All’alba della rivoluzione tecnico-regolamentare che a breve conoscerà la F1 ci siamo più volte ritrovati a discutere se una data scuderia riuscirà ad interpretare meglio delle altre il corpus normativo mettendosi in una posizione di vantaggio che potrebbe durare molto tempo anche a causa dei vincoli di spesa del budget cap (leggi per approfondire). Poco si parla, di converso, dei soggetti che potrebbero intraprendere una strada di sviluppo del tutto errata ponendosi in una condizione per nulla invidiabile.
Il rischio c’è ed è pure abbastanza concreto. A dirlo non è un personaggio marginale, ma James Allison, direttore tecnico di Mercedes AMG F1. La paura deriva dalla portata riformatrice delle inedite regole. Vetture così concettualmente nuove e potenzialmente così diverse tra loro potrebbero determinare un effetto indesiderato: che una o due monoposto in griglia intraprendano una strada tecnica talmente anomala da risultare del tutto sbagliata.
Nel processo di definizione di una macchina che debba ottemperare a dettami regolamentari così concepiti ci sarà sempre qualcosa che gli ingegneri avranno lasciato sulla carta o qualcosa che non avranno previsto. Elementi che magari saranno stati implementati da altre scuderie e che, nel dipanarsi della stagione, potrebbero essere mutuati dai rivali che hanno sguardi sempre molto attenti. Un processo di acquisizione tecnica che, nel caso, andrà operato con una certa solerzia per recuperare il terreno perso.
E’ verosimile pensare che vedremo uno sparuto gruppetto di auto godere di un certo vantaggio sin dall’inizio ed un plotone più consistente che dovrà rincorrere. Tra questi ci potrebbe essere chi annaspa per aver sviluppato concetti aerodinamici fuori fuoco. Sin dai primi giorni di test catalani capiremo chi interpreterà questi ruoli.
Uno degli obiettivi di Liberty Media, tramite le nuove norme, è quello di rimescolare la scala di valori vista negli ultimi anni. Lo stravolgimento non è da intendersi come la volontà di bloccare Mercedes, si cerca semplicemente di dar vita ad una categoria meno scontata e che dia la possibilità a più squadre di arrivare ad ottenere vittorie nell’arco della stagione.
Naturalmente è impensabile che dal lotto di dieci competitor non emerga uno che si ponga nella posizione di battistrada prestazionale. D’altro canto è la storia della F1 a parlare in tal senso. I cambi normativi, dunque, tendono a spezzare lo status quo, a sovvertire l’ordine costituito. Sulla carta potrebbero essere proprio Red Bull e Mercedes, compagini che nel 2021 si sono spartite i titoli, ad uscirne ridimensionate. Una prospettiva che dalle parti di Brackley intendono tenere quanto più lontana possibile.
In contesti inediti bisogna cogliere le opportunità che il cambiamento offre. Questo lo spirito col quale Allison e il suo staff hanno guardato nella progettazione della W13 che sarà svelata il 18 febbraio, il giorno successivo al debutto della Ferrari che molti vogliono come una delle più serie candidate al titolo anche grazie al maggior numero di ore in galleria del vento e di gettoni CFD garantiti dal balance of performance tecnico.
Opportunità di imbroccare la strada giusta. Ma anche rischio. Il nuovo testo di riferimento è un vero e proprio campo minato entro il quale ogni scuderia deve necessariamente farsi strada. Uno “slalom speciale” tra le bombe che i top team – più ricchi di risorse, uomini e competenze – sperano di vincere per continuare ad essere gli apripista della categoria.
Allison lavora ininterrottamente da trentuno anni in F1. Nel video rilasciato ai canali ufficiali della Mercedes ha chiaramente specificato che le modifiche alle regole sono le più grandi che abbia mai sperimentato. Opinione che va nella medesima direzione di quella espressa dal responsabile tecnico della Red Bull, Adrian Newey.
Mercedes, per non farsi cogliere impreparata, ha lavorato sull’auto 2022 per diversi anni. Si pensi che nell’ultimo anno della sua permanenza, Aldo Costa (ora alla Dallara, nda) fu messo a capo di una equipe che aveva il compito di iniziare a definire le linee guida tecniche su specifiche ancora abbozzate e pertanto molto aleatorie. Cosa che dimostra quale sia l’approccio del team che ha stabilito una striscia di vittorie senza precedenti nella F1.
C’è un ulteriore fattore che tiene in apprensione i progettisti della F1. Non solo le regole stabilite dal board tecnico comportano di lavorare in base a principi praticamente nuovi, queste sono di numero elevatissimo. Il testo, onde evitare che i team si muovano troppo in zone grigie, mostra circa il doppio degli articoli presenti nelle edizioni degli anni passati. Tante e completamente diverse. Un mix deflagrante che ha comportato il dover reinventare l’auto nel suo complesso.
Novità che investono tutte le aree della monoposto: una filosofia completamente inedita, un pacchetto aerodinamico complessivamente diverso, freni diversi, ruote diverse, pneumatici diversi e persino il motore, una delle cose meno toccate dai regolamenti, deve adeguarsi ai biocarburanti E10 e deve essere preparato per affrontare un congelamento regolamentare di tre anni.
E’ in questo contesto che Mercedes si muove. Ed è questa l’opportunità per dimostrare al mondo che la scuderia anglo-tedesca è capace di cavalcare “la mutazione genetica” e di restare issata al vertice della F1 nonostante sia stato eroso dalla fondamenta quel contesto tecnico così ben interpretato per otto anni. Una striscia così lunga di trionfi non è casuale, non può esserlo. E’ frutto di una metodologia di lavoro che ha definito nuovi standard operativi per l’intera categoria.
Allison ha criticato chi crede che il dominio nell’era turbo-ibrida sia dipeso da ragioni addirittura metafisiche. Le modifiche del regolamento, così come avvenuto nei vecchi contesti, sono un’opportunità per mettere alla prova l’ingegno di uomini che hanno scritto pagine tecniche che verranno ricordate per lunghissimi anni. La rivoluzione del 2022 come ostentazione di forza: mostrare se gli uomini in nero meritino ancora di essere competitivi, di essere quella compagine capace di postulare concetti e di produrre auto che vanno in pista trainando il plotone.
Ambizione. Questo il sostantivo che può spiegare qual è il procedere della Mercedes. Ecco che il 2022 non spaventa. Al contrario, grazie alle informazioni raccolte dalla redazione di FunoAnalisiTecnica, il team di Brackley è convinto di poter continuare a “dettare legge” all’interno di un nuovo scenario tecnico dove gli studi al CFD e simulatore degli ultimi mesi raccontano una W13 molto preparata.
Le nuove norme scaturite dalla proprietà a stelle e strisce sono state usate come stimolo per rinverdire la voglia di primeggiare di un gruppo che potrebbe che mai in questi anni si è culto sugli allori. Benché la storia della F1 ha sovente raccontato che anche i colossi possono cadere, l’obbiettivo reale della scuderia pluripremiata sommato alla grande voglia di rivalsa maturata dopo un mondiale piloti perso in maniera rocambolesca resta sempre il medesimo: vincere…
Yessir,così nel caso dovessero vincere nel 2022 entrambi i titoli, certa gente avrebbe finito le frasi prese dal libro delle scuse che da 8 anni a oggi ha usato. Alzi il dito chi pensa non siano scuse… In base a cosa si dice che la w13 sia la vettura da battere quando nessuno è sceso in pista? Allison mica poteva dire “la vettura è una m****a,abbiamo s****ato il progetto, faremo schifo”, o no? Come si può in assenza totale di dati formulare queste ipotesi così avventate, enuto conto che è un regolamento senza precedenti o quasi?