La F1 si sposta in America per il quintultimo appuntamento stagionale. Teatro delle operazione sarà il circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico. Una pista che presenta una caratteristica che la distingue da ogni altro tracciato del mondiale: l’altitudine. Il nastro d’asfalto rimaneggiato dalla matita di Hermann Tilke sorge, infatti, ad una quota di oltre 2000 metri. Non un toccasana per l’aerodinamica delle vetture e soprattutto per i motori che soffrono la rarefazione dell’aria che è meno densa del 25% circa rispetto a ciò che si verifica a livello del mare.
Una condizione del tutto peculiare che nelle stagioni precedenti ha generato qualche grattacapo alla Mercedes che non ha mai troppo digerito i 4304 metri della pista messicana. Tant’è che i rivali della scuderia campione del mondo in carica, nelle ultime edizioni, hanno ottenuto, con una certa continuità, risultati più che rimarchevoli: Max Verstappen e la Red Bull hanno vinto nel 2017 e nel 2018 grazie alla motorizzazione Renault.
Ancora, nel 2019, stavolta con la spinta della power unit Honda, il figlio d’arte ha ottenuto la pole position che fu revocata da una penalità e ulteriormente vanificata da uno scontro con Hamilton occorso nelle fasi iniziali della gara che causò problemi al fondo che condizionarono negativamente l’assetto della vettura. Max chiuse sesto, ma il potenziale per vincere c’era tutto.
Questa breve digressione storica per sottolineare che anche nel prossimo week end le W12 potrebbero incorrere in momenti critici. Una fatto che peserebbe come un macigno nella lotta al titolo iridato che è già abbastanza complicata per il trentaseienne di Stevenage. Alla base delle possibili complicazioni nelle quali potrebbero “cadere” gli uomini di nero abbigliati c’è la dimensione del turbocompressore del V6 concepito nella factory di Brixworth.
Il gruppo turbina, in una generale ottica di riduzione delle masse, presenta una grandezza inferiore rispetto a quello del motore rivale della Grande H. La cosa genera una “forza aspirante” meno pronunciata che si fa sentire maggiormente laddove l’aria ha una densità minore.
L’anno scorso, a causa della pandemia, il GP del Messico non si è tenuto. Quindi non si è potuto verificare se i motoristi anglo-tedeschi abbiano fatto progressi da questo punto di vista. La preoccupazione che ci sia ancora un gap da colmare persiste e lo ha spiegato Valtteri Bottas quando ha riconosciuto che il tracciato messicano, storicamente, ha rappresentato un momento di debolezza per la Mercedes. Un qualcosa, però, che non fa essere del tutto pessimisti gli uomini della Stella a Tre Punte che sono certi di aver compiuto dei progressi sensibili sul componente in oggetto.
Pur ritenendo Red Bull ancora avvantaggiata, in Mercedes pensano che siano in grado di ottimizzare il materiale a disposizione che è migliorato rispetto a quello usato fino al 2019. I tecnici del team che guida la graduatoria costruttori si dicono sicuri di aver fatto tutto ciò che potevano per recuperare terreno, anche sacrificando qualcosa sul versante affidabilità.
Sulla carta il pacchetto RB16B-Honda parte con i favori del pronostico. Ma questo campionato ci ha abituati a vedere sovvertito ogni genere di previsione. Come accaduto nel GP degli Stati Uniti che doveva essere un feudo Mercedes ed invece si è rivelato un terreno di caccia perfetto per Max Verstappen. Questo è stato più o meno il punto di vista che Toto Wolff ha espresso nell’avvicinamento al GP del Messico.
La sensazione è che quella di domenica sia una sorta di ultima spiaggia per le velleità iridate di Lewis Hamilton. Dovesse la forbice di punti allargarsi ulteriormente l’impresa da difficile diventerebbe titanica. Ecco perché serve una W12 ottimizzata al meglio nell’assetto (clicca qui per leggere l’approfondimento sulla sospensione posteriore) e nella resa della power unit.
Gli uomini di Brackley non possono più giocare in difesa. Né possono mettersi in “modalità gestione”. Stavolta serve azzardare in ogni settore. Anche in quello strategico che, in questo 2021, ha fatto acqua da tutte le parti. La sfida è ancora aperta e nessun errore è più contemplabile.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1 – Nicolas Carpentiers