Sebbene il mondiale di F1 sia finito oramai da un pezzo, le chiacchiere profuse riguardo i piazzamenti legati agli obbiettivi raggiunti dai partecipanti non cessano ancora. Attenzionando la classifica della storica scuderia italiana con il Cavallino Rampante imbizzarrito sulla scocca, il tanto chiacchierato terzo posto davanti alla rivale di sempre McLaren, considerando il distacco siderale dalla vetta, non può e non dev’essere visto come un traguardo nel quale crogiolarsi.
Non l’ha fatto Mattia Binotto, ingegnere occhialuto oramai da decenni in seno al team. Abbiamo commentato le sue parole la scorsa settimana (clicca qui per saperne di più) analizzando le aspettative che lo spilungone della Ferrari nutre nei confronti della coppia di piloti. Senza dimenticare le parole che lo stesso ingegnere nato a Losanna ha rilasciato commentando la stagione conclusa di recente.
Al tal proposito, chiamato in causa dalla Gazzetta dello Sport, l’ex pilota della rossa Nicola Larini ha giudicato addirittura mediocre l’annata del team di Maranello. L’italiano sostiene come la scuderia non abbia mai dato l’impressione di essere in grado di cogliere le opportunità offerte. Un esempio su tutti Monza, dove a trionfare è stata la squadra britannica con sede a Woking.
Secondo il pilota di Camaiore i “soli” 5 podi conquistati nel ’21 non garantiscono affatto la sufficienza, risultato che al contrario fa precipitare verso il basso le quotazioni della Rossa. Come aggravante viene pure menzionata l’AlphaTauri del francese Pierre Gasly, troppe volte decisamente più competitiva della SF21. Fattore inaccettabile secondo Nicola per una team blasonato come quello italiano.
Tuttavia qualcosa di buono pare che ci sia secondo la personale analisi di Larini. Facendo un parallelo con l’esperienza vissuta in Ferrari più di trenta anni fa, infatti, il clima che attualmente si respira all’interno del Reparto Corse viene definito decisamente migliore. Il toscano ricorda la propria esperienza vissuta in uno scenario spaccato a metà, dove la “guerra” tra telasti e motoristi regnava incontrastata con i conseguenti effetti negativi sui risultati.
Questo elemento sottolineato non può far altro che ben sperare per il prossimo anno, dove l’occasione per tornare ai vertici della categoria e lottare per vincere un titolo risulta l’unico obiettivo accettabile. La chiave di lettura dell’ex ferrarista termina facendo memoria su di un giovane Binotto che all’epoca entrava in fabbrica come neo ingegnere: “Sono davvero contento che Mattia stia a capo della Gestione Sportiva”.
L’ultima riflessione sul team principal ci porta ad una conclusione dello scritto forse un pelo polemica ma comunque adatta abbracciando una visione di insieme più ampia. Nell’arco dei tre mondiali disputati sotto il suo comando dopo l’allontanamento di Maurizio Arrivabene, attuale amministratore delegato della Juventus, i frutti raccolti non si sono dimostrasti certo all’altezza. Ecco perché, con ogni probabilità, non tutti i tifosi sono contenti tanto quanto Larini di vedere Mattia al posto di comando della Ferrari…
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari