La F1 resta ad alta quota e, dopo alcune difficoltà con il trasporto delle merci da Città del Messico a San Paolo, è tornata in Brasile dopo l’assenza nel 2020. Come in Messico la settimana scorsa, anche qui gli equilibri si sono modificati nel corso delle ultime due stagioni, con Red Bull sempre davanti, ma non a tutti, e la Ferrari che dalla prima fila ha fatto passi da gambero. Vediamo, però, più nel dettaglio i tempi di questa qualifica.
Davanti a tutti, come ormai da tradizione, c’è la Williams che ha sì migliorato le sue prestazioni, ma non riuscendo a trovare il Q2 per la prima volta dall’Ungheria. La vettura di Grove ha tolto più di due decimi dal tempo del 2019, con i miglioramenti visibili soprattutto nel primo settore, dove è riuscita a scendere sotto il muro dei 18 secondi. Bene anche il tratto centrale, mentre quello conclusivo ha vanificato un po’ il buon lavoro fatto nei primi due.
Pressoché invariata l’AlphaTauri che, rispetto alla Toro Rosso con cui Pierre Gasly ha conquistato il suo primo podio in F1, ha peggiorato di soli 7 millesimi. Così come la squadra inglese, le prestazioni migliori si sono riscontrate nei primi due settori. A differenza della FW43B, la AT02 ha mostrato un miglior adattamento al secondo settore, non sfigurando però nel primo. Ben peggio il terzo dopo ha perso ben due decimi.
Terza è la McLaren che se ha recuperato quasi un decimo nel primo tratto, il secondo e il terzo settore non sono stati altrettanto all’altezza, anche se la perdita è stata minima. Il gap totale dalla vettura motorizzata Renault di due anni fa è di poco più di un decimo, accumulato principalmente nel settore più guidato, che ovviamente è quello che più ha dato problemi ai team in perdita.
Alpine in quarta posizione che, a differenza delle altre squadre, ha sofferto molto il terzo settore. Quasi un decimo ottenuto nel primo tratto, ma poi perso nel secondo. Purtroppo per i francesi il tratto finale in salita ha portato a una perdita di oltre due decimi, che costituiscono tutto il gap accumulato rispetto alla RS19.
Più o meno sullo stesso distacco c’è anche Mercedes che ha accumulato un gap di 235 millesimi in due anni. Rispetto ai suoi avversari dell’epoca, questo ritardo circoscritto le ha permesso di prendersi il miglior tempo del venerdì, staccando e non di poco la Red Bull e la Ferrari, che rispetto al 2019 sono arretrate. Poco margine a suo vantaggio nel primo settore, mentre 130 millesimi e rotti sono quelli persi sia nel secondo che nel terzo settore. Soprattutto in quello conclusivo è uno dei più contenuti di tutta la griglia.
Segue Aston Martin che invece, nonostante i tre decimi e mezzo lasciati per strada, è riuscita a fare qualche passo in avanti in classifica (merito più che altro del peggioramento della Haas). La squadra di Silverstone ha lasciato quasi invariato il proprio tempo nei primi chilometri, restando sul decimo e mezzo in quello centrale, ma perdendone due in quello conclusivo. Per i motorizzati Mercedes, ad esclusione di McLaren (che però nel 2019 aveva propulsore Renault, ndr), c’è stato un peggioramento piuttosto simile nel tratto conclusivo, probabilmente definito da modifiche all’unità motrice tedesca.
Alfa Romeo è invece la migliore delle motorizzate Ferrari, anche se di migliore c’è ben poco dati i sei decimi e mezzo lasciati per strada in due stagioni. Se come quasi tutti gli altri team il gap nel primo tratto è più o meno in linea, quelli nel secondo e terzo settore iniziano ad essere più importanti. La vettura elvetica ha infatti perso tre decimi in ognuno degli altri due intermedi della pista brasiliana.
Sul fondo della classifica, come in Messico, troviamo la Red Bull, che proprio come nella tappa precedente ha perso quella che era stata una pole position nel 2019. Qui Verstappen ha dovuto pagare oltre otto decimi e mezzo, accumulati per metà solo nel settore centrale. Un ritardo di tre decimi anche per la RB16B nel terzo settore e di quasi un decimo nel primo.
Ma nella fase iniziale della pista c’è chi ha fatto peggio. Ovvero Ferrari e Haas che sono le uniche due squadre ad aver perso più di un decimo. Entrambe hanno anche accumulato un gap dai rispettivi tempi 2019 di 1.2 secondi i più. Per la squadra di Maranello le grandi difficoltà sono nate nel secondo settore, dove il ritardo è stato di sei decimi, ben due in più di Red Bull e cinque in più di Mercedes e McLaren. Quattro sono i decimi persi nella salita finale che sono pochi nel confronto con gli austriaci, ma un eternità in quello con le vetture motorizzate dalla Casa tedesca.
Per Haas la differenza la si nota dall’accesso al Q3 nel 2019 e dal fondo della classifica di ieri. La VF-21 è stata l’unica vettura a segnare un secondo di ritardo nel tratto misto, mentre in quello iniziale e quello conclusivo è stata più o meno sui livelli della SF21.
F1-Autore: Marco Colletta – @MarcoColletta
Foto: Scuderia Ferrari – AlphaTauri F1 Team – Mercedes F1 Team – Red Bull Racing