Nella progettazione di una vettura di F1 non si ragiona per compartimenti stagni. Si adopera, piuttosto, un approccio olistico secondo cui una singola componente, anche la più infinitesimale, deve tenere in considerazione il sistema nella sua totalità. Ecco che la perfetta interconnessione tra ambiti apparentemente slegati è quell’elemento che determina la buona o la cattiva riuscita di un progetto.
Power unit, telaio ed aerodinamica, considerando quanto esposto poc’anzi, devono essere ritenuti settori strettamente legati. Con uno che influenza gli altri in una triangolazione multidirezionale. Di questa evidenza sono ben consci in Mercedes. Su questa realtà è stato quindi basato il progetto della W13 che vedremo il 18 di questo mese e che, come anticipato in un tweet odierno, potrebbe ripresentare il classico grigio metallizzato della casa di Stoccarda.
Il CEO di Mercedes AMG High Performance Powertrains, Hywel Thomas, ha lasciato intendere come a Brixworth abbiano cercato di adeguare le forme e gli ingombri del propulsore in modo da permettere agli aerodinamici e ai telaisti di liberare le propria creatività, specie in un contesto di totale riscrittura normativa.
La sfida più dura da vincere è quella di reimpostare le forme, il volumi e il peso del motore per integrarlo al meglio col telaio. E per consentire di allocare le zavorre laddove è più utile al bilanciamento complessivo del corpo vettura. A differenza di quanto successo l’anno scorso, il telaio sarà completamente nuovo. Da qui la necessità di rivedere molti parametri di un propulsore che nel 2021 ha sorpreso per potenza ma che ha mostrato qualche limite sul versante dell’affidabilità. O, per meglio dire, sulla capacità di erogare la stessa quantità di potenza nell’arco del suo ciclo vitale.
Ogni vettura presenta delle aree la cui incidenza è più o meno maggiore sul tempo sul giro. Ci risulta che in Mercedes abbiano provato a ridurre gli ingombri della power unit per non intralciare quelle che sono le zone maggiormente sensibili in termini di performance. Si è inteso dare, quindi, la massima flessibilità progettuale agli ingegneri telaisti ed aerodinamici.
Lo staff guidato da Thomas ha cercato di spostare gli ingombri in quelle parti di vettura ove una maggiorazione di volume e di peso non incidono in maniera troppo negativa sul comportamento dinamico del mezzo. Un’operazione semplice a dirsi, iper-complessa da realizzare. Soprattutto quando i tempi sono contingentati e le risorse finanziarie risultano limitate dal budget cap che, va sottolineato, tocca solo indirettamente la progettazione dei propulsori.
Forma e sostanza. I motoristi non hanno solo lavorato sulle dimensioni e sull’accoppiamento, ma anche su ciò che accade dentro il cuore pulsante di una F1. Scendendo nello specifico del V6 anglo-tedesco, è stato necessario superare due difficoltà. La prima attiene all’affidabilità generale che è stata incrementata per mantenere costante la performance durante l’arco vitale della singola unità. Una necessità che diventa obbligo nel momento in cui, dal primo marzo 2022, i V6 saranno congelati nei principi fino a tutto il 2025 a causa di un regolamento che antepone i limiti di spesa alla competizione tecnica.
La seconda sfida è quella relativa all’utilizzo dei biocarburanti E10 che ha imposto la riprogettazione della camera di combustione per evitare un calo di potenza nell’ordine di una ventina di cavalli. Che potranno sembrare pochi ma che, invero, vanno a fare la differenza quando la concorrenza non è ferma con le mani in mano.
E’ vero che gli staff stanno lavorando da tempo alle vetture di nuova generazione, ma è altresì un’evidenza che il balance of performance tecnico abbia condizionato soprattutto team come la Mercedes e la Red Bull che l’anno scorso hanno chiuso in testa alle due classifiche. Tra l’altro abbiamo potuto notare che il regolamento tecnico è stato definito per grandi linee ad inizio del 2021 per poi subire degli affinamenti successivi che di certo avranno influenzato la ricerca e lo sviluppo di aree nevralgiche della macchina. Tra dieci giorni esatti vedremo il frutto del lavoro operato a Brackley e Brixworth ma solo durante i test inizieremo a percepire se la strada percorsa sarà stata quella giusta.
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1