F1. La stagione 2022 sarà di grande interesse per la rivoluzione aerodinamica che stravolgerà le monoposto dal punto di vista tecnico. Questo aspetto, oltre a suscitare un notevole interesse per vedere l’estetica delle nuove vetture, potrebbe variare le gerarchie e le forze in campo tra le scuderie. Oltre il lato, anche quello umano reciterà un ruolo primario nella stagione che verrà. Infatti, la nuova generazioni di giovani piloti si sta ritagliando un ruolo sempre più significativo.
Tra le promesse della F1 attuale figura Pierre Gasly. Il transalpino dell’AlphaTauri è stato protagonista di una crescita esponenziale nell’ultimo biennio. Il francese è reduce dalla sua miglior stagione in carriera nella categoria sino adesso. Ma nel corso degli anni precedenti, dal suo debutto datato 2017, l’andamento è stato decisamente altalenante nell’arco delle stagioni.
Nel 2014 entrò a far parte del Red Bull Junior Team. Nel 2015 guidò per la prima volta una vettura di F1 ai test successivi al GP di Spagna e l’anno seguente riuscì sia a laurearsi campione in GP2 sia a essere il terzo pilota del team di Milton-Keynes. Questo, però, non gli aprì inizialmente le porte per il debutto ufficiale in Formula 1. Nel 2017 prese parte alla Super Formula grazie all’appoggio della Honda e concluse in seconda posizione il campionato con solamente mezzo punti di distacco dal vincitore.
La grande occasioni finalmente arrivò. Gasly debuttò in F1 con la Toro Rosso nel GP della Malesia del medesimo anno affiancando Carlos Sainz in sostituzione di Daniil Kvyat. Dopo aver saltato il GP USA, torno al volante della STR12 in Messico sino a fine stagione. Venne ufficializzato dalla Scuderia di Faenza per la stagione 2018 affianco a Brendon Hartley. L’annata iniziò con l’exploit in Bahrain al secondo appuntamento stagionale: ottenne il quinto tempo in qualifica e il quarto posto in gara. Nel proseguo dell’annata, a causa di una STR13 non abbastanza competitiva, riuscì a replicare quelle prestazioni solo a Monaco e in Ungheria dove colse rispettivamente la settima e la sesta posizione finale.
Con il passaggio di Daniel Ricciardo alla Renault per il 2019, la Red Bull scelse Gasly per sostituire l’australiano. Sin dai test invernali, però, insorgono le prime problematiche. Il pilota francese fatica ad adattarsi alla nuova monoposto, mostrando incostanza nei tempi e soprattutto rimediando un distacco non indifferente dal compagno Max Verstappen. Le negative avvisaglie delle prove invernali trovano conferma nella prima parte di stagione. Sia in qualifica che in gara il nativo di Rouen non riesce ad esprimere il proprio potenziale. Ad eccezione del solido fine settimana di Silverstone, quarto, il delta cronometrico con l’olandese è decisamente marcato.
In virtù delle prestazioni sottotono, la Red Bull, in vista della tappa di Spa in Belgio, formalizza lo scambio di volanti con la Toro Rosso: Gasly a Faenza, Albon fa il percorso inverso. Una volta metabolizzata la ‘retrocessione’, il venticinquenne d’oltralpe ritrova la fiducia e comincia a migliorare sul finale dell’annata. Ad Interlagos riesce a cogliere un clamoroso secondo posto, primo podio in F1, dopo una gara rocambolesca e un ruota a ruota con Hamilton per tutto il tratto finale.
Il 2019 si è chiuso nel migliore dei modi e la stagione successiva, condizionata dall’emergenza sanitaria dettata dalla pandemia Coronavirus, vede la crescita di Gasly soprattutto nella seconda parte. Alla rimonta in Belgio, segue la prima vittoria in carriera a Monza in F1. L’AlphaTauri azzecca la strategia, ma il campione GP2 2016 ci mette molto del suo per trasformare il sogno in realtà tenendo dietro la McLaren di Sainz per una ventina di tornate non cedendo sotto pressione. Oltre al trionfo nel Tempio della Velocità, il pilota classe 1996 ottiene altri piazzamenti di prima fascia come all’Eifel e in Bahrain dove conclude sesto e in Portogallo dove giunge quinto sotto la bandiera a scacchi.
Il 2020 è stata la stagione della svolta, nel 2021 l’obiettivo è quello di proseguire sulla medesima lunghezza d’onda. Anzi, Pierre fa ancora meglio. Complice anche la competitività della AT02, Gasly massimizza il potenziale della monoposto faentina e nell’arco della stagione sovente emerge nella battaglia a centro gruppo. Chiude per 16 volte tra i primi sei in qualifica ottenendo 15 piazzamenti a punti. La rivoluzione regolamentare del 2022 potrebbe scombussolare i valori in campo. Se la Scuderia di Faenza dovesse essere competitiva più dell’annata antecedente, Gasly è pronto a consacrarsi definitivamente e riprendersi, chissà, la Red Bull.
F1-Autore: Dennis Ciracì – @dennycira
Foto: Pierre Gasly Twitter