domenica, Novembre 24, 2024

Non è Michael Masi il problema della F1

24 giorni. Tanto è il tempo trascorso dall’epilogo del Mondiale di F1 2021. Quasi un mese nel quale due protagonisti di quell’evento sono praticamente spariti dalle cronache. Il primo è Lewis Hamilton ritiratosi in una pausa di riflessione che non dovrebbe produrre effetti di sorta sulla sua futura presenza nel Circus iridato. L’altro desaparecido è Michael Masi, il direttore di gara finito nell’occhio del ciclone che si è altresì chiuso in una silenzio tombale probabilmente dettato dal buon senso e da una regia superiore che vuole evitarne la sovraesposizione dopo giorni di polemiche ancora non placatesi.

Il dirigente sportivo australiano dovrebbe spiegare i motivi di alcune scelte operate negli ultimi istanti della gara disputatasi a Yas Marina. Il non proferir verbo alimenta polemiche che restano ahinoi vive. E che probabilmente ci accompagneranno almeno fino al momento della presentazione delle nuove vetture, evento che attirerà a sé l’attenzione di tutti.

A Masi non manca il coraggio di prendere scelte impopolari. Questo lo abbiamo compreso negli ultimi anni. Già prima di dell’inizio del week end di gara aveva prodotto una nota che aveva fatto discutere e che sostanzialmente ribadiva che la Federazione Internazionale ha il potere di defalcare dei punti ai piloti che infrangono le regole. La “chiamata” era diretta a Lewis Hamilton e soprattutto a Max Verstappen che di una manovra al limite se ne sarebbe giovato visto il suo vantaggio in classifica.

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Gp Abu Dhabi 2021: Max Verstappen (Red Bull Racing Honda) completa il sorpasso su Lewis Hamilton (Merceds AMG F1 Team) all’ultimo giro della gara

Ovviamente Red Bull, seppur rimasta in silenzio, aveva dimostrato un certo fastidio circa il contenuto di questo promemoria. Milton Keynes si sentiva accusata preventivamente. In qualche misura “penalizzata”. Le decisioni prese sotto safety car, agli occhi della parte che s’è sentita lesa, avrebbero invece dimostrato che il direttore di gara ha fatto l’opposto dei proposito che si era prefissato intervenendo a gamba tesa in un GP che aveva un esito già definito.

La sensazione è che l’operato di Masi – e non solo quello di Abu Dhabi – abbia lasciato sconcerto diffuso. Una percezione trasversale che ha investito il giudizio sia dei protagonisti che degli osservatori e dei tifosi. Toto Wolff lo ha accusato di aver inventato una nuova interpretazione delle regole che di fatto ha contribuito a “derubare” Hamilton del titolo. Chris Horner, in precedenza, si era espresso in termini poco lusinghieri fino a dover ricorrere alle scuse pubbliche per alcuni termini oggettivamente forti.

Un fuoco incrociato che ha investito il dirigente australiano che, indefesso, ha continuato a prendere decisioni scomode e scontentanti. Cosa normale nella sua pozione. Ma la questione è un’altra: sono state scelte corrette? Questo è il vero perno di discussione in F1. La verità è che Michael Masi si è trovato catapultato quasi inconsapevolmente nel ruolo che occupa. Dopo la fulminea dipartita di Charlie Whiting ha assunto, pro tempore, la carica occupata dal britannico.

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Passaggio di consegne ai vertici della FIA tra Jean Todt e Mohammed Ben Sulayem

I vertici della FIA gli hanno rinnovato la fiducia affidandogli stabilmente un compito che non sempre ha gestito alla perfezione. Quando ci si trova a dirigere la categoria motoristica più esposta a livello mondiale è normale che ci siano milioni di occhi a valutare, giudicare e criticare. Dopo i fatti di Yas Marina, dati Google alla mano, il suo nome è stato oggetto di ricerca più di quello dei piloti del Circus, esclusi Verstappen ed Hamilton. Un segno evidente che la fan base della F1 non ha reputato lineari le decisioni prese nelle ultime fasi della gara.

Ma la cosa più grave, per Masi, è che la stessa FIA è parsa insoddisfatta del suo operato. L’ente di Place de la Concorde guidato da Ben Sulayem ha deciso di esaminare cosa siaè andato storto ad Abu Dhabi (leggi l’approfondimento). Intendiamoci, ciò non significa che sia necessariamente in stato d’accusa, ma di certo indica che si è percepito il disagio di chi ha osservato andare in scena un qualcosa di totalmente deviante dalla prassi.

Il peccato originale è stato far sdoppiare solo le vetture tra Hamilton e Verstappen e lasciare al doppiati gli altri protagonisti. Cosa che ha creato un evidente vantaggio per l’olandese ed ha svantaggiato quei piloti, come ad esempio Carlos Sainz, che non hanno potuto aggredire perché tappati da auto più lente. Per non dire di Hamilton che si è trovato nella condizione di non potersi difendere. La percezione diffusa è che Masi abbia condizionato non solo l’esito del mondiale ma anche della stessa gara in riferimento alle posizioni di rincalzo. E infatti moltissimi driver si sono lamentarti in team radio eloquenti.

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Gp Belgio 2021: Max Verstappen (Red Bull Racing Honda) segue la Safety Car alla ripresa della gara.

Detto che Masi ha una buona dose di responsabilità, il problema sembra essere procedurale. Nel regolamento sportivo coesistono norme che sanciscono dei principi ed altre che sconfessato i suddetti elementi. Una contraddizione che è stata la base legittimante delle controverse decisioni prese dal direttore delle operazioni di pista.

Forse, alla base del mancato ricorso della Mercedes, c’è proprio la rassicurazione su un cambio normativo che eviti, in futuro, altre analoghe situazione. “Il direttore di gara è sicuramente sotto pressione ed in parte è dovuto a nostre colpe – ha detto Toto WoffAvrei desiderato un processo decisionale più coerente che avrebbe potuto evitare molte polemiche durante la stagione“.

Ma il passaggio chiave è il seguente: “Non è solo una decisione cambiare il direttore di gara, è l’intero sistema decisionale che deve essere migliorato. Ho fiducia che squadre, piloti, FIA e lo F1 in generale, possiamo rinnovare il modo in cui vengono prese le decisioni e rendere lo sport più forte. Penso che queste situazioni, per quanto dolorose, siano anche un’opportunità per migliorare lo sport“.

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Toto Wolff (team principal Mercedes AMG F1 Team) e Christian Horner (team princiapal Red Bull) si stringono la mano durante la conferenza stampa del venerdì ad Abu Dhabi

Nelle prossime settimane capiremo due cose: la prima è se Michael Masi sarà normalmente al suo posto sin dai test invernali che si terranno in doppia seduta tra fine febbraio, in Spagna, e inizio Marzo, in Baharain. E non è una cosa scontata. La seconda – e più importante – è se la FIA effettivamente rimodulerà il testo normativo abolendo una volta e per tutte quelle aree grigie che danno adito ad interpretazioni “creative” che non hanno un minimo di aderenza nella prassi consolidata. La troppa discrezionalità è una deriva pericolosa. In qualsiasi ordinamento.

F1-Autore: Alessandro Arcari@berrageizf1

FOTO: F1, Red Bull Racing

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