La F1 ha raccolto le energie ed è pronta a tornare in pista per sostenere l’ultimo sforzo in vista del back-to back conclusivo della stagione 2021. Si vola per la prima volta in Arabia Saudita per correre sull’inedito cittadino (il terzo in calendario e il primo dall’Azerbaijan) di Jeddah. Un evento annunciato lo scorso marzo con i lavori che si sono conclusi soltanto a pochi giorni di distanza dall’inizio delle attività. Il campionato si concluderà poi il 12 dicembre ad Abu Dhabi, circuito dove probabilmente si decideranno le sorti del mondiale piloti e costruttori.
In verità, l’Arabia Saudita costituirà il primo match point per Verstappen. L’olandese potrebbe riuscire a laurearsi campione del mondo già al termine dei prossimi 308.45 Km in quattro circostanze: ottenendo vittoria e giro veloce, con Hamilton in sesta posizione o inferiore; vincendo e Lewis a chiudere non più di settimo anche con il punto addizionale dato dal giro veloce; giungendo secondo con il giro veloce e Hamilton rilegato in decima posizione; e infine arrivando secondo con il britannico ritirato dal Gp.
Anche Mercedes ha delle possibilità di chiudere la stagione con un turno di anticipo, ma in questo caso le circostanze sono ben più remote. Nella migliore delle ipotesi, per intenderci, il team di Stoccarda dovrebbe ottenere una doppietta più giro veloce e Red Bull non dovrebbe conquistare più di 4 punti (Verstappen e Perez dovrebbero terminare in nona e decima posizione, o uno dei due ottavo con l’altro eliminato).
La gara di Jeddah si disputerà in notturna (alle 20:30 ora locale) e avrà comunque un ruolo chiave nella sfida iridata. Per l’occasione Pirelli ha deciso di effettuare una nomination abbastanza standard portando Hard C2, Medium C3 e Soft C4.
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: orari e televisione
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: layout
La Formula 1 sbarca in Arabia Saudita, al Jeddah Corniche Circuit, situato trenta chilometri fuori dalla storica città di Jeddah e sito nella bellissima località turistica Corniche. Il tracciato, realizzato da Hermann Tilke, si sviluppa lungo la costa per una lunghezza complessiva di 6,174 chilometri, è il cittadino in calendario più lungo (secondo per lunghezza solo a Spa) e si appresta probabilmente a diventare anche il più veloce, con una velocità media, secondo simulazione, di oltre 250 km/h (un valore secondo solo a quello di Monza, il “Tempio della Velocità”, che in qualifica quest’anno ha fatto registrare 262 km/h).
Privo di curve a 90 gradi che caratterizzano da sempre i cittadini e la maggior parte dei layout creati da Tilke, si compone dell’inarrivabile cifra di 27 tornanti, un primato assoluto per la F1, la maggior parte tutte molto veloci di cui 16 a sinistra e 11 a destra. La 13 è una delle più impegnative e particolari: si affronta in 4° marcia verso sinistra e presenta un banking di 12° che dovrebbe sottoporre gli pneumatici a degli stress molto elevati.
Diverse zone del circuito sono piuttosto strette e senza vie di fuga, con muri molto vicini ai bordi della pista. La probabilità che subentri una Safety Car sarà dunque abbastanza alta, e questo sarà un aspetto da tenere in considerazione al momento della definizione delle strategie. Inoltre, l’asfalto già di per sé poco abrasivo ed oleoso a causa della recente stesura sarà un elemento di difficoltà in più a cui piloti e team dovranno prestare attenzione.
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: aerodinamica e DRS
La stragrande maggioranza di tratti sorprendentemente veloci e pseudo rettilinei ne fanno un tracciato da medio-basso carico aerodinamico. Nonostante la velocità di punta sia una delle caratteristiche da andare a privilegiare, sarà molto importante dotare la monoposto della giusta spinta verticale necessaria ad affrontare le velocissime curve che compongono la pista. Come accade in questi casi godere di un’auto capace di generare carico attraverso il corpo vettura potrà risulterà di cruciale importanza. L’unico tratto che richiederà anche una buona trazione sarà l’uscita da curva 2, l’unica del tracciato a potersi definire ‘lenta‘.
Anche senza una netta presenza di rettilinei, l’unico vero a potersi definire tale è quello a costeggiare i box, la Federazione ha deciso di istituire 3 zone DRS. Una posta appunto sul rettifilo principale, una ad unire curva 20 a 22 e l’altra nell’allungo finale a doppia curvatura che porta all’ultima staccata, la più dura di tutto il tracciato. Data la configurazione aerodinamica non ci si attendono in questi casi grandi delta di velocità dall’utilizzo dell’ala mobile.
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: power unit e trasmissione
Trattandosi di un circuito di nuova costruzione purtroppo non ci son dati sufficientemente accurati da permetterci di analizzare nel dettaglio l’impegno della parte ibrida della power unit. Tuttavia, possiamo comunque a larghe linee fare delle considerazioni. Essendo probabilmente il circuito cittadino più veloce al mondo possiamo dunque affermare che l’endotermico sarà sottoposto ad un impegno abbastanza importante. Secondo simulazioni la farfalla resterà aperta per circa il 74% del tempo sul giro. Dei valori elevatissimi che fanno pensare ad un contributo molto elevato da parte dell’MGU-H nel recupero di energia dall’entalpia dei gas di scarico.
Dei circa 84-86 secondi che saranno impiegati per percorrere il tracciato, saranno a mala pena 10” quelli che i piloti trascorreranno (come vedremo nel paragrafo sottostante) a pigiare il piede contro il pedale del freno. Frenate che non raggiungeranno mai picchi elevatissimi e per cui non ci si dovrebbe attendere un particolare apporto (rispetto almeno ad eventi più tradizionali) da parte dell’MGU-K.
Anche se durante il giorno si potranno raggiungere picchi superiori ai 30°C, le più contenute temperature notturne contribuiranno a non sottoporre le parti meccaniche ad un ulteriore stress. Per la trasmissione risulterà uno degli impegni meno provanti della stagione: circa 2000 le cambiate richieste nel corso dei 50 giri del Gp. Solo Silverstone registra valori più bassi (1700 nella circostanza).
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: impianto frenante
Secondo i tecnici Brembo, il Jeddah Corniche Circuit è classificato come un circuito a media difficoltà per i freni. Su una scala da 1 a 5, ha ricevuto un indice pari a 3, lo stesso dell’Intercity Istanbul Park. Anche se composto da 27 curve, i piloti di F1 usano i freni solo 7 volte. Ci sono addirittura cinque tornanti consecutivi, dalla numero 8 alla numero 12, dove l’impianto frenante non viene utilizzato.
I freni vengono adoperati per 9,6 secondi nell’arco di un intero giro, un valore simile a quello dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola che risulta più corto di quasi 1,3 km. Dalla partenza alla bandiera a scacchi del GP dell’Arabia Saudita, l’impianto frenante entrerà in funzione per il 14% del tempo complessivo. Tutte le frenate presenti generano decelerazioni comprese tra 2,2 e 4,5 G non raggiungendo i valori di picco presenti nelle altre piste.
Delle 7 frenate presenti, 2 sono classificate come molto impegnative, 2 a media difficoltà mentre le altre 3 sono leggere. La più gravosa è quella che viene apportata all’ultima, dove ci si arriva dopo che l’impianto era entrato in funzione in Curva-22. Le vetture hanno una velocità d’ingresso di 317 km/h quando i piloti iniziano a frenare. In 2,6 secondi si riesce a scendere fino a 110 Km/h nello spazio di 127 metri, il che genera sui conducenti una decelerazione di 4,3 g.
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: la sfida al vertice prosegue…
Ancora due round per decidere chi sarà campione del mondo di F1. Come detto in precedenza, sono diverse le combinazioni che in realtà consegnerebbero già in Arabia Saudita il titolo nelle mani del giovane talento di Hasselt, spodestando dal trono dei campioni sua maestà Hamilton.
Tuttavia, secondo quanto visto sino ad ora nell’arco del campionato, a meno di situazioni particolari difficilmente vedremo uno dei due avversari in questione troppo attardato sull’altro. La storia del mondiale 2021 ci insegna che la differenza prestazionale tra Max e Lewis ha sempre visto un distacco contenuto e, con ogni probabilità, tale contesto si riproporrà ancora.
Sotto il piano squisitamente tecnico la nuovissima pista di Jeddah, almeno sulla carta, sembra strizzare l’occhio al team di Brackley. Questo pare essere un dato di fatto. Il tracciato è formato in gran parte da tratti ad alta velocità di percorrenza, dove le caratteristiche delle Frecce Nere dovrebbero sposarsi alla perfezione.
Dopo una gara di “risposo”, sulla numero 44 verrà nuovamente montata l’unita endotermica fresca utilizzata solamente in Brasile. In un circuito dove la percentuale di massima accelerazione è tra le più alte dell’intero calendario, questo fattore giocherà senza dubbio a favore del team tedesco.
Considerando il medio-basso carico che verrà implementato a Jeddah, la spinta verticale sarà demandata principalmente dal corpo vettura. Ecco perché la downforce generata dal fondo rivestirà un ruolo fondamentale. Sotto questo profilo Red Bull sa di avere un’auto davvero performante e punterà parecchio su questo aspetto per costruire l’assetto più idoneo.
Il team austriaco, inoltre, non sembra troppo preoccupato delle velocità di punta. I tecnici di Milton Keynes sono convinti che le monoposto ex grigie non godranno di un grande vantaggio dopo i controlli eseguiti dalla FIA sulle ali posteriori. Inoltre credono di poter eguagliare o per lo meno contenere le prestazioni velocistiche grazie a due elementi: un assetto un pelo più scarico e soprattuto un particolare lavoro di messa a punto sul propulsore studiato nell’ultima settimana dagli ingegneri di Sakura che renderà ancora più efficiente il motore RA620H Honda.
Al contrario, presumibilmente, gli ingegneri anglo-tedeschi punteranno su di un set-up leggermente più carico per avere i punti di deportanza necessari. Un altro fattore importante riguarda la guidabilità delle vetture. La pista sarà parecchio green e come tale metterà in seria difficoltà i piloti nell’uso degli pneumatici. La mancanza di grip, quindi, reciterà un ruolo essenziale nel quadro del week end e solo la messa a punto ideale fornirà le armi necessarie per estrapolare il massimo dalle vettura.
In ultima battuta, prendendo in esame la cronologia motoristica Red Bull, non possiamo affatto escludere l’avvicendamento sull’ICE che potrebbe riguardare la monoposto numero 33. Montare un nuovo endotermico sulla vettura di Max significherebbe penalizzare di 5 posti sulla griglia. Ma tutto sommato, considerando competitività e il layout del tracciato arabo, recuperare eventuali posizioni perse in gara non parrebbe cosa assai complicata.
F1-Anteprima Gp Arabia Saudita 2021: SF21 under pressure
Il vantaggio su McLaren è grande. I trentanove punti e mezzo sono un bottino che va amministrato con sicurezza durante i prossimi due round, al di là dei risvolti competitivi che saranno prodotti a Jeddah. L’assoluta imprevedibilità del contesto, tuttavia, descrive una situazione dove tra le due storiche scuderie, sino a prova contraria, tacciare come netta favorita una sull’altra diventa comunque complicato.
Entrando nelle congetture possiamo senz’altro affermare che, tenendo ben presente la natura della MCL35M, vettura efficiente a livello aerodinamico e dotata del miglior propulsore del lotto, dovrebbe trovarsi piuttosto a suo agio in Arabia Saudita.
D’altro canto Ferrari è pronta a mettersi alla prova. La grande importanza del propulsore a combustione interna, punto debole della scuderia italiana, si farà senza dubbio sentire a Jeddah. Tuttavia, la capacità di produrre una perfetta messa a punto, proprio come i primi della classe, farà una grande differenza.
La parte ibrida con il nuovo sistema ERS della Rossa supporterà il rendimento dell’ICE. Visto la particolare configurazione del tracciato sarà il moto generatore incaricato di recuperare l’energia in eccesso dall’entalpia generata dai gas di scarico il riferimento più importante. Il corretto settaggio dell’ibrido, pertanto, per il team Ferrari sarà di vitale importanza per spalmare i 120Kw nell’arco della tornata in maniera proficua ed innalzare il rendimento delle due SF21.
L’alto punto focale sul quale i tecnici di Maranello stanno studiando oramai da una settimana riguarda il set-up dell’anteriore. Azzeccare le regolazioni sull’avantreno risulta sempre decisivo nell’equilibrio del week-end ferrarista, in quanto oltre a fornire la possibilità di accedere alla massima performance della vettura, consente un utilizzo corretto delle coperture.
Abbiamo osservato a più riprese come le monoposto modenesi siano soggette ad un particolare utilizzo dei compound. Proprio per questa ragione, la necessità di costruire un assetto complessivamente utile in tutte le fasi risulta preponderante. Non farlo significherebbe disputare una fine settimana al di sotto delle proprie possibilità
La sfida di Jeddah, quindi, metterà a dura prova le capacità del gruppo di lavoro composto da tecnici e ingegneri del Cavallino Rampante, con la consapevolezza che trovarsi soddisfatti domenica sera alla fine del Gran Premio dell’Arabia Saudita, al di là del mero risultato, resta l’obiettivo da centrare.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Mercedes AMG F1 Team – Scuderia Ferrari – Red Bull Racing Honda – Aston Martin F1 Team – McLaren F1 Team – AlphaTauri F1 Team – Alfa Romeo Racing Team – Pirelli