Al termine delle qualifiche del GP di Abu Dhabi (leggi qui l’analisi prestazionale), ultima tappa del campionato del mondo 2021 di F1, in Mercedes non serpeggiava preoccupazione nonostante la pole position di Max Verstappen ottenuta mettendo tra sé e Lewis Hamilton un gap di quasi quattro decimi. Una Red Bull che nel momento che conta ha alzato la voce candidandosi, dopo tre GP in cui era apparsa leggermente appannata, al ruolo di principale indiziata per la vittoria di tappa. Che significherebbe consentire al driver olandese di laurearsi campione del mondo.
Gli uomini di Milton Keynes e quelli di Brackley si presenteranno sotto ai semafori adendo a due piani strategici diametralmente opposti tra essi. La RB16B n°33 ha basato la sua performance su un’ala posteriore molto scarica per massimizzare la velocità di punta. Ancora, complice un errore nel Q2 con conseguente “spiattellamento”, Verstappen affronterà il primo stint di gara con gomma soft.
Hamilton, dal canto suo, partirà montando pneumatici Pirelli a banda gialla. Una mescola più dura che meglio dovrebbe sposarsi con le caratteristiche della W12 che, come spesso accaduto in stagione, è dotata di un’alettone posteriore da maggior carico che ben si lega con una power unit mai avara di cavalli. Specialmente quando c’è da portare a casa il bottino pieno.
Differenze sostanziali dalle quali scaturiranno strategie necessariamente non sovrapponibili. La speranza di Hamilton – e da qui i volti distesi nel garage anglo-tedesco – è che partire con la mescola media (C4) offra un vantaggio strategico sul rivale equipaggiato cin gomme morbide. Scattare dalla seconda piazza potrebbe ridurre indurre Lewis ad essere più guardingo all’inizio della gara, rinviando ad un momento successivo un attacco al rivale.
Si è detto che la scelta di Verstappen di scattare con le soft sia dipesa dall’errore che ha parzialmente compromesso il treno di medie in Q2. Hamilton, invece, sospetta che la Red Bull abbia sempre avuto intenzione di iniziare la gara con le Pirelli rosse. Da qui la convinzione di Mercedes che il compound medio sia quello ideale: “Penso che abbiamo la gomma giusta” ha riferito il campione del mondo in carica subito dopo le qualifiche.
Il gommista italo-sinico ha portato sul rinnovato circuito di Yas Marina le tre mescole più morbide della propria gamma: C3, C4 e C5. Detto dei due occupanti la prima fila, anche Lando Norris, splendido terzo classificato, monterà gomme soft per la prima parte del GP. La priorità di Lewis è che il connazionale non si metta davanti allo start separandolo dal suo obiettivo che ha un nome e un cognome: Max Verstappen.
Anche l’altra Red Bull, quella di Sergio Perez, è equipaggiata con le soft ed è dunque una potenziale insidia per Hamilton visto che gli scatterà dietro sulla stessa linea verticale. Il britannico, quindi, dovrà stare molto attento allo spegnimento delle luci rosse e dovrà farlo ancor di in considerazione della mescola di svantaggio. Che, però, non deve essere considerata automaticamente troppo afflittiva perché una C4 offre comunque alti livelli di grip da fermo.
La gara di Hamilton dove dunque basarsi su una partenza che preveda almeno il mantenimento della seconda piazza per poi andare giocarsi le sue carte. Anche e soprattutto in virtù del nuovo layout di Yas Marina. Negli anni precedenti abbiamo sovente visto dei trenini dopo lo start senza concrete possibilità di sopravanzare l’avversario. Ora la pista presenta una sequenza iniziale più fluida che dovrebbe consentire a due monoposto di rimanere abbastanza vicine da poter tentare una sortita in fondo al primo settore o al termine del rettilineo di ritorno.
Questo è ciò che la F2 ha dimostrato nel weekend in cui Oscar Piastri si è laureato campione della categoria. Ciò è l’elemento al quale si appigliano le speranze iridate di Hamilton che intende costruire la sua gara sulla pazienza e sul lavorio ai fianchi piuttosto che facendo all-in alla prima staccata.
In soldoni, se Verstappen può sentirsi sicuro di tenere Lewis dietro all’inizio, la Mercedes si aspetterà che la loro scelta strategica di usare le Pirelli gialle li porti in lotta più avanti nella gara. La chiave del GP sta tutta nella seguente domanda: quanti giri resisteranno le gomme di Verstappen prima che arrivi il cliff prestazionale? Pochi piloti hanno testato le C5 per lunghi tratti. Uno di questi è stato Esteban Ocon che affrontato uno stint di 16 passaggi in cui l’Alpine ha mostrato un passo molto costante ma non eccezionale, essendosi attestata sulla media di 1’30”.
La gomma degrada poco tanto che il giro più veloce del minirun è arrivato all’ultimo giro. Segnale incoraggiante sul consumo ma non sulla performance. Anche se il team transalpino non ha fornito elementi sui carichi di carburante. Verstappen ha fatto uno stint di otto tornate con gomme morbide e ha mostrato, venerdì in FP2, un passo molto consistente, sull’1’28”. Una distanza più breve che probabilmente indicava un minor uso di carburante rispetto al pilota francese.
Ecco che il test di Ocon dice che le gomme più morbide della gamma Pirelli potrebbero non rappresentare necessariamente un grande svantaggio rispetto a chi ha operato – Hamilton nella fattispecie – la scelta medium. Anche perché il fresco del tramonto può aiutare a gestire meglio il compound su una pista che non severa sul degrado. Molto dipenderà da quanto l’olandese dovrà stressare le coperture. Avere Hamilton negli scarichi potrebbe essere un problema, dover gestire un altro pilota consentirebbe una guida “più morbida”. Ecco che ritorna il tema della partenza come momento chiave.
Se tutto scorre liscio allo start, Verstappen sarà inseguito da Hamilton. Uno scenario che abbiamo già visto a Jeddah. In quella circostanza il pilota di Stevenage ha avuto la meglio potendo contare su una velocità in rettilineo che per ora non si è vista a Yas Marina. Max ha fatto affidamento, in qualifica, su una mappatura molto spinta della sua unità propulsiva che potrebbe non avere in gara. Cosa verificatasi in Arabia Saudita.
Ancora, pare che i tecnici del reparto powertrains di Brixworth non abbiano concesso tutta la potenza disponibile ad Hamilton fiduciosi che la parsimonia potesse bastare per mettersi in testa al plotone. Una valutazione forse errata che potrebbe essere corretta in gara quando l’efficienza del V6 Mercedes sale in cattedra. Facendo spesso la differenza.
Hamilton, dunque, si affida ai punti di forza di una W12 che, nel complesso, è parsa ben assettata tra le pieghe del tracciato di Abu Dhabi. Motore, gestione strategica della gara e utilizzo di mescole più dure (probabile la singola sosta con switch medie-hard, nda) gli elementi che continuano a dare fiducia al sette volte iridato che intende arricchire ulteriormente il proprio palmares.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1, Red Bull Racing