Mi rivolgo a tutti i ferraristi romantici: ma quanto ci piacerebbe che la storia si ripetesse?! Da quando ha fatto il suo debutto in F1 la scorsa stagione, il novellino Mick Schumacher ha indubbiamente avuto parecchi occhi puntati su di sé, anche solo per curiosità a prescindere dalla scuderia che si supporta. Ci si aspettava già grandi cose da lui? Dunque ha forse disatteso le aspettative?
Per rispondere in maniera adeguata a queste domande, a parer mio serve almeno un’altra stagione di osservazione: quel che è certo è che sinora si è mostrato abbastanza in linea con quanto previsto, si è ben ambientato in Haas (scuderia per la quale correrà anche nel 2022) e tendenzialmente i suoi risultati sono sempre stati migliori rispetto al suo compagno di squadra Nikita Mazepin.
Chiaramente preciso che con il termine “migliori” si fa sempre riferimento a quella parte di classifica senza punti effettivi, in cui se concludi una buona prestazione al massimo vieni annoverato tra i “best of the rest”; tuttavia è quello che al momento serve al giovane Schumi e ad altri come lui per far pratica. Indubbiamente un buon risultato l’ha ottenuto diventando il terzo pilota per la Ferrari a partire da marzo 2022: difatti quando Mattia Binotto ha argomentato con il suo attuale team principal Gunther Steiner circa questa possibilità, quest’ultimo si è mostrato favorevolmente bendisposto in proposito.
Complice anche il fatto che il team Haas in un certo qual modo collabori con la scuderia Ferrari (la quale cioè motorizza entrambe le loro vetture) e che Mick sia un pilota appartenente al vivaio della Ferrari Driver Academy dal 2019, Steiner ha affermato che a suo avviso il giovane tedesco potrebbe anche diventare protagonista in futuro degli stessi sviluppi che attualmente ha raggiunto George Russell con la Mercedes.
In ogni caso semmai dovesse presentarsi l’occasione, secondo Gunter non sarebbe altro che un’ottima opportunità sia per fare esperienza come pilota che per conoscere il team rosso ancora meglio; e a tal proposito ha inoltre già provveduto anche al suo sostituto, che in quel caso sarebbe Pietro Fittipaldi (nipote di Emerson, due volte campione del mondo in F1).
Tra l’altro a guadagnarci sarebbe anche stesso quest’ultimo, visto che attualmente è pilota di Indycar, pur avendo già avuto occasione di guidare per la Haas durante il gran premio di Sakhir nel 2020, quando cioè ha sostituito Romain Grosjean dopo quel drammatico incidente. Insomma stando alle parole di Steiner, attraverso la mossa di questi metaforici “alfieri” sembra proprio che in questa partita a scacchi tutti abbiano solo da guadagnare.
Ma ragionando un momento sul futuro di Mick, in concreto quanto potrebbe essere di sbilancio il suo ipotetico ingaggio effettivo in Ferrari? E soprattutto, al posto di chi? Per Sainz ci si aspetta un imminente rinnovo, mentre Leclerc è blindato almeno fino al 2024, e tra l’altro il giovane “progetto Marchionne” ha già precisato con largo anticipo che è assolutamente convinto di voler proseguire la sua carriera ancora per molto tempo in casa Ferrari.
Dunque la mossa successiva vedrebbe “mangiata” la pedina di…? Difficile dirlo. Certo è che bisogna ancora capire bene di che pasta Mick sia effettivamente fatto, anche perché ottenere uno dei due sedili del cavallino rampante è sicuramente un obiettivo che ogni pilota sogna di raggiungere nella vita.
Probabilmente in questo caso ancor di più, perché ciò potrebbe dar adito a paragoni con il sette volte campione del mondo (sì, lo so benissimo che ce n’è già un altro, ma sappiamo tutti per anzianità ed affetto a chi sto facendo riferimento) che alla minima sbavatura sarebbero brutalmente spietati; se la vita di Schumi non avesse preso quella piega, chissà adesso cosa consiglierebbe al suo secondogenito.
Intanto non ci resta che aspettare, e se è vero che la storia si ripete, mi piace pensare che in qualche modo il Kaiser possa ancora riuscire a guardare e guidare i passi del figlio, indirizzandolo con i suoi preziosi consigli verso la strada della vittoria.