Si avvicina sempre di più il “termine ultimo” implicitamente imposto dal sette volte campione del mondo di F1 Lewis Hamilton. Questo in virtù degli accadimenti verificatisi quell’indimenticabile 12 dicembre 2021 durante l’ultimo appuntamento stagionale. Infatti sarà proprio domani 14 febbraio 2022 il giorno disperatamente atteso: i risultati delle indagini FIA sugli accadimenti negli ultimi giri del Gran Premio di Abu Dhabi saranno presentati alla Commissione F1.
Mentre in un secondo momento, presumibilmente intorno al 18 marzo, avrà luogo la riunione del World Motor Sport Council e solo successivamente ad essa il rapporto annesso sarà rilasciato pubblicamente. Insomma, una querelle che ancora non trova un epilogo che possa mettere tutti d’accordo: ad avviso di Daniel Ricciardo per esempio, si è verificata un’eccessiva esposizione mediatica su questo episodio.
Accendere i riflettori in maniera così esagerata sull’ultima competizione, in conclusione di una stagione già molto intensa e pesante di suo, è stato deleterio sia per la gestione gara in primis che proprio per la F1 in secundis. Vero è che negli ultimi anni probabilmente la sovraesposizione media ha avvicinato più persone a questo sport, ma se il rovescio della medaglia deve essere ottenere l’effetto “partita di calcio”, forse è meglio un no grazie.
E tra l’altro questo è quanto sostiene anche il madrileno Carlos Sainz: il fatto che di routine si sviluppino numerose polemiche attorno ad un pallone, non deve assolutamente diventare la norma anche per il mondo delle corse. Detto questo, che se ne parli può essere sicuramente un bene. Anche perché diciamocelo… alla fin fine non è affatto uno degli sport più seguiti tra i giovani (almeno in Italia); però costruire un castello le cui fondamenta poggiano su una polemica di fine mondiale, non giova in ogni caso all’essenza di questo sport.
Sebbene siano anche questi stessi accadimenti a svelare dei risvolti che potrebbero incuriosire i medesimi protagonisti: come nel caso del pilota Ferrari citato poco sopra, il quale ha dichiarato apertamente di avere un enorme rispetto verso Lewis Hamilton. Potendo vivere in primis certe dinamiche perché classificatosi terzo, l’iberico ha potuto constatare con i propri occhi lo sgomento di Sir Lewis sul podio, ed anzi è stato sorpreso dalla sua grande forza di riuscire a non cadere in un devastante crollo emotivo.
La sua empatia lo porta a giustificare il Re Nero, asserendo che perdere un titolo in questo modo dev’essere stato indiscutibilmente straziante, e che anzi se avesse vestito i suoi panni probabilmente non sarebbe riuscito a mantenere tanta compostezza. In effetti sfido chiunque di voi a tenere i nervi saldi in una situazione del genere, anche se personalmente non riesco ancora a giustificare tutta la serie di accadimenti al limite del tragicomico verificatisi in seguito.
Da questo epilogo mondiale, però, credo siamo tutti d’accordo nell’affermare che se sussisteranno ancora troppe interferenze e polemiche, è chiaro che le cose tenderanno sempre a complicarsi ulteriormente. Tuttavia, come sostiene l’australiano Daniel, bisogna anche concentrarsi sul fatto che il meccanismo della F1 consta di parecchi ingranaggi in cui ognuno ricopre il suo ruolo: se ognuno di essi svolgesse la sua mansione senza pressioni e senza il peso delle incombenti critiche da parte di praticamente chiunque, molto probabilmente il risultato sarebbe più pulito e coerente.
Violare ben 2 regole del regolamento ad 1 giro dalla fine per impedire che il pilota primo per 54 giri su 55 e che aveva un vantaggio di ben 11 secondi dal secondo è un fatto grave e che non ha nulla a che vedere con lo sport
Giusto….io non la seguirò più
infatti sei qui,un plauso alla coerenza.
Peccato che l’ex campione del mondo ed il suo team di almeno 500 ingegneri non abbiano pensato di sostituire le gomme in regime di SC così come ha fatto RB. In questo modo non ci sarebbero stati polemiche né piagnistei.
Peccato che la gara doveva finire in regime di safety car e quindi il cambio gomme non era necessario…