Criticare: esaminare e/o valutare l’operato di un individuo mettendo in rilievo per lo più i suoi difetti. In F1 tale operazione rasenta l’ordinario. Fa parte di un contesto naturale dove solo il risultato conta davvero, mentre le chiacchiere lasciano decisamente il tempo che trovano. Essere giudicato, pertanto, talvolta anche in maniera aspra e feroce, non dev’essere visto necessariamente come fatto negativo.
Al contrario va accettato anche se a farlo non sono i diretti interessati ma semplicemente la stampa, organo troppo spesso definito “malefico” e assolutamente non in grado di contestualizzare uno scenario credibile. Evidentemente un occhio esterno non può di certo attenzionare da vicino le questioni in seno ad un scuderia e, di conseguenza, le congetture generate potrebbero apparire lacunose e incapaci di proporre una visione di insieme più ampia e corretta.
Tuttavia, determinate situazioni non necessitano un QI a livelli stratosferici e nemmeno troppa esperienza per essere capite, soprattutto quando si parla di comunicazione. Argomentazione un pelo impertinente? Potrebbe anche essere. D’altronde fa parte della stampa, no?
Esaurita la polemica nel cappello introduttivo lo scritto parla di Ferrari e del team più blasonato della massima categoria del motorsport. L’ingegnere occhialuto si appresta a dirigere il Cavallino Rampante per la quarta stagione consecutiva. Il motorista di origine svizzera ha speso una vita vestito di rosso, ma solamente durante gli ultimi mondiali è finito nel tritacarne mediatico grazie all’investitura mossa dall’eforato italiano nei suoi confronti.
Disapprovare una dialettica sovente “curiosa”, però, non fa dello spilungone un perfetto inutile come apostrofato da molti. Impegno e crescita emerse nell’ultimo campionato vanno certamente messe in evidenza alla luce di una gestione più oculata su vari fronti. Manca ancora qualcosa? Decisamente sì. Ma la strada intrapresa pare davvero quella giusta.
Ciononostante i detrattori aspettano al varco Mattia Binotto. Pare essere un dato di fatto inopinabile. E quando la nuova vettura scenderà in pista, come è lecito attendersi, se le tante promesse non saranno mantenute una bufera di livello apocalittico si riverserà sui cieli di Maranello mettendo in discussione l’intero mandato.
Parlando di fatti concreti, grazie alle informazioni raccolte dalla redazione di FUnoAnalisiTecnica nelle ultime settimane, superata una fase di leggero scoramento dovuta alla difficile comprensione di determinate aree della monoposto, l’obiettività raggiunta attraverso le simulazioni ha caricato di fiducia il gruppo di lavoro che oramai da quasi 2 anni si spende prodigo.
E malgrado a livello mediatico giammai verranno fatti proclami in tal senso, avendo scelto un approccio low profile senza far trapelare alcun tipo di emozione al riguardo, i risultati sembrano essere addirittura superiori a quelli stimati. Scendere in dettagli elargendo informazioni tecniche in un contesto super blindato, pertanto, appare del tutto fuori luogo. Sebbene i feedback da noi acquisiti raccontino una vettura ben riuscita soprattutto dal punto di vista meccanico, area con il maggior spazio di manovra scrutando le pieghe del regolamento tecnico 2022, è preferibile attendere gli eventi.
La positività espressa nell’ultimo capoverso deriva dalla volontà di stupire. La tanto inflazionata e famosa asticella prestazionale non è stata fissata in Ferrari. Questo perché l’obbiettivo del nuovo corso non ha voluto porsi limiti alcuni. La mentalità acquisita propende per non accontentarsi più e punta fisso verso l’alto, consapevole di quanto sia importante continuare a spingere sempre e comunque. Atteggiamento imperativo per il raggiungimento dell’unica intenzione possibile: tornare a vincere…
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari
Deve andare via indipendentemente dai risultati.
Perché?
Se nei primi 3 gp la Ferrari non è nelle prime 3 squadre è giusto che vada via