giovedì, Novembre 21, 2024

Una talpa Mercedes rivela il “trucco” sul sistema dell’ala posteriore. Mentre la FIA richiede l’analisi della PU presso Brixworth?

A breve i bolidi della F1 torneranno in pista per la prima sessione di libere dell’inedito GP del Qatar (leggi l’anteprima). La cosa accadrà mentre, formalmente, il GP del Brasile non si è ancora chiuso. Dopo il contatto-non-contatto del giro 48 tra Lewis Hamilton e Max Verstappen ritenuto, in diretta, un episodio marginale non necessitante di un approfondimento, Mercedes ha deciso di ricorrere a seguito del fatto che sono state proposte nuove evidenze tali da poter modificare la decisione di non luogo a procedere nei confronti dell’olandese.

Nel giro di qualche ora, dunque, sapremo se la Red Bull n°33 manterrà il secondo posto in classifica o se verrà penalizzata permettendo a Valtteri Bottas di scalare in seconda pizza. O magari se riceverà un arretramento in griglia da scontare proprio a Losail. L’episodio in oggetto si incastra in una più ampia tensione che vede il team campione del mondo in carica opporsi alla scuderia di Milton Keynes. Tra le parti è guerra senza quartiere: in pista, dinnanzi ai giudici e sul versante tecnico. I fronti aperti sono diversi e un punto di sintesi, a tre gare dal termine e con margine di punti risicato, sembra impossibile da trovare.

La revisione invocata – e accolta – dalla Mercedes ha naturalmente provocato la reazione della Red Bull che non se ne vuole stare con le mani in mano e va al contrattacco. Si vocifera che il team diretto da Chris Horner abbia pronto un voluminoso dossier nel quale sarebbero spiegate e circostanziate una serie di evidenze che mostrerebbero alcune presunte irregolarità della nera monoposto. Sotto la lente d’ingrandimento ci sarebbe ancora la zona del retrotreno della vettura. Nello specifico il focus sarebbe indirizzato sull’ala posteriore che è accusata di flettere oltre il lecito.

Lo avevamo riportato la settimana scorsa: Adrian Newey e il capo ingegnere Paul Monaghan, erano saliti negli uffici della FIA – da Nikolas Tombazis per la precisione – con un incartamento su Mercedes. Una cosa avvenuta sia il venerdì che la domenica prima della gara. Non si è trattato di una protesta formale, ma di una richiesta di chiarimenti. Lo stesso Marko ha ammesso che Red Bull non è in possesso di elementi solidi per inoltrare un ricorso ufficiale. Un atteggiamento comunque aggressivo che potrebbe generare reazioni da parte degli avversari.

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i meccanici della Red Bull Racing Honda riparano l’ala posteriore della RB16B dell’olandese Max Verstappen

Ecco che la squadra anglo-austriaca, per cautelarsi da eventuali rappresaglie, avrebbe irrobustito quelle parte dell’alettone posteriore che nelle ultime gare ha determinato la sostituzione dello stesso nel regime di Parco Chiuso. Cosa andata di traverso a Mercedes che potrebbe eccepire su una nuovo cambio pre-gara.

L’alettone posteriore della Freccia Nera, in ogni caso, è e resta il grade sospettato. E’ in quell’area, a parere di Red Bull, che qualcosa non torna. E forse loro conoscono il motivo perché operavano in maniera analoga ad inizio stagione. Almeno fino al GP di Francia, ossia quando la FIA ha vietato, inasprendo i controlli statici, che le ali posteriori potessero ruotare all’indietro spinte dal peso della downforce. A tutto vantaggio della penetrazione aerodinamica.

Il “marchingegno” Mercedes funzionerebbe similmente, ma in maniera contraria. Se nella Red Bull era tutto l’alettone a piegarsi all’indietro, nel caso della W12, presumibilmente, è il profilo principale, quello più in giù, che si deforma verso il basso aprendo uno spazio più grande del consentito rispetto all’elemento superiore. Un movimento praticamente invisibile dall’esterno perché la parte superiore copre l’elemento inferiore.

Un qualcosa difficile da notare. E qua entriamo nell’ambito dei libri di spionaggio. Secondo quanto appreso, una gola profonda Mercedes avrebbe spiegato ai rivali i dettagli del funzionamento del sistema. Red Bull sarebbe stata quindi imbeccata e avrebbe creato un dossier ad hoc. Una ricostruzione a tinte thrilling che non si sa quale aderenza possa avere coi fatti.

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il britannico Christian Horner, team principal della scuderia austriaca Red Bull Racing Honda

Fatto sta che Verstappen, quando ha prodotto la sua analisi tattile che ha determinato la multa di 50.000 dollari, sapeva cosa stava cercando. E di certo non si riferiva al DRS. Tant’è che tocca l’elemento posteriore, non quello superiore sul quale insiste il meccanismo di apertura dell’ala.

La scoperta della violazione dell’apertura del DRS sulla vettura di Hamilton accade accidentalmenteRed Bull cercava altro, la FIA ha semplicemente ravvisato un difetto che ha determinato la penalità. I delegati hanno riscontrato la buona fede del team e hanno notato che si è trattato di un problema di montaggio: le due viti che fissavano il lembo alla piastra terminale si erano allentate. Tutto qua.

La W12 è stata ritenuta irregolare per soli 0,2 mm. Da qui le doglianze di Toto Wolff che ha accusato i rivali di reiterate sostituzioni, per ragioni d’affidabilità, degli alettoni posteriori in regime di Parco Chiuso. Stesso principio invocato, e inascoltato dal giudice, dai campioni del mondo in carica.

Anche se non presente nel dossier cui alludevamo in precedenza, c’è una nuova voce che giunge da Losail. Che al momento non trova conferme, ma che non fa altro che aumentare i sospetti, più o meno fondati, introno alla W12. La FIA avrebbe richiesto l’analisi fisica della power unit di Hamilton presso la sede di Brixworth. Una verifica da svolgersi dopo il Gp del Qatar. Il propulsore, come protocollo impone, dovrebbe essere smontato e allocato in una cassa adeguatamente sigillata che verrebbe poi aperta presso la factory del costruttore, in presenza dei commissari della FIA.

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Uno scatto all’interno dei box relativo alla versione 2021 del possente motore montato sulla Mercedes W12.

Questo tipo di indagine è una prassi ma, nel caso di Mercedes, direbbe che a qualcuno è saltata la mosca al naso dopo la super performance sciorinata in Brasile. I numeri hanno certificato la supremazia del V6 Mercedes rispetto a quello Honda. Nella qualifica sprint, alla speed trap, Hamilton è risultato più veloce di Verstappen di ben 21,7 km/h. Nella gara domenicale il delta si è attenuato ma è comunque rimasto alto: 15,2 km/h la differenza tra la W12 e la RB16B. Questa superiorità, di conseguenza, si è riverberata nel T1 e nel T3, quelli dove la potenza contava di più.

Verstappen si è difeso bene del settore più guidato, il secondo. Ma alla lunga ha avuto problemi. Adrian Newey ha spiegato come la Mercedes ha messo alle corde la sua creatura: “Con la loro velocità massima così elevata ci hanno costretto a fare due cose. In primo luogo, abbiamo guidato con un carico leggermente inferiore rispetto al previsto. In seconda analisi, i nostri piloti hanno dovuto attaccare nella sezione centrale per recuperare. Questo ha fatto andare le nostre gomme fuori la finestra ideale“.

A ben vedere, dunque, in Red Bull non hanno ancora compreso appieno dov’è che Mercedes ha operato quelle migliorie che in Brasile l’hanno fatta volare. Il motore, ovviamente, è un indiziato speciale. Secondo Milton Keynes, che si basa evidentemente della collaborazione di Honda nel produrre queste disamine, la differenza tra il vecchio motore di Hamilton e nuovo è stata di circa 20 CV. La power unit nipponica, in caso di sostituzione, beneficerebbe di un massimo di sei-otto CV.

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Toto Wolff, team principal e comproprietario della scuderia tedesca Mercedes AMG F1 TEAM, durante il week end del Gran Premio di Inghilterra edizione 2021

Mercedes rigetta questi numeri e parla di vantaggio del nuovo ICE quantificabile in un decimo di secondo. La velocità massima sarebbe lo specchietto per le allodole. Il vero segreto è la trazione. Che si è vista con evidenza nelle curve 3 e 12, quelle che preludono alle zone full gas del tracciato paulista. Ma tale efficacia in accelerazione sarebbe dipesa, secondo quanto pensano a Brackley, delle gomme posteriori messe nelle giuste condizioni di lavorare.

La stabilità dell’asse anteriore ha permesso di gestire meglio anche il retrotreno insomma. Anche se Red Bull era chiaramente più veloce nel T2 è arrivata, come argomentato da Newey, a stressare troppo le coperture rendendole inefficaci.

La sensazione è che la partita sia ancora in corso e che altri colpi di scena possano verificarsi sin dalle prossime ore. In attesa del verdetto dei commissari sul ricorso della Mercedes, che può anche leggersi come una reazione all’aggressività della Red Bull, i tecnici delle due squadre continuano a raccogliere elementi per cogliere in castagna l’avversario. Tutto fa brodo in questa sfida senza quartiere che è il campionato di F1 2021.


F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: Mercedes AMG F1, Red Bull Racing

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