F1. Jean Alesi è stato il mio idolo sportivo adolescenziale. Avevo pure comprato gli esclusivi occhiali Luxottica da lui sponsorizzati, mettendo da parte le lire mese per mese. E avevo pregato in turco l’ottico affinché, come poi fece per sfinimento, mi regalasse il cartonato in cui Alesi pubblicizzava, appunto, quegli occhiali. Ce l’ho ancora fra i miei “cimeli”. Io ero fra quelli, senza se e senza ma, che, all’indomani dell’annuncio di Schumacher in Ferrari, la pensava come i tifosi che scrissero uno striscione (credo a Monza) con: “Meglio un Alesi oggi che 100 Schumacher domani”, salvo poi pentirmi clamorosamente nell’arco di due o tre gare del neocampione teutonico, nel 1996, quando fece mirabilie con quella “balena” della Ferrari F310.
Questo per dirvi quanto mi stia a cuore Jean e quanto sia rimasto quantomeno interdetto per le notizie, a dir la verità abbastanza farraginose, riportate per l’universo mondo ieri. Tocca dirlo, per dovere di cronaca, ma sperando che presto le cose siano chiarite nel migliore dei modi per il mio (e di tanti) beniamino sportivo della F1. I fatti si riferiscono alla sera di domenica scorsa, intorno alle 22, secondo la ricostruzione de l’Equipe. Luogo: Monteppellier. Più precisamente gli uffici (studio di architettura) del cognato di Alesi.
Un’auto si sarebbe fermata presso l’edificio e qualcuno avrebbe piazzato un potente mortaretto. Il botto avrebbe causato molto spavento, danni a persiane e vetri antieffrazione. Comunque sia, dopo la potente deflagrazione, gli inquirenti sarebbero riusciti a risalire rapidamente ad Alesi perché diversi testimoni avevano potuto annotare la targa del veicolo del sospettato, una BMW, registrata a nome di un ente gestito dal fratello.
A questo punto, il nostro italo-francese (più italiano che francese, soprattutto nel temperamento, Jean è figlio di siciliani immigrati in Francia) si sarebbe recato dinanzi alla magistratura di Nomes (Gard) dove sarebbe stato trattenuto nei locali di pubblica sicurezza dipartimentale di Vaucluse (Avignone) e sarebbe stato trattenuto “En garde à vue” (cioè un provvedimento giudiziario francese di custodia dove l’indagato è trattenuto nei locali della polizia per un breve periodo) ci fa sapere il Quotidiano Nazionale.
Alesi avrebbe ammesso di aver lanciato un “grosso fuoco d’artificio comprato in Italia” contro una finestra dello studio di suo cognato “senza immaginare di provocare danni del genere”, riporta La Stampa. Il Corriere dello Sport aggiunge che il tutto sarebbe stato “un brutto scherzo con sullo sfondo una vicenda di separazione tra il cognato e la sorella di Alesi. In auto con Jean erano presenti il figlio e un amico”. Ma questa ultima notizia non viene riportata da altri quotidiani.
Questa la nuda cronaca. Ora, sapevamo che Jean aveva un carattere un po’ fumantino, da Orlando Furioso (e la citazione non è casuale) e molti di noi credo ricordino quando mandò platealmente al diavolo in mondovisione, credo fosse il 1995, il capo della GES (allora i team principal non esistevano) un certo Jean Todt. Ma non ci aspettavamo un episodio del genere, sempre che i fatti siano quelli riportati dai principali organi di informazione.
E, altrettanto ovviamente, speriamo che tutto si risolva per il meglio. Perché quelli come Jean ti restano nel cuore.
F1-Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: Scuderia Ferrari