F1 – Come si fa a battere un sette volte campione del mondo? In questo articolo non troverete la risposta definitiva a questo quesito. Perché se non è chiaro a George Russell, figuriamoci come può esserlo a noi di Formula Uno Analisi Tecnica. Nel mare di dubbi nel quale nuotiamo è una sola la cosa che sappiamo: il ventitreenne di Kyng’s Lynn non è approdato in Mercedes per vestire i panni della vittima sacrificale.
Dopo stagioni di F1 passate a guardare con una mal celata invidia Valtteri Bottas (e l’incidente di Imola 2021 ne è la prova provata) il talentuosissimo pilota ex Williams ha finalmente compiuto il tanto agognato salto nel team che ne sta curando la crescita. Sono state molteplici le occasioni in cui Russell ha potuto saggiare le vetture di Brackley. Ma, tranne lo sfortunato GP del Bahrain 2020 quando sostituì proprio Hamilton appiedato dal Covid-19, si è trattato solo di test. Nei quali ha comunque sempre ben figurato.
Ora giunge l’occasione della vita: accomodarsi in una F1 che, interpretazione del regolamento a parte, dovrebbe offrirgli la possibilità di lottare per la vetta praticamente sempre. E se la vita ti presenta un’opportunità del genere hai l’obbligo morale di sfruttarla e di non fare come il predecessore finlandese che, pur godendo di pari opportunità, si è limitato a dichiarare ai quattro venti che poteva avere la meglio sul collega di Stevenage salvo poi prenderle con una disarmante e ripetitiva sistematicità scadute in una noia mortale. Un film da finale prevedibile, intuito dopo i primi tre minuti di messa in onda.
Torniamo all’incipit di questo scritto. Come farà Russell a non sfigurare nei riguardi del blasonato collega di garage? Non abbiamo il Verbo nel palmo della mano ma proviamo a fare qualche congettura lasciandoci supportare proprio dal George-pensiero. Il ragazzo una mezza idea ce l’ha, anche se non la manifesta con convinzione poiché, da persona sveglia, vuole evitare di fare proclami di “valteribottassiana” memoria che qualcuno gli potrebbe rinfacciare alla bisogna.
“No, non studierò Lewis“. Non avere uno stratagemma è esso stesso lo stratagemma. Sagace il ragazzo. E non siamo sarcastici perché pensare di possedere il libretto delle istruzioni per battere cotanto pilota sarebbe un atto di superbia imperdonabile. “La ragione che rende Hamilton così grande – ha spiegato l’ex campione di F2 – è la sua capacità di adattarsi alle situazioni“.
E poi, leggendo tra le righe, arriva un abbozzo di speranza sulla quale far leva: “Abbiamo una macchina nuova di zecca, nessuno sa quale sarà il modo migliore per guidarla. Sono sicuro che la versione 2022 della Mercedes sarà molto diversa da quella dell’anno passato (grazie George, è cambiato tutto da un anno all’altro) e anche rispetto ad una Red Bull. O ad una Ferrari piuttosto che a una McLaren. Avranno tutte le loro piccole stranezze“.
Parole che rasentano la banalità. Non una colpa perché se entriamo nel merito di ogni singola dichiarazione di uno sportivo a caso troveremo spessissimo – per non dire quasi sempre – un fiume di ovvietà che non verranno ricordate dopo due minuti dal momento in cui sono fuoriuscite dalla cavità orale. Ma il compito di noi osservatori è desumere qualcosa di più profondo e rimarchevole da queste suddette futilità.
Russell dice, interpretando il suo pensiero, che il cambio normativo è un’occasione da cogliere. Perché una vettura filosoficamente contigua al modello precedente sarebbe stata sicuramente meglio assimilata da chi l’ha usata per 22 gare. Migliaia e miglia di km di esperienza attiva che non possono non essere un bagaglio valoriale importante.
Ma non è finita qua. Le capacità di adattamento di un trentasettenne potrebbero essere minori di quelle di chi il cambiamento lo affronta con la sfrontatezza e la sana irresponsabilità del ragazzino. Hamilton, insomma, potrebbe soffrire il nuovo contesto tecnico proprio a causa della solidificazione del suo stile di guida con le vetture di vecchia generazione (fa un certo effetto dirlo di auto che hanno calcato le piste fino a un mese fa, ma è così).
Alla domanda iniziale, or dunque, continua a non esservi risposta. Che non ci sarà, fatevene una ragione. Ma ci sono degli indizi che portano a capire quale potrebbe essere lo spiraglio entro il quale Russell si vuole incuneare per averla vinta sul connazionale. Sempre che quest’ultimo, con un colpo di teatro senza precedenti, non decida di salutare la truppa e di dedicarsi alle sue mille attività extra pista. In questo caso dimenticatevi di questo articolo.
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1, F1, Williams