F1 – E’ l’inverno di Carlos Sainz. Non solo del “Senior” impegnato stoicamente nella Dakar 2022, ma anche e soprattutto del figlio che sta ricaricando le batterie in attesa del prossimo campionato. Insomma, dell’alfiere Ferrari che l’anno scorso ha chiuso la stagione al quinto posto. Primo tra gli “umani”, primo tra quelli che non possiedono una macchina da titolo. Vero, non è stato capace di vincere come hanno fatto Esteban Ocon o Daniel Ricciardo, ma l’annata è e resta da incorniciare.
Specie perché si è tenuto alle spalle due peperini non da poco. Il primo è Charles Leclerc, suo compagno di squadra. E in F1, si sa, il primo riferimento da superare è quello che guida la tua stessa monoposto. Pochi punti in più che hanno determinato due posizioni in classifica in avanti. Ma soprattutto quattro podi a uno. Ciò che un po’ tutti ricordano di questo 2021 da poco entrato negli archivi storici.
Tra i due alfieri del Cavallino Rampate c’è quel Lando Norris che per tutta la stagione ha provato a tenerseli alle spalle. Il pilota McLaren, una delle soprese positive di questo rocambolesco campionato, conosce molto bene il madrileno essendo stato suo compagno di squadra sotto le effigi di Woking.
Un confronto durato due anni nel quale l’attuale ferrarista ha sempre primeggiato. Sesto nel 2019 con 96 punti rispetto ai 49 del britannico e che gli valsero l’undicesima piazza. Ancora sesto l’anno successivo con 105 punti, otto lunghezze in più di Norris, che chiuse nono al suo secondo anno in F1.
Quindi, chi più del ventiduenne di Bristol è legittimato ad esprimersi su Sainz? “Il mio secondo anno in F1 è stato buono. Però Carlos, che è uno dei migliori piloti, lo ha messo un pochino in ombra. Bisogna riconoscere come sia estremamente bravo. Nell’ultimo anno in cui siamo stati compagni – ha riferito Norris ad AMuS – ha fatto un lavoro eccellente. Penso che in questa stagione ho fatto quel passo che mi avrebbe messo sul suo stesso livello o forse un pizzico più su“.
Frasi non di circostanza che manifestano una stima sincera tra due professionisti che hanno sempre espresso un ottimo rapporto umano. “Ho sempre avuto la motivazione di voler battere Carlos. Allo stesso modo, non mi sono sentito nervoso quando è arrivato Ricciardo. Molti hanno creduto che lo fossi, perché stavamo parlando di un pilota che aveva vinto diverse gare in F1“.
E ancora: “Tutti sapevano di cosa fosse capace Daniel, ma nessuno sapeva cosa potesse fare Carlos, perché aveva corso con Toro Rosso, Renault e McLaren e non aveva vinto nessun GP. Solo ora si stanno rendendo conto di ciò che effettivamente Sainz possa fare su una vettura, visto che ha battuto Leclerc abbastanza spesso“.
Parole posate che, nella sostanza, vanno incontro a quelle ben più polemiche e acide proferite da Helmut Marko e che ieri vi abbiamo riportato e che potete consultare al seguente link: leggi qui. Sainz è un passista nato. Un Miguel Indurain del motorsport che emerge alla distanza: concreto, veloce quando serve, capace di cambi di passo spiazzanti.
Nella sua lunga carriera (nel 2022 sarà all’ottava stagione, nda), anche se la casella delle vittorie non è stata ancora illuminata, ha dimostrato di essere un driver completo e che, col giusto mezzo, può lottare per il bottino più grande. La F1 se n’è accorta forse troppo tardi. Non la Ferrari che ci ha puntato su in maniera convinta. non Lando Norris che non perde occasione per tesserne le lodi.
F1-Autore: Alessandro Arcari– @berrageizf1
Foto: Ferrari, McLaren