La F1 è un ambiente falso. Il Dio denaro spopola e gli interessi che girano attorno al Circus della massima categoria del motorsport la fanno da padrone. L’incipit dello scritto è di quelli tosti. Racchiudono il pensiero dell’ultimo campione del mondo vestito di Rosso, nell’oramai lontano 2008, Kimi Raikkonen.
Esprimersi con estrema franchezza anche a costo di essere giudicato polemico e scortese: comportamento ricorrente che di fatto ha segnato la carriera di Ice Man, capace di ritagliarsi uno spazio tutto suo all’interno di un contesto mai amato. Non le manda certo a dire Kimi, consapevole che al di furori dell’ambiente Formula Uno, a quanto pare, in qualche modo la sua vita sia decisamente migliore.
Benché recentemente abbia reso noto come le corse in quanto tale possano anche mancare,Raikkonen precisa come nel corso delle tante stagioni disputate abbia sempre cercato un approccio estraneo al contesto F1. Uno scenario costruito a regola d’arte, dove evitare un coinvolgimento stretto ha prodotto una sensazione “salutare” per l’ex ferrarista.
Al suo rientro dopo la pausa biennale trascorsa a scorrazzare sulle vetture da Rally, Kimi ha incontrato una marea di contraddizioni da lui stesso definite “stronzate”. Sapeva bene cosa aspettarsi anche se dall’esterno, secondo il quarantaduenne di Espoo, le persone non afferrano raffato il vero modus operandi che popola agiatamente la F1.
Dall’avversione evidenziata attraverso le sue ultime dichiarazioni scaturisce un parallelismo con il mondo esterno. Il nostro lancia una provocazione, convinto che gli “abitanti politici” della F1 non farebbero nessuna fatica a ritagliarsi uno spazio fuori dal paddock in quanto esperti estremi della materia.
L’elucubrazione non fa una piega. Un esempio lampante dell’argomentazione finnica si riscontra nella stagione 2021: riguarda la lotta acerrima tra Red Bull e Mercedes. Il peso politico sciorinato dalle scuderie in questione ha recitato troppo spesso il ruolo di protagonista nell’arco del campionato e in qualche modo ha coinvolto l’organo giudicante preposto a normare il campionato.
Le conseguenze note hanno generato polemiche infinite sull’unanimità di giudizio. Casi rimasti irrisolti e archiviati senza prova d’appello. Immaginare un contesto scevro da tali situazioni, malgrado le proposte relative ad un papabile collegio giudicante permanente attenzionato nelle ultime settimane (leggi qui il nostro approfondimento), resta, purtroppo, una chimera. Anche e soprattutto alla vigilia dell’ultima rivoluzione regolamentare pronta a investire la F1.
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Alfa Romeo Racing