F1. Verstappen e i parallelismi col passato, recente e non. Il campione del mondo in carica della Red Bull si è espresso su quali fattori vi siano da tenere in considerazione per lottare per molteplici titoli nel corso di un’intervista rilasciata a CarNext: “Quello che il futuro in Formula 1 mi riserverà da adesso in avanti sarà un extra per me, mi godo il momento. Per riuscire a lottare per 7 o 8 nell’arco della carriera ci vuole un po’ di fortuna. Ci vuole una squadra che domini in modo marcato, il che non avviene spesso. Conseguentemente non sono opportunità che si presentano sovente. Io ho sempre desiderato vincere un titolo”.
Per analizzare il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dall’olandese e comprenderne maggiormente il significato, si può tracciare un parallelo con gli ultimi tre domini che hanno contraddistinto la F1 negli ultimi ventidue anni: Hamilton–Mercedes, Vettel–Red Bull e Schumacher–Ferrari.
Il più recente è quello del sette volte iridato britannico e del costruttore di Stoccarda. Quello della Stella a tre punte nell’era turbo-ibrida è stato probabilmente il dominio più marcato nella storia di questo sport. Oltre alla durata, vittoria del titolo costruttori per otto stagioni consecutive dal 2014, sono stati registrati nuovi record e battuti alcuni che sembravano ineguagliabili.
In questo caso, il vantaggio tecnico della Mercedes le nuove Power Unit V6 turbo-ibride è stato netto sin dall’inizio. Un fattore di primaria importanza ma non l’unico da tenere in considerazione. Nel biennio 2017-2018 la Ferrari è stata una rivale di primo piano per la Mercedes, ma alla fine in ambedue le occasioni a vincere è stato il costruttore tedesco, per giunta successivamente a una rivoluzione aerodinamica che avrebbe dovuto minare il dominio del team diretto da Toto Wolff.
Nei momenti in cui le monoposto avevano un livello di competitività simile, la differenza l’hanno fatta piloti e team. Nel 2018, mentre Sebastian Vettel commetteva svariati errori coì come il muretto Ferrari, Lewis Hamilton è stato impeccabile. In questo caso specifico, la fortuna non ha recitato alcun ruolo, semplicemente il pacchetto Mercedes ha dimostrato di essere migliore dell’altro in quel frangente.
Al contrario si può affermare come nel 2021, probabilmente, sia stato Hamilton nel confronto con Verstappen quello più incline tra i due a perdere la bussola in alcune circostanze, come a Imola nel frettoloso doppiaggio con gomme slick sulla traiettoria esterna bagnata, il lungo alla frenata della prima curva a Baku in seguito alla bandiera rossa e il duplice errore nelle qualifiche di Sochi.
Prima dell’avvento dell’era turbo-ibrida, la F1 era contraddistinta dal duopolio Vettel–Red Bull. Nel quadriennio 2010-2013 il tedesco e la scuderia di Milton Keynes hanno calato il poker nelle rispettive classifiche iridate, piloti e costruttori. Nella metà delle occasioni il tripudio iridato è giunto con largo anticipo, dall’altra, invece, si è deciso tutto all’ultima gara dell’anno.
In particolare nel 2012, seppur la dose di sfortuna nell’arco della stagione sia stata la medesima sia per il tedesco sia che per il rivale Fernando Alonso, lo spagnolo della Ferrari avrebbe senza dubbio meritato di più il titolo data la netta inferiorità della F2012 rispetto alla RB8, soprattutto da Singapore in poi.
L’ultimo caso da esaminare riguarda il quinquennio di successi targato Schumacher–Ferrari che ha caratterizzato l’alba del nuovo millennio. Dal 2000 al 2004 la scuderia di Maranello, che aveva vinto il mondiale costruttori nel 1999, e il pluri iridato hanno annichilito la concorrenza scrivendo pagine storiche delle F1. Questo dominio è stato l’esempio lampante della sinergia perfetta tra pilota, monoposto e squadra. Gli altri, a parte Kimi Raikkonen con la McLaren e Juan Pablo Montoya con la Williams nel 2003, erano semplicemente un gradino sotto, indipendentemente dagli episodi sfortunati.
Traendo le conclusioni finali, Verstappen non sbaglia quando afferma che vi vuole fortuna per riuscire a lottare per svariati mondiali nel corso della carriera, ma sicuramente vi sono altri fattori da tenere in considerazione. La fortuna va alimentata, il successo sportivo va costruito anche negli anni in cui si possiede la monoposto da battere.
Dopo un triennio di dominio incontrastato, la Mercedes non si è seduta sugli allori continuando a trionfare. Vettel non si è perso d’animo nel 2012 in condizioni avverse in Brasile e ha rimontato da campione dopo essere sprofondato al 24° posto al primo giro. Hamilton nel 2018 non disponeva di una vettura superiore, ma è stato lui a metterci del suo…
F1-Autore: Dennis Ciracì – @dennycira
Foto: Red Bull Racing Honda – Mercedes
Ottimo articolo!!! Analisi perfetta e lucida, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno e che guarda le cose nel modo più neutrale possibile c’è ancora. Se altri avessero scritto questo articolo, dubito fortemente avrebbero detto le stesse cose…