lunedì, Dicembre 23, 2024

L’abbondanza economica non basta: Ferrari perde il vantaggio storico sulle preferenze

F1. Certo, lo sappiamo, le Ferrari stradali si vendono come il pane. E in borsa poi non ne parliamo. Sembra quasi un bene rifugio, insensibile a tutti gli scossoni e crisi economiche. E insensibile pure agli ormai conclamati quattordici anni senza corona iridata che piano piano, ma sembra inesorabilmente, si avvicinano al record storico di digiuni nel campionato mondiale piloti di F1, quello dal 1979 al 2000: ventuno spaventosi anni fatti di molte annate con figure barbine dove la Ferrari era diventata una sorta di Cenerentola della Formula Uno… un bel nome, una grande storia, un gran bel simbolo, ma dietro il cofano… niente.

E non si intravvedeva il lieto fine.Gli espertoni (e chi siamo noi per contraddirli) ci spiegano, con tanto di grafici e calcoli, che essendo ormai Ferrari diventato un marchio di lusso, proprio per tale motivo continua ad essere forte in borsa, continua a vedere le proprie azioni crescere e c’è quasi sempre il segno “più” a Wall Street e dintorni.

E poco gliene frega alle supercar stradali (e ai loro acquirenti) se l’altra metà, quella storica, quella che si confronta in pista con gli avversari, è diventata il brutto anatroccolo. Niente. Punta su Ferrari SPA e vai sicuro che manco fosse un lingotto d’oro. Eppure, qualcosa è successo…E se è vero che non intacca la munificenza economica di Maranello, di certo qualche mal di testa deve averlo fatto venire a Binotto & Co. Però vogliamo aiutarlo, perché per una volta non si tratta di “analizzare”, ma di “comprendere”.

Da quando esiste il sondaggio Global F1 Fan Survey (realizzato da Motorsport Network e Formula 1 assieme a Nielsen Sport), esattamente dal 2006 (primo anno di rilevazioni), per la prima volta la gloriosa Scuderia Ferrari, quella che ha sempre partecipato a tutte le edizioni del mondiale di F1, non è fra i team più popolari nel gradimento dei tifosi, ma è addirittura terza, dietro McLaren e Red Bull. Una leggera flessione c’era stata nel 2008, ma comunque si trattava di seconda piazza, ad un soffio dal team di Woking allora più popolare.

Il sondaggio, un ponderoso file (o tomo se ve lo stampate, fate voi) di 57 pagine, analizza diversi aspetti del motorsport, ed ha una metodologia assai affidabile, oltre ad avere una platea abbastanza rappresentativa con 167mila persone in ben 187 nazioni. Le spiegazioni di questo dato possono essere tante. Ne possiamo solo azzardare qualcuna. McLaren non vince da tempo un mondiale, ma ha comunque un aspetto “social” molto attivo e curato, a partire dai piloti. Red Bull ha questo e anche il traino di Verstappen in testa al mondiale. 

Ferrari sui “social”… sospendiamo il giudizio. Molte volte abbiamo assistito a qualche scivolone o dimenticanza… aggiungiamo che, talvolta, Ferrari dà l’impressione di essere un mondo autoportante, chiuso e sigillato, con ben poca apertura verso l’esterno. Maranello poi è un caso a sé, nel senso che ci si aspetta sempre che competa per vincere.

E abbiamo appena avuto un 2020 orribile, da annoverare senza problemi fra le peggiori annate di tutta la storia della Rossa condito poi dal caso dell’accordo riservato con la FIA relativo alla PU, che inevitabilmente ha danneggiato e macchiato la reputazione del team (ed è inutile girarci attorno, è stata una figuraccia colossale).

F1
Gli uomini Mercedes festeggiano la vittoria di Valtteri Bottas sul traguardo del Gp di Turchia 2021

Dato curioso,  della serie “mal comune mezzo gaudio”, Mercedes è quarta. La spiegazione, almeno in parte plausibile, è che molti fan della F1 siano stanchi del dominio assoluto delle frecce d’argento a partire dal 2014. Ma non è un peccato vincere (al netto degli aiutini ad inizio era turbo-ibrida). 

Semmai, per i tifosi della F1, perdere ripetutamente quello sì, almeno per Ferrari, è un peccato. Difficilmente scusabile. In attesa del 2022 che, in teoria, dovrebbe ripagare i ferraristi delle tante amarezze patite in questi anni. Il condizionale, naturalmente, è d’obbligo. 


F1-Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Foto e dati: Motorsport Network Nielsen Sport

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2 Commenti

  1. In veste di professionista delle indagini da oltre 30 anni, mi sento di dire che questo sondaggio F1 ha un attendibilità pari a zero.
    Dal momento che non c’è nessun tipo di controllo sulle invitazioni ai partecipanti, come spesso avviene nei sondaggi online, non si puo’ dare nessun valore alla rappresentatività dei rispondenti.
    Due osservazioni principali: niente nell’organizzazzione del sondaggio poteva impedire gli stessi soggetti (non dico nemmeno “persone”) di rispondere più volte. Gli argomenti riguardano interessi economici ingenti, per cui la motivazione a manipolare i risultati c’è tutta (cf cpacità negoziale del “vicnitore” nei confronti di FIA e sponsors). Quindi oltre alla possibile manipolazione tramite procedure automatizzate, è anche chiaro che c’era tutto lo spazio per “promuovere” la partecipazione dei propri affiliati, per cui possiamo probabilmente concludere che alla Mc Laren sono stati più bravi degli altri in cio’.
    Secondo punto, avendo io stesso risposto al sondaggio, sono stato straordinariamente colpito dalla pessima presentazione delle domande. Invero, la scala delle risposte poteva facilmente essere interpretata in modo totalmente rovesciato. Se io, professionista del campo, rimango molto perplesso sul senso delle domande, figuriamoci il tifoso lambda. Non escluso, anzi, che molti abbiano risposto in senso diametralemente opposto all’opinione che intendevano (credevano di) esprimere: sono del tutto convinto che le risposte formatate come “superiore o inferiore alle attese” siano rimaste del tutto opache ai rispondenti.
    Conclusione: immensa operazione di PR a base di manipolazione.
    Poco sorprendente poi considerando cos’è la F1 oggi.

  2. Non è un problema, la maggior parte degli utenti mondiali, non capisce una mazza, di auto, meccanica, e di quello che ruota un questo mondo. Guardano solo il famoso, il più bello o quello che fa trendy o figo. Poi se hai meno di 25-30 anni, lo si capisce ancora di meno. Amen, con buona pace della storia automobilistica, della meccanica e del marchio.

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