Tra i cambiamenti più attesi per la stagione di F1 2022, si annovera con certezza quello dell’approdo del promettente George Russell alla scuderia Mercedes: in realtà si può dire che non sia una effettiva primissima volta, in quanto il giovane pilota ha già corso in questo team in maniera del tutto imprevista, durante il gran premio di Sakhir nel 2020, cioè quando Lewis Hamilton risultò positivo al CoVid-19 e fu costretto a saltare quell’appuntamento.
Col senno di poi si dimostrò realmente un valoroso sostituto, ma andiamo a vedere perché. Prima di quel weekend di gara, George annoverava tra le sue esperienze pregresse la guida di una Mercedes soltanto per alcuni test svolti nel 2017, ma nulla di più; il fatto di essere riuscito a gestire la vettura in un discreto modo nonostante avesse fatto conoscenza con la W11 soltanto direttamente nelle prime prove libere, la dice parecchio lunga sul suo conto.
George difatti, sapeva che le sue prestazioni per quel weekend sarebbero state oggetto di un’attenta analisi, e che in un certo qual modo l’esito avrebbe influito sulla sua carriera. Non solo non ha deluso le aspettative, ma ha anche dato uno schiaffo morale a coloro che non credevano nel suo talento: portò la sua vettura ad un distacco di 0.0026 dal poleman nonché suo compagno di squadra Bottas, davvero un soffio. Pensate cosa sarebbe stato capace di fare se fosse stato in grado di gestire bene l’ingresso in curva 1…
Già, perché essenzialmente il problema principale fu proprio quello: George, attraverso quella che potremmo definire “memoria muscolare”, ricordava in maniera molto nitida quanto fosse complessa la gestione di quella chicane, probabilmente oltre ai meccanismi della Williams F1 in sé anche in riferimento allo sforzo profuso fisicamente. Ed invece con la Mercedes si è trattato di tutt’altra storia: la sua vettura infatti, non riusciva a frenare in ritardo e sterzare combinando insieme frenata e curva, perché il risultato comportava un bloccaggio o comunque perdita della ruota con eventuale scodata, una tragedia insomma.
E dunque di norma era abituato a guidare pennellando le curve con un’anticipata frenata in modo da consentirgli una gestione ottimale e controllata della vettura, ma di fatto lenta. Con la Mercedes, George ha invece scoperto che persino frenando molto in ritardo si poteva chiudere una curva in maniera rapida ed uscirne prestazionali e senza sbavature, peccato però essersene reso conto soltanto verso la metà della gara, ed è questo il motivo effettivo per il quale al confronto con Bottas proprio nel primo settore in Curva 1 sembrava sempre perdere qualcosa.
Non si può negare che George ce l’abbia messa tutta, purtroppo però le circostanze in quel fine settimana non gli sono state favorevoli: sebbene egli abbia effettuato un bel sorpasso su Bottas proprio in partenza ed abbia svolto in maniera pulita l’unico pit-stop previsto da strategia, Jack Aitken (suo sostituto in Williams per quel GP) spezzando l’ala anteriore in testacoda, ha fatto subentrare suo malgrado la safety car.
A causa di alcune comunicazioni radio confuse, Russell è stato mandato in pista montando un set di gomme anteriori non sue, che di fatto hanno compromesso anche la gara di Bottas stesso perché a quel punto neppure lui ha potuto cambiare le sue. Pur ripartendo quinto alle spalle di Valtteri, George è riuscito a superarlo in maniera magistrale probabilmente anche forte delle sue gomme fresche, nonostante tutto.
Questo dettaglio tuttavia non sminuisce il suo operato: sapeva benissimo che sbagliare un sorpasso in curva 7-8 con conseguente contatto avrebbe generato una frittata di vetture parecchio indigesta per Toto Wolff. Tuttavia la sfortuna ha continuato imperterrita a perseguitare il giovane Russell: era ad un passo dal prendere Perez in prima posizione, ma una foratura con conseguente pit-stop lo ha definitivamente fatto scivolare e concludere il GP in nona posizione, sebbene come magra consolazione sia riuscito ad accaparrarsi il punto addizionale per il giro veloce.
Da questa esperienza George afferma di aver avvertito per la prima volta la percezione di aver perso qualcosa vedendoselo sfuggire dalle mani, una sensazione di sconfitta che a suo avviso certamente lungo il suo percorso si presenterà ancora altre volte. Nel complesso può comunque ritenersi pienamente soddisfatto del suo operato, perché sebbene abbia guidato una delle migliori vetture della griglia (se non la migliore), non era affatto scontato che reggesse tale situazione.
Si è mostrato solido e concreto, con una voglia di fare del suo meglio e di trarre quanti più insegnamenti possibile da un’opportunità del genere. La sua capacità di adattamento e la sua maturità si traducono oltre che nell’atteggiamento costante mantenuto in gara, anche nel modo in cui si è relazionato col muretto box: difatti era sempre pronto a fare domande a “Bono” (Peter Bonnington, ingegnere di pista della vettura n°44, nda) per essere informato circa l’andamento della gara, aspetto da non sottovalutare se si considera la giovane età di un pilota che correva per una scuderia d’eccellenza in un nuovo ambiente e quindi decisamente sotto stress maggiore.
A ragion veduta dunque, Russell ci sembra promettente e sveglio, ed egli stesso si definisce entusiasta di cominciare una stagione al fianco di Lewis perché questo per lui è un privilegio che gli consentirà di imparare da uno dei migliori, nonché uno che ha fatto la storia di questo sport (certo, sempre ammesso che gli esiti delle indagini FIA di febbraio gli andranno a genio, altrimenti George si troverà a spolverargli il sedile). Ha un modo propositivo di porsi nei confronti delle nuove sfide e sembra una spugna pronta ad assorbire qualsiasi cosa lo circondi in campo gara e non, saranno anche queste le carte in regola da avere per laurearsi campione del mondo? Solo l’asfalto ce lo potrà svelare.
F1-Autore: Silvia Napoletano – @silviafunoat
Foto: F1, Mercedes, Williams
“certo, sempre ammesso che gli esiti delle indagini FIA di febbraio gli andranno a genio”. Mondiali 2022 Italia-Corea del Sud…Moreno che diede a caso un calcio di rigore alla Corea… lì si scatenò il putiferio. Qui è successa la stessa cosa,è stato favorito palesemente uno a scapito di un altro, mi sembra il doveroso pretendere che non so facciano più queste scorrettezze. Si spera che il problema non venga risolto “all’italiana” e che almeno la FIA non sia così superficiale nell’analizzare quanto realmente accaduto.
Pardon *Mondiali 2002*
Oppure facciamo che ci incavoliamo solo quando la Nazionale di Calcio perde (oramai gli Italiani si accontentano di poco…) e quando le SF non vince,e poi diciamo di essere neutrali?
A proposito delle indagini FIA di febbraio, non capisco perché, per un errore così palese e ingiustificabile della direzione di gara, la Mercedes abbia ritirato il ricorso.
Evidentemente perchė vogliono vincere in pista e non nei tribunali. Come ha detto Wolff il problema è stato uno scorretto arbitraggio nell’arco di TUTTA la stagione, e non solo dell’ultimo GP (come invece certa gente vuol far credere).