F1 – 14 e 13. I numeri di anni in cui la Ferrari non è riuscita a vincere un titolo piloti e costruttori. A Maranello hanno mostrato una certa propensione a cadere e ad impaludarsi in lunghe fasi di digiuno. Ma non che questo debba significare che vi sia una sorta di assuefazione alla sconfitta. Tutt’altro. Ogni stagione che trascorre a bocca asciutta fa aumentare a dismisura la fame di trionfi e la voglia di rivalsa verso nemici sportivi che riescono ad imporsi con una sorprendente costanza.
Rivoluzione, in quel di Modena, vuol dire opportunità. Con questo spirito, in Ferrari, stanno vivendo il cambiamento epocale che la F1 sta affrontando. Ogni nuova era tecnica ha stravolto i rapporti di forza esistenti e sedimentati. In un rimescolamento globale che potrebbe nascere dal campionato 2022, la Rossa, anche se gli esponenti di spicco non lo ammetterebbero nemmeno sotto tortura, spera di emergere come la l’Araba Fenice.
Che la Ferrari, avvantaggiata dal maggior numero di ore in galleria del vento e di gettoni CFD grazie al balance of performance regolamentare, inizi a metter apprensione ai rivali è un fatto che si capisce anche da quanto accaduto la settimana scorsa in occasione del test privato Fiorano che doveva essere svolto con una SF21 e che, per il pressing di qualcuno (Red Bull l’indiziata numero uno, nda), è stato effettuato con una SF71-H del 2018 (qui per approfondire). Il timore è che la Scuderia potesse acquisire dati sulla power unit 2022 che poteva essere allocata sulla vettura modello 2021.
Segnali inequivocabili che mettono la Scuderia al centro dei pensieri dei top team che intendono proseguire la loro scia dominante nella massima serie. A Milton Keynes hanno ben osservato lo step evolutivo che il V6 di Maranello ha compiuto in Russia quando è giunta la nuova parte ibrida che sarà la base di quella montata sulla versione 2022. Un propulsore che conterà su un ICE profondamente modificato e non solo in quella parte necessaria per adeguarlo ai biocarburanti E10.
Proprio l’adattamento alle nuove benzine ha tenuto in apprensione gli uomini della Red Bull che, nelle scorse settimane, si erano espressi sulla questione parlando di un gap prestazionale col 2021 non ancora colmato. Ma all’epoca dei fatti non era ancora stata formalizzata la retromarcia della Honda che continuerà a supportare in maniera diretta i vicecampioni in carica. Anche se, come specificato da Toyoharu Tanabe e da Masashi Yamamato, il propulsore del 2022 sarà sostanzialmente quello dello scorso campionato che aveva anticipato di un anno molti concetti tecnici.
Non a caso è stiamo parlando della Red Bull. Il direttore sportivo della casa anglo-austriaca, Jonathan Wheatley, ha sottolineato come la F1-75, questo il nome scelto per la monoposto che sarà svelata il 17 di questo mese, possa divenire la grande incognita, nonché minaccia, per il campionato 2022. Il manager ha asserito come sia estremamente difficile prevedere quali saranno i rapporti di forza nel mondiale che scatterà col GP del Bahrain del 20 marzo. Una totale relativizzazione scaturente dalle nuove norme che, di fatto, polverizza i dati emersi dalla passata stagione.
Le stesse informazioni che filtrano dalle factory della concorrenza non hanno valore probante poiché sono parziali e spesso tendenziose. Però, ritengono nel quartier generale di Milton Keynes, che la Ferrari può rappresentare una grande incognita perché, già nel 2021, ha chiuso in crescendo. Soprattutto sul versante power unit. Il terreno che Maranello deve recuperare su questo fronte è tanto, ma in Red Bull temono che sarà Honda a non presentare novità di rilievo che permetteranno agli avversari di avvicinarsi e magari superare il propulsore della “Grande H” in prestazioni.
L’altro reparto che in Red Bull osservano con maniacale attenzione, nonostante abbiano un campione del mondo fresco di pacca in rosa, è quello piloti. Charles Leclerc e Carlos Sainz, secondo il DS inglese, avrebbero mostrato un grande affiatamento che, se supportato da una macchina all’altezza, potrebbe produrre una coppia di piloti pronta a sbaragliare la concorrenza.
Scenario comunque di difficile realizzazione perché è lo stesso manager a preconizzare una bagarre accesa tra un sostanzioso numero di piloti. Un quadro che renderebbe un’eventuale riconferma al vertice un’operazione ancora più lodevole. Ma, qualcosa ci dice, che in Red Bull non disdegnerebbero un’annata da dominatori indiscussi. Una galoppata solitaria senza troppi patemi. Mercedes e Ferrari permettendo…
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Red Bull Racing, Ferrari, F1