giovedì, Novembre 21, 2024

L’errore fatale di Mercedes che ha consegnato il titolo iridato nelle mani di Verstappen

Il mondo della F1 è maledettamente veloce non solo all’interno dell’abitacolo. Le scelte effettuate da tecnici e ingegneri, infatti, vanno spesso prese in frazioni di secondo e la capacità di produrre un ragionamento corretto, non avvelenato da stress e fattori vari, marca una grande differenza. Riflessione banale che va necessariamente attenzionata per introdurre il tema dello scritto odierno.

Dettaglio: sostantivo maschile presente in ogni dove nella categoria regina del motorsport, altro elemento da prendere in esame nel ragionamento legato alle parole di Helmut Marko, consulente della Red Bull, che di fatto si collega alla considerazione relativa alle decisioni da prendere in tempi strettissimi. 

Lo scenario recentemente commentato dal settantottenne riguarda l’ultima parte del Gran Premio conclusivo a Yas Marina, teatro della sfida mondiale. La Safety Car provocata dal botto di Latifi ha offerto una possibilità concreta al team di Milton Keynes. Effettuata con estrema velocità, l’opzione di montare i compound Soft in attesa della ripartenza si è dimostrata vincente. Un rischio calcolato preso da chi, in quel frangente, non aveva poi così tanto da perdere.

F1
Gp Abu Dhabi 2021: Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 Team) e Max Verstappen (Red Bull Racing Honda) appaiati alla ripresa della gara per l’ultimo giro dal regime di Safety Car

Sebbene valga la pena sottolineare come la decisione di Masi di violare il paragrafo 48.12 del regolamento sportivo abbia di fatto validato la strategia Red Bull (clicca qui per la disamina tecnica sulla vicenda), va altresì ricordata la staticità decisionale della scuderia campione del mondo, rea di non aver valutato la possibilità di fermare il proprio pilota per mettersi sullo stesso piano strategico. Il tempo per una reazione postuma della Mercedes c’era eccome. Ne abbiamo parlato nella giornata di lunedì come si può constatare nell’articolo fruibile a questo link

Scegliere di restare fuori e continuare a comandare il gruppone ha messo Hamilton in una condizione di inferiorità prestazionale che, fatti alla mano, ha deciso le sorti di una sfida lunga 22 gare. Forse semplicistica ma comunque efficace, l’argomentazione di Marko relativa a tale contesto viene sorretta da un chiaro pensiero così esposto: invece di lamentarsi tanto del vantaggio che Verstappen ha ottenuto nel finale grazie alla sostituzione della mescole, perché Mercedes non ha provveduto equipaggiando la W12 con i medesimi pneumatici?

F1
Helmut Marko, consulente deal team austriaco Red Bull Honda, durante il fine settimana del

Più che lecita, la domanda provocatoria dell’arzillo “vecchietto” austriaco non fa una piega. Tuttavia, ipotizzando un panorama del genere a parità di gomma, nulla avrebbe garantito al sette volte campione del mondo il titolo iridato. Questo perché, sino a prova contraria, il sorpasso su Max all’ultimo giro non era affatto scontato malgrado le prestazioni sciorinate dal britannico durante la gara.

Secondo l’osservazione di Helmut, quindi, è stato l’errore fatidico commesso dal team di Brackley a spingere il mondiale verso di Max. Chissà se Marko avrebbe sostenuto con estrema fermezza tale teoria nel caso in cui Masi non avesse sentito il bisogno di erigersi a protagonista modificando autonomamente i contorni dell’epilogo.


F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Foto: Mercedes AMG F1 TeamRed Bull Racing Honda

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1 commento

  1. Non per fare il complottista ma se Hamilton entrava e di conseguenza Verstappen no allora Masi avrebbe fatto finire la gara dietro la safity car.L’unica cosa da fare era un bella bandiera rossa

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