In F1 le cose cambiano rapidamente. 24 ore fa vi abbiamo dato conto delle possibilità che a Michael Masi, direttore gara dei gran premi della massima categoria, fosse affiancata una spalla o addirittura un’equipe di professionisti che lo supportassero nel prendere decisioni corrette in momenti di particolare confusione e, di conseguenza, di stress (leggi qui).
Il manager di Sydney, stando a queste indicazioni, avrebbe dunque fatto salva la poltrona. Ma il vento è girato repentinamente e in poche ore quelle che sembravano solide certezze si sono tramutate in un quadro nuovamente confuso e dal quale, dopo l’osservazione, emerge ancora una volta un senso di indeterminatezza. Stavolta non siamo nell’ambito delle congetture e degli spifferi. Stavolta è direttamente da un plenipotenziario della FIA che arriva la bordata che fa tremare lo scranno del dirigente sportivo australiano.
Inutile ripercorrere le tappe che hanno portato a mettere Masi in discussione. Abbiamo approfondito la questione più volte e da diversi punti di vista, a partire da quello procedurale. Andiamo direttamente alle novità. E’ cosa nota che la Federazione Internazionale stia indagando sui fatti di Yas Marina.
Le risultanze dell’analisi in corso saranno riferite in una riunione della F1 Commission che si terrà a febbraio. Successivamente sarà il Consiglio Mondiale del Motorsport a provvedere all’eventuale approvazione delle modifiche alle procedure e agli organigrammi. Questo entro il 18 di marzo, giorno in cui inizierà l’attività per il GP del Bahrain, gara inaugurale del mondiale di F1 2022.
In questa fase transitoria e di assestamento una figura chiave dell’ente di Place de la Concorde è Peter Bayer, il segretario generale dello sport della FIA. Il dirigente svizzero si è espresso sul “Masi-gate” in un’intervista con il collega austriaco Gerhard Kuntschick, corrispondente per il quotidiano Vorarlberger Nachrichten. Bayer prima ha lodato Masi “[…] ha fatto un lavoro super sotto molti aspetti” per poi lanciare la granata: “C’è la possibilità che ci possa essere un nuovo direttore di gara. Posso solo dare suggerimenti al Consiglio Mondiale e sicuramente includeranno Michael“.
Non a caso vengono proferite certe parole, non a caso si esprimono dirigenti di questa caratura. Bayer ha il compito di rivedere e ottimizzare l’organizzazione della struttura della FIA sul fronte F1. In questa direzione è possibile una ristrutturazione che divida le responsabilità dell’attuale direttore di gara: “Tra vari compiti del direttore di gara ci sono anche quelli di direttore sportivo, di delegato alla sicurezza e al percorso. Questi saranno suddivisi“.
Bayer non ne parla come di una possibilità, ma come di un fatto. Quindi, anche se, a questo punto miracolosamente, Michael Masi dovesse conservare il posto di lavoro, sarebbe svuotato di poteri visto che questi saranno spacchettati, rimodulati e riassegnati a persone che, evidentemente, hanno una preparazione specifica – e migliore – di quella del professionista australiano finito nell’occhio del ciclone per aver applicato in maniera del tutto singolare ed anticonsuetudinaria il testo normativo.
Nell’ottica di questa annunciata ristrutturazione che mette Masi ulteriormente sulla graticola, rientra anche quella che sarà – o che potrebbe essere – l’interlocuzione tra il direttore di gara ed i team principal. Altro aspetto, questo, che ad Abu Dhabi ha fatto acqua da tutte le parti con Masi in balia delle onde, incapace di tenere a freno le lingue di Horner e di Wolff che facevano pressioni ai limiti della decenza.
“Aboliremo il calvario della gestione della gara e apporteremo enormi cambiamenti – ha spiegato Bayer – I team principal delle squadre non potranno più sintonizzarsi sul canale del direttore di gara. Il direttore potrà in futuro concentrarsi esclusivamente sul suo compito e non sarà più distratto”.
I team manager sarebbero comunque autorizzati a porre domande pertinenti al controllo di gara, ma Bayer vuole costruire un canale gestito da una persona preparata ad hoc che accetti le richieste e le valuti prima di passarle a chi di dovere. Un’indicazione contraria a quella censoria espressa con troppa fretta e superficialità da Ross Brawn che è uomo Liberty Media e non FIA. Quindi nemmeno titolato ad entrare in queste dinamiche.
C’è un interessante considerazione che Bayer fa nell’intervista al Vorarlberger Nachrichten e che spiega ulteriormente come Masi abbia mal operato a Yas Marina: riferendosi al ricorso prima richiesto e poi abortito da parte della Mercedes, ha fatto capire che i giudici, regolamento alla mano, avrebbero potuto tranquillamente annullare il risultato del GP. Cosa che, per via del vantaggio in classifica dopo Jeddah (pari punti, ma un GP in più vinto), avrebbe comunque permesso a Max Verstappen di essere campione del mondo. Da qui la decisione del team di Brackley di recedere dai suoi intenti.
In conclusione, possiamo dire che la FIA, pur non decidendo ancora compiutamente, ha già preso una posizione chiara: chiunque egli sarà, il direttore di gara non avrà più poteri illimitati e margini di manovra tanto ampi da non essere incatenabili. Ciò che fino ad oggi è stato fatto da un uomo solo sarà affrontato da più figure in un’organizzazione probabilmente piramidale. Una catena di comando a più stadi di verifica che sia anche snella e che finalmente possa generare decisioni semplici, chiare e coerenti.
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1, F1