La F1, dopo l’epilogo del 2021, aveva bisogno che si instaurasse un serio e profondo processo di rinnovamento. Non solo per rispondere alla polemiche che ancora non si placano a seguito dei provvedimenti presi da Michael Masi nella fase finale del GP di Abu Dhabi, ma soprattutto per ritrovare credibilità e per offrire strumenti finalmente efficaci che possano consentire di risolvere episodi controversi ed apparentemente impossibili da sgrovigliare.
Con l’elezione di Mohammed Ben Sulayem ai vertici della FIA si è subito avuta l’impressione che si sia operato un cambio di rotta rispetto all’amministrazione di Jean Todt che dava l’idea di essere più conservativa ed arroccata su dinamiche vecchie e purtroppo mal funzionanti. Il neo presidente non ha perso tempo.
Dopo Yas Marina, difatti, ha immediatamente avviato una serie di indagini su cosa sia andato storto col fine di individuare dei responsabili e, soprattutto, con lo scopo di creare per la F1 un contesto normativo idoneo ad evitare che certe dinamiche fallaci non siano reiterate nel tempo. Investigazioni che troveranno uno sbocco entro e non oltre il 18 marzo quando saranno presentate le risultanze con relativi provvedimenti a corredo.
Nel frattempo, mentre la posizione di Michael Masi continua a vacillare come sostenuto da Peter Bayer, il segretario generale dello sport della FIA (leggi qua), qualcosa si inizia a muovere. Dettagli che danno una chiara indicazione di quale sarà il nuovo corso dell’ente di Place de la Concorde. Ben Sulayem ha presieduto per la prima volta, nella carica di Presidente della FIA, alle assemblee del Consiglio Mondiale del Motorsport. Dai lavori, tenutisi in modalità remota, è scaturito il classico verbale dal quale sono ricavabili chiare indicazioni.
Si desume, dal testo, che sono state prese decisioni afferenti la governance global dell’ente, a partire da una revisione finanziaria completamente esterna alla stessa FIA. In quest’ottica, pertanto, è stata creata la figura di un vero e proprio CEO della Federazione. Una figura altamente specializzata che possa coadiuvare e snellire il lavoro di Ben Sulayem che, è bene ricordarlo, sovraintende ad una realtà che non guida solo la F1 ma altri campionati importanti come la Formula E, il Rally e l’Endurance.
La necessità di rimodulare i vertici di Place de la Concorde arriva per dare una ventata di freschezza ad un organo troppo spesso apparso immobile, stantio e autoreferenziale. Sarà implementato, dunque, un modello di supervisione più efficace che abbia anche lo scopo non marginale di produrre più redditività.
Stiamo dunque parlando di una ristrutturazione verticistica che non investe nello specifico la F1. Si tratta di un’azione di ampio respiro che investe il funzionamento della FIA stessa il cui snellimento, naturalmente, avrà ricadute anche sulla categoria oggetto delle nostre analisi.
Già nei giorni scorsi, in ogni caso, è stato possibile notare che Peter Bayer ha preso il toro per le corna in alcune situazione delicate. Cosa che narra di come il manager emiratino a capo della FIA non abbia intenzione di accentrare ma piuttosto di delegare a figure professionali altamente specializzate le gestioni di singole e cruciali aree.
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: F1, FIA