sabato, Dicembre 21, 2024

Pirelli 18”: perché le nuove coperture esalteranno i piloti nel 2022?

E’ una F1 che sembra finalmente voler mettere al centro di ogni cosa i piloti. Ieri vi abbiamo raccontato di come il processo che ha portato alla definizione delle nuove norme tecniche sia partito per rispondere ad un’esigenza manifestata da chi fisicamente si cala nell’abitacolo (leggi l’approfondimento). Qualcosa che non era sembrata scontata e che invece è la solida base sulla quale costruire la categoria che verrà.

Oggi arrivano altre indicazioni in tal senso. La conferma la dà direttamente la Pirelli Motorsport che ha spiegato come i piloti di F1 siano stati essenziali, con le loro osservazioni, nello sviluppo dei nuovi pneumatici da 18 pollici che calzeranno sulle vetture del 2022.

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I nuovo copricerchio al led testati dalla McLaren nelle prove post mondiale di Abu Dhabu

Le gomme a spalla bassa sono solo una delle tante novità che osserveremo sin dai test invernali di Barcellona. Ma di certo è quella che, probabilmente, avrà la maggiore incidenza sul pilotaggio puro perché andrà a modificare radicalmente tutto l’aspetto relativo al feeling che la monoposto rilascerà nel comportamento dinamico. Ci sarà una netta e marcata differenza con quanto si otteneva, in termini di sensibilità, con gomme da 13” pollici.

Lo switch alla nuova soluzione avrà effetti non da poco anche perché le vetture registreranno un aggravio di peso importante. I gruppi ruota-cerchio, infatti, saranno più pesanti all’asse anteriore di circa 3 kg per elemento rotolante; al posteriore di 4 kg. Ciò poiché sono necessari cerchi più grandi per ospitare coperture più voluminose nel complesso.

Visto che le ruote sterzanti si deformano in compressione, imbardata e beccheggio, causando il costante cambiamento di forma dei fianchi e delle zone di contatto con l’asfalto, sarà diverso il feedback rilasciato rispetto al passato. E la cosa determinerà effetti anche sulle sospensioni che dovranno lavorare di più e diversamente perché le inedite carcasse offerte dalla Pirelli non presenteranno lo stesso grado di flessione laterale e frontale che il prodotto di vecchia generazione rilasciava.

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Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) al lavoro su pneumatici Pirelli montati su cerchi da 18” ad Abu Dhabi

Le coperture da 18 pollici sono state progettate da zero. Ogni singolo elemento dello pneumatico è nato da un foglio di carta bianco. Profilo, struttura, mescole: tutto nuovo e senza considerare le informazioni del passato. Il processo di studio preliminare, ha fatto sapere il costruttore italo-sinico, ha richiesto più di 10.000 ore di test indoor, oltre 5000 ore di simulazione e più di 70 prototipi sviluppati virtualmente. Queste lunghe prove hanno determinato la nascita di 30 diverse specifiche che sono state testate da quasi tutti i team, ad eccezione della Williams, per un totale di oltre 20.000 chilometri.

La palla, ad un certo punto, è dunque passata nelle mani dei piloti che hanno giocato un ruolo fondamentale. Ognuno di essi ha contribuito allo sviluppo in vari punti ed ha aiutato la Pirelli ad arrivare alle specifiche definitive. I feedback sono stati vitali per il lavoro del gommista. Anche perché, così facendo, il gommista ha approntato un prodotto cucito addosso alle esigenze dei professionisti del volante che richiedevano una risposta più rapida del volante. Cosa che uno penumatico sostanzialmente più rigido e meno avvezzo a flessioni laterali può garantire.

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Sergio Perez (Red Bull Racing Honda) ai test Pirelli di Abu Dhabi

Le gomme a spalla ridotta spiccheranno per due caratteristiche peculiari: durata e la resa termica. I nuovi pneumatici avranno un’autonomia di lavoro più ampia rispetto ai loro predecessori da 13 pollici. Ciò senza compromettere il riscaldamento. Surriscaldamento limitato equivale a dire degrado ridotto. Questo, ovviamente, andrà a riverberarsi sulle strategie di gara che potrebbero ulteriormente tendere alla sosta singola. A meno che, per evitare che la dinamica del GP si appiattisca, non vengano maggiormente adoperate mescole tendenzialmente più morbide.

Al nuovo penumatico sarà associata anche una nuova tipologia di termocoperta che deve garantire un riscaldamento diverso rispetto al passato. Le gomme, difatti, verranno portate ad un massimo di 70°C prima dell’uscita dal box, anziché ai 100° all’anteriore e ad 80° al posteriore. Temperatura, quindi, unica per i due assi con conseguente maggiore difficoltà nel portare il prodotto nella giusta finestra. E questa sarà una delle sfide cruciali che i tecnici dovranno necessariamente vincere.

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George Russell (Mercedes AMG F1) in azione durante i test Pirelli di Abu Dhabi

La riduzione delle temperature delle termocoperte si incastona in un più ampio programma. Ossia quello di eliminare gradualmente la possibilità di riscaldare gli pneumatici nelle prossime stagioni. Tutto in favore della riduzione dei consumi elettrici e della sostenibilità ambientale. Una delle mission a cui Liberty Media tiene di più. E ne è testimonianza il processo di “ecologizzazione” che stanno subendo i carburanti che dovranno diventare totalmente ecocompatibili nel giro di due lustri (leggi il nostro focus dedicato alla materia).

C’è un ultimo risvolto che gomme dal diametro maggiorato comportano: le ricadute commerciali. Le ruote da 18 pollici sono più simili agli pneumatici utilizzati nell’automotive che ha intrapreso la strada delle spalle basse da molti anni. Lo sviluppo di un analogo prodotto in F1 aiuterà Pirelli a trasferire la tecnologia sul prodotto commerciale. Perché la lunga collaborazione della “P Lunga” con la massima categoria del motorsport non ha solo ricadute commerciali.

F1-Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: Pirelli

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