basta per incentivarli a portare a termine la corsa mediante la scelta one-stop. Gli unici a tentare questa strada (Medium – Hard) saranno le Alpine di Ocon e Alonso e la Haas di Mazepin.
Una strategia che possiamo ritenere abbastanza vincente per il team francese che riesce a mantenere viva la lotta con la più prestante AlphaTauri di Gasly. Alonso risale dalla 12° posizione di partenza fino in ottava dopo esser stato superato da Pierre a 10 giri dalla fine (M-H-H per lui). Proprio all’ultima tornata Fernando decide di restituire la posizione al compagno Ocon, cedutagli in precedenza per aumentare le possibilità di avere la meglio sulla vettura del team faentino. Le due vetture Alpine chiuderanno così in P8 e P9 alle spalle dell’AT02 numero 10.
Due soste
Nonostante l’utilizzo delle sole Medie e Hard, sono quattro le differenti tipologie strategiche viste nella circostanza. La strategia usata da Hamilton ha visto l’impiego del compound giallo nel tratto iniziale seguito da due stint su mescola a banda bianca (M-H-H). Tattica replicata da Verstappen, Bottas, Gasly, Norris, Russell e Latifi.
Strategia inedita per le due Ferrari: l’unico team ad utilizzare la Hard soltanto nel tratto finale puntando su un uso predominante della gomma Media (M-M-H).
Medium-Hard-Medium invece per Vettel, Raikkonen e Giovinazzi, che al pari del Cavallino si son trovate particolarmente a proprio agio su mescola C3.
Infine Soft-Hard-Hard per Tsunoda. Il pilota dell’AlphaTauri spreca l’opportunità di sfruttare a dovere il compound più morbido nel tratto iniziale andando a contatto con l’Aston Martin di Stroll. Episodio che gli costerà 10’’ di penalità e lo vedrà costretto rientrare anticipatamente ai box per sostituire l’ala e montare così il primo treno di mescola Hard C2.
Tre soste
Chiudiamo con i tre pit stop di Mick Schumacher (Medium-Hard-Medium-Medium) condizionato dal contatto avuto con Raikkonen nelle fasi iniziali e quelle viste con la Red Bull di Sergio Perez (Medium-Hard-Hard-Soft). Il messicano avrebbe potuto tranquillamente terminare la gara seguendo la stessa tattica del compagno di squadra, ma il team decide di metterlo su Soft nel corso del 70° passaggio per ottenere il giro veloce, fino a quel momento in possesso di Lewis Hamilton. Compito che il messicano soddisferà girando in 1’11’’010. Perfetta la chiamata del team ad impedire una sicura replica da parte di Valtteri Bottas.
F1-Gp Brasile 2021-Analisi strategica: l’immobilismo Mercedes complica ulteriormente la gara di Lewis
E dire che a livello tattico, l’avvio della casa di Stoccarda era stato molto aggressivo. Nonostante Bottas abbia perso due posizioni alla partenza, al quinto giro viene raggiunto dal compagno di squadra scattato dalla 10° casella dello schieramento. Lewis lo scavalca guadagnando così il podio virtuale e comincia ad andare a caccia delle due Red Bull. L’ingresso della Safety Car al sesto passaggio ricompatta il gruppo e mette Hamilton in condizione di ricucire subito il gap su Sergio Perez. Due giri e viene chiamata in causa la VSC per il contatto tra Schumacher e Raikkonen. Lewis dovrà così attendere il 14° giro prima di poter iniziare a mettere pressione sul messicano.
Sono fasi concitate per Checo che chiede via radio di far rallentare Verstappen così da poter usufruire del DRS per difendersi. Un’ipotesi che non viene minimamente presa in considerazione dalla Red Bull. Max vuole scappare e costruire un buon margine nel caso Lewis riuscisse ad avere la meglio del compagno di squadra. Cosa che accade definitivamente al 19° passaggio. Perez aveva dato tutto nel giro precedente rispondendo per le rime ad un attacco del britannico. Ma Lewis ne aveva di più semplicemente di più. Al momento del sorpasso definitivo i contendenti al titolo sono divisi da 4’’.
Hamilton tenta di avvicinarsi e al 26° giro anticipa Max andando ai box per montare gomma Hard. L’undercut è potente, ma la Mercedes ha fatto male i conti rimandando Lewis in pista alle spalle di Ricciardo (McLaren). Un’azione che se ritardata di un giro, avrebbe potuto dare dei frutti migliori. Red Bull risponde subito richiamando Verstappen e questo mette in condizione l’olandese di restare davanti al rivale con circa 1’’7 di vantaggio.
Anche Perez decide di effettuare l’undercut su Bottas per mettere al sicuro la terza posizione, ma il messicano è sfortunato. Soltanto due giri più tardi verrà nuovamente chiamata in causa la VSC con Valtteri che riuscirà a trarne il massimo del vantaggio andando ai box per montare gomma Hard. Al momento di rientrare in pista il finlandese è terzo con circa 4’’ di vantaggio su Checo. Di fatto la VSC permette a Bottas di rimediare, anche se in parte, alla brutta partenza.
Quasi tutto bene fin qui per la Mercedes. Tatticamente aveva fatto pressoché tutto a dovere. Hamilton però in questa fase non riesce a portare un attacco a Verstappen. Per riuscire a restargli vicino è costretto a chiedere molto alle sue gomme e diventa sempre più complicato gestire al meglio la temperatura dell’assale anteriore. A questo punto sembra abbastanza scontata la decisione da prendere: per vincere bisogna inventarsi qualcosa e cogliere la Red Bull di sorpresa con un undercut anticipato.
Il problema è che a rompere gli indugi, a sorpresa è il leader della gara Max Verstappen. L’olandese decide di pittare al 40° giro per montare un ulteriore set di Hard convinto che non si possa andare fino in fondo mediante l’unica sosta. Scelta di tempo perfetta in casa Red Bull che destabilizza la Mercedes! Seguono istanti in cui sembra che i tecnici di Stoccarda non sappiano proprio cosa fare. La sensazione, almeno dall’esterno è quella di un box che aveva previsto tutto tranne di dover ritrovarsi a fare i conti con un undercut da parte dell’olandese.
Le opzioni sono tre: provare ad andare fino in fondo, allungare e montare la Media un po’ più tardi avvalendosi di un surplus prestazionale nelle ultime fasi di gara (soluzione che avrebbe molto gradito Hamilton) oppure replicare a Verstappen mettendosi a parità di condizioni con la consapevolezza però che il sorpasso sarebbe dovuto avvenire in pista. Tra queste, Mercedes opta per l’ultima con tre giri di ritardo rispetto alla mossa della Red Bull.
Andare fino in fondo sarebbe stato troppo rischioso (anche se Bottas è risultato abbastanza convinto che sarebbe potuta arrivare anche una doppietta se si fosse percorsa questa strada con entrambe le vetture). Perso per perso, si è optato per la via della spettacolarità: andare all’attacco invece di difendersi. Una mossa che paga grazie ad un Hamilton scatenato che montate gomme nuove inizia subito ad inanellare una serie di giri veloci che lo portano subito sotto a Verstappen.
Bravo il britannico ad evitare il contatto al 48° giro con Max che mostra una difesa molto aggressiva in curva-4, giudicata comunque regolare dai commissari, per poi sferrare l’attacco decisivo al 59° passaggio andandosi a prendere così la testa della gara.
Gli ultimi giri sono di completa gestione con Hamilton che ottiene la sua 101° vittoria in carriera in casa del suo idolo Ayrton Senna. L’immobilismo tattico mostrato intorno al 40° giro non ha eccessive ripercussioni sul risultato finale. Ha solo complicato ancor di più la situazione del britannico in una fase delicata della gara. Come se Lewis non le avesse già passate abbastanza nel corso del weekend. Tutto giusto invece casa Red Bull. La W12 N.44 era semplicemente inarrestabile ad Interlagos.
F1-Gp Brasile 2021-Analisi strategica: gara apparentemente semplice in Ferrari, merito delle scelte del muretto
Gara tranquilla per il Cavallino, o almeno è questa la sensazione che abbiamo avuto tutti. Converrete che la partenza è stata sicuramente il momento più concitato. Leclerc ha un buono spunto ed entra subito in lotta per la terza posizione contro Bottas che per contro invece non ha avuto uno scatto brillante. Valtteri riesce a resistere agli attacchi portati da Charles nelle prime curve del tracciato e a mantenere la posizione.
Dall’altro lato si registra invece un complicato avvio per Sainz che a causa di una partenza lenta dalla terza casella subisce il ritorno di Norris (5° in griglia) con i due che vanno a contatto prima di curva-1. Lando è il pilota ad avere la peggio: foratura e pit stop forzato. Tutto in ordine sulla monoposto di Sainz che però a causa dell’episodio è costretto ad accodarsi a Leclerc in 5° posizione.
Le emozioni per i piloti della casa di Maranello sembrano finire praticamente al 4° giro quando Lewis riesce a liberarsi in due passaggi di entrambe le Ferrari. Da quel momento in poi per Charles e Carlos si è tratta solo di gestire il vantaggio su Gasly che dopo una partenza poco felice riesce a tornare in 7° posizione prima della sosta.
Il ritardo dell’AlphaTauri nei confronti di Sainz è di circa 3’’ quando decide di tentare l’undercut nel corso del 26° giro a montare le Hard. In Ferrari vanno subito in copertura montando un ulteriore set di Medie prima con Carlos e poi al giro successivo con Charles. E’ qui che la Ferrari si gioca il risultato finale. Un momento chiave messo in ombra dalle ottime decisioni prese dagli strateghi.
Montare nuovamente il compound a banda gialla si rivelerà una mossa doppiamente vincente. Intanto perché dopo esser riusciti a mantenere le posizioni invariate grazie a due ottimi pit stop permette anche ai piloti del Cavallino di prendere sufficiente margine nei confronti dei piloti Alpine, impegnati su una differente strategia.
Al momento di effettuare la seconda sosta per montare la Hard era molto importante restare davanti ad Ocon ed Alonso per non incappare nel traffico. Cosa che riesce per circa 2’’ a Carlos Sainz nel corso del 53° passaggio. Diversa sorte per Gasly che non reggendo il passo delle SF21 si ritroverà a dover superare in pista le Alpine dopo il secondo pit stop. Ovviamente il vantaggio fornitogli dalla gomma nuova è tale da permettergli di sopravanzare i due senza troppe difficoltà. Tuttavia questo comporterà lui una perdita di tempo significativa nei confronti del duo Ferrari e alla fine chiuderà in 7° posizione con un ritardo di 25’’ da Sainz.
Finalmente una gara in cui tutto ha girato per il verso giusto per il box di Maranello. Tutti aspettano con ansia di tornare a rivedere il marchio italiano lottare per il titolo, ma nel frattempo godiamoci quest’ottimo stato di forma. La strada da fare è ancora tanta, ma almeno i tragici momenti vissuti nel 2020 sembrano ora soltanto un lontano ricordo.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
F1-Foto: Formula Uno – Mercedes AMG F1 Team – Scuderia Ferrari – Red Bull Racing Honda – Aston Martin F1 Team – McLaren F1 Team – AlphaTauri F1 Team – Alfa Romeo Racing Team – Pirelli