mercoledì, Dicembre 18, 2024

FIA: Masi verso la rimozione dell’incarico

Per il mondo della Formula Uno il 14 febbraio era una data da annotare tra quelle importanti. Dopo i fatti di Abu Dhabi, la riunione della F1 Commission doveva deliberare decisive novità sul futuro del direttore di gara Michael Masi e sulle nuove e più efficaci procedure da adottare se si fossero presentate analoghe e confuse fattispecie.

Nulla di tutto ciò è accaduto. Abbaglianti fulmini, roboanti tuoni e poche le gocce d’acqua ad inumidire il selciato. Non che sia stata una seduta sterile, ma alla fine dei lavori si è inteso rinviare alle prossime settimane quelle decisioni che si attendevano con maggiore impazienza. Sono stati stabiliti, invece, altri cambiamenti che riguardano soprattutto la sprint qualifying ed il sistema di punteggio annesso. Andiamo con ordine.

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Michael Masi, direttore di gara della F1

Masi resta in bilico

Partiamo da un passaggio presente nelle note che hanno chiuso i lavori: “Il Presidente della FIA – si legge nel documento – ha condotto discussioni dettagliate sul Gran Premio di Abu Dhabi 2021. Le reazioni della F1 Commission sulle questioni sollevate saranno inserite nell’analisi del Presidente. Nei prossimi giorni egli stesso presenterà pubblicamente notizie sui cambiamenti strutturali e sul piano d’azione previsto“.

Non si tratta di un vero e proprio nulla di fatto poiché la nota dà corpo alle volontà della FIA di rimettere mano al processo decisionale e alle procedure da adottare per evitare un altro epilogo bollente e poco edificante per tutta la categoria come quello di Yas Marina. Probabilmente non si è voluto ufficializzare nulla perché Michael Masi, il grande imputato che orami è silente da oltre due mesi, era presente ai lavori.

Il futuro del direttore di gara australiano sembra essere tracciato. Si vocifera che non sarà allontanato dalla FIA ma che il suo impiego sarà rimodulato. Uno spostamento strategico per depotenziarlo e per evitare che possa fare altri danni. Masi dovrebbe ritornare a lavorare sul fronte delle sicurezza, incarico che ricopriva ai tempi di Charlie Whiting.

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Mohammed Ben Sulayem, neo presidente della Federazione Internazionale

Per quanto concerne la sfera operativa, il race director dovrebbe essere affiancato da altre figure che lo supportino nel processo decisionale. Esperti di diritto sportivo e professionisti che possano in tempo reale analizzare dati, immagini e consultare i testi normativi per offrire elementi più chiari a chi deve operare in pochi istanti e in condizioni di forte stress.

Ecco che, come vi abbiamo anticipato in un approfondimento datato 29 gennaio (leggi qui), sarà introdotta una figura di raccordo tra il direttore e i team principal. Questi ultimi potranno fare ancora le loro richieste radio che, però, saranno preventivamente filtrate. Il dirigente, dunque, non verrà più investito da uno “tsunami verbale” come accaduto il 12 dicembre ad Abu Dhabi.

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Eduardo Freitas, direttore di gara del WEC

Ovviamente circolano anche dei nomi per sostituire Masi. Il primo è quello di Eduardo Freitas, portoghese direttore di gara del WEC con un’esperienza ultraventennale nelle corse di durata. Negli ultimi giorni stanno salendo prepotentemente le quotazioni del race director del DTM, Niels Wittich.

Non dovrebbero passare molti giorni prima che dall’urna sarà tirato fuori il bussolotto con il nome buono. Masi, con buona pace di Helmut Marko e del mondo Red Bull che ne continuano a tessere le lodi, dovrebbe commiatarsi dopo tre anni in cui ha dato dimostrazione di non essere l’uomo giusto in una posizione così delicata. Evidentemente la FIA ne prende atto.

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Gp Messico 2021: gli ultimi metri che portano alla staccata di curva-1

Sprint Qualifyng

Dovevano essere sei i weekend con gara al sabato. Stefano Domenicali, impettito e fiero, aveva mostrato sondaggi con esito bulgaro sulle preferenza della fan base che si sarebbe detta entusiasta del nuovo format. Nulla che abbia un fattuale riscontro nella realtà. Ancora, Liberty Media aveva fatto i conti senza l’oste: i team. Sei gare aggiuntive hanno un costo potenzialmente maggiore rispetto ad altrettanti turni di libere. Durante la tenzone, con i punti in palio, c’è un più elevato rischio incidente e il materiale tecnico viene spremuto come un limone. Il tutto con un calendario di 23 appuntamenti.

Da qui la richiesta delle scuderie, specie quelle di vertice, di avere almeno cinque milioni di dollari in più per rimpinguare asfittiche casse societarie rese tali dal budget cap. Per un paio di mesi c’è stato il serio rischio che non se ne facesse più nulla, poi si è giunti al compromesso, alla linea mediana, che accontenta più o meno tutti.

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Vetture alla Rivazza nel GP di Imola

Saranno Imola, il Red Bull Ring ed Interlagos i teatri sui quali sarà inscenata la qualifica veloce. Che presenta delle novità nel sistema di punteggio e nell’assegnazione della “pole”. L’anno scorso era ritenuto poleman chi vinceva la gara breve. Un abominio concettuale che sviliva uno degli esercizi supremi della F1: la sfida al cronometro nel giro singolo. Evidentemente qualcuno dotato di buon senso a Place de la Concorde esiste e si è ratificato che, da questa stagione, chi fa il giro veloce al venerdì, nello stabilire la griglia di partenza del sabato, sarà insignito del premio di poleman.

Lo schieramento della canonica gara della domenica continuerà a derivare dall’ordine di arrivo del sabato. Evento che assumerà maggior peso visto che al vincitore andranno ben otto punti. Saranno premiati i primi otto in un sistema a scalare che darà un punto all’ottavo piazzato. Con ogni probabilità, dunque, vedremo gare più accese perché la posta in palio sarà molto alta.

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Mercedes, Red Bull e Ferrari appaiate: uno scenario che potremmo rivedere nel 2022

Punti nelle “gare corte”

Ricordate la figuraccia andata in onda in diretta planetaria andata a Spa Francorchamps e dietro la quale c’è stata, ancora una volta, la mano visibile di Michael Masi? Beh, la FIA ha inteso mettere mano anche a questa questione. Per considerare l’evento valido bisognerà, d’ora in poi, percorrere due giri di gara senza Safety Car né Virtual Safety Car. Lo spettacolo dell’orrido inscenato in Belgio e che ha pesato come un macigno sull’assegnazione del titolo iridato non sarà più possibile. Amen.

Muterà anche il sistema di ripartizione dei punti. Con gara inferiore al 25% della distanza totale prenderanno punti solo i primi cinque, in questa misura: 6 per il vincitore, poi 4, 3, 2, 1.

Tra il 25-50% del totale del GP, punti saranno assegnati ai primi nove: 13, 10, 8, 6, 5, 4, 3, 2, 1.

Tra il 50-75%, saranno i primi dieci a raggranellare punti. In tal grandezza: 19 al primo, 15 al secondo, 12 al terzo e poi 9, 8, 6, 5, 3, 2, 1.

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SF21 in pista nelle condizioni avverse presenti a Spa-Francorchamps

Non proprio un inno alla semplificazione, ma forse un atto necessario per evitare ulteriori polemiche. In attesa delle delibere sul “Masi-gate“, che dovrebbero arrivare entro la fine della settimana, sono state meglio circostanziate alcune dinamiche. Segno che il vecchio contesto operativo non era affatto efficace.

Da accogliere con favore è la decisione di non convalidare una gara con un paio di giri dietro la vettura di sicurezza. Se non vi sono le condizioni per gareggiare, la F1 deve avere il coraggio di annullare l’evento non assegnando punti. Proprio quello che andava fatto a Spa. Proprio ciò che Masi, ancora lui, non è stato in grado di fare.


F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV, FIA, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1

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2 Commenti

  1. solo 2 giri per ritenere un evento valido? dal mio punto di vista è sempre una prea in giro sarebbe forse stato meglio una % sul totale magari del 10% condiderato il costo dei biglietti per assistere

    • Ovviamente due giri sono comunque pochi, ma almeno si stabilisce che non si può convalidare l’evento con sola SC. Serve una partenza (da fermo o rolling) e un minimo d’azione. Se non ci sono le condizioni per farlo la gara si annulla evitando nuove Spa.

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