sabato, Novembre 16, 2024

Gp Bahrain 2022-Fp3/Analisi on board Red Bull – Mercedes: RB18 si nasconde, W13 in netto progresso

F1 – Terza sessione di libere del Gp del Bahrain. Ora nella quale, solitamente, le squadre scaricano i serbatoi e provano l’assalto al cronometro. Ci avviciniamo ulteriormente ai settaggi da qualifica che ci daranno finalmente la possibilità di capire i livelli prestazionali della RB18 e della W13 che sono l’oggetto delle nostre analisi.


Nelle prime due sedute, al di là di un problema emerso sulla RB18 di Sergio Perez che ha imposto il cambio di alcuni elementi della trasmissione (qui per approfondire), il team di Milton Keynes può ritenersi piuttosto soddisfatto dagli elementi emersi dalla pista. La vettura n°1, che ha chiuso in testa alla classifica dei tempi della FP2, ha mostrato grande precisione in frenata, ingresso curva e percorrenza delle stesse. Bene anche i riscontri velocistici alla speed trap che denotano una certa propensione a superare il piccolo deficit che la monoposto inglese paga in trazione rispetto alla Ferrari. Per un’analisi più approfondita vi rimandiamo a questo focus: clicca qui.

In linea generale, anche valutando i numeri emersi dal long run con gomme soft, in Red Bull c’è soddisfazione con la susseguente conferma che, al momento, sembra questo essere il team da battere. Diverso il registro in Mercedes. La W13 continua a mostrare un pompaggio aerodinamico quasi fuori controllo che ieri è diventato addirittura ingestibile sulla vettura di Lewis Hamilton che ha dovuto combattere anche con un DRS bizzoso e uno squilibrio longitudinale della frenata.

Meglio è andata per George Russell che, dal punto di vista cronometrico, ha contenuto i danni pur manifestando basse velocità di punta (segno di una power unit usata col contagocce) e una preoccupante propensione a gestire male le frenate di Curva 1, 4 e 13. Ossia i punti dove si osserva il delta velocistico più grande. Ovviamente le difficoltà sono dipese dal porpoising che scompensa la monoposto che, appena morde il freno, prende a saltellare con insistenza compromettendo una fase così delicata.

Nella notte in Mercedes hanno provato ulteriori soluzioni d’assetto dopo aver scartato il fondo portato proprio per l’occasione. La sessione diventa dunque cruciale per capire se ci sarà stato un fattuale passo in avanti o se, come confermato poco fa in conferenza stampa da Toto Wolff, ci sarà da giocare in difesa.


Sia Hamilton che Russell hanno operato un giro di installazione con gomme hard per verificare il perfetto funzionamento dei sistemi. Ancora fermi ai box, invece, gli alfieri Red Bull che tardano ad avviare la propria attività.

Hamilton è il primo a rompere gli indugi con gomma soft. Si è potuto immediatamente constatare come il pompaggio sia leggermente calato nella retta della partenza e in quella che porta a curva 14. Punti, questi, che ieri hanno generato non pochi problemi. La staccata di curva 1 è stata più precisa ma qualche piccolo scompenso si è visto nel complesso 2-3 quando la W13 è sembrata un po’ “goffa” nel richiamo. Bene il comportamento nella doppia piega sinistrorsa 9-10 che rappresenta in punto più lento del tracciato di Sakhir. Qualche leggere scodata si potenza all’uscita di Curva 15, quella che immette sul rettilineo. Ma, in generale, la vettura appare più stabile.

Le sensazioni percepite guardando il giro di Lewis sono confermate anche nell’assalto al tempo del collega di garage che si disimpegna molto bene nella sequenza 1-2-3. Bene anche alla 4, un punto che ieri aveva generato qualche disagio in ingresso e in percorrenza. 9-10 superate in scioltezza e meno pompaggio di ieri nelle lunghe 11 e 12.


Immediato il confronto con la RB18. Una vettura che fa sembrare semplice ogni cosa. Il comportamento è sempre neutro, sia nelle pieghe di largo raggio che nelle curve lente. Letteralmente incollata agli apex in curva 1-2-3. Nel giro che vale il miglior tempo provvisorio si osserva solo una piccola sbavatura in Curva 4 quando l’olandese lavora un po’ di più di volante. In Curva 9-10 emergono le virtù del progetto Newey. La vettura è stabilissima mentre frena approcciandosi alla corda di Curva 10 che viene centrata con semplicità prima di progredire con efficacia sul rettilineo di raccordo verso il complesso di curve più veloci dove la n°1 si esalta ancora. Appena tagliato il traguardo Lambiase comunica STRAT 8, una modalità di endotermico più blanda che denuncia che il giro push è stato effettuato con più spinta propulsiva. Almeno sull’ICE. Per il resto arrivano normali comunicazioni sullo stato della pista che l’olandese registra in silenzio.

Secondo giro push per Hamilton piuttosto interessante. Si nota immediatamente una nuova gestione delle marce in curva 2. Lewis anticipa nettamente la cambiata gestendo una progressione più lineare che gli consente di scaricare meglio a terra la potenza che, nel frattempo, è cresciuta. E lo si avverte chiaramente dal sound del V6 di Brixworth. Nonostante la scodata leggera in uscita di Curva 4, Hamilton ottiene il miglior primo intertempo fino a questo momento. Piccola scodata anche in uscita di Curva 10, ma nulla che possa compromettere la performance. Nelle pieghe larghe 11-12 è non si avverte più il saltellamento che ieri era evidente anche da una superficiale analisi uditiva. Stessa assenza si riscontra nel rettilineo che immette sulle ultime due curva. Il giro è sembrato incoraggiante.

Sensazioni confermate dal giro di Russell che, pur palesando delle difficoltà in uscita di Curva 3 (infatti paga rispetto al compagno) emerge alla distanza e marca i miglior intertempi negli altri settori. Per il resto l’inserimento è preciso e la percorrenza lineare. L’azione dell’a vettura è assecondata da una trazione finalmente stabile con il pompaggio praticamente assente. La W13 sembra oggi un’altra monoposto.

Nel frattempo, nel suo secondo assalto con gomma soft, Verstappen va lungo a Curva 1 e abortisce immediatamente il suo giro. Dopo l’errore prova un altro giro push in cui non migliora del T1 ma ottiene un T2 perfetto che contribuisce a dargli la vetta della classifica. Da annotare, pertanto, che il miglior tempo di giornata è stato ottenuto con una gomma al secondo tentativo. Segno che la RB18 gestisce al meglio il compound sia termicamente che sul fronte usura.

Diamo uno sguardo anche all’azione di Sergio Perez che chiude col terzo tempo e con il miglior primo settore. Salta subito all’occhio una differenza abbastanza evidente con Max Verstappen e la cosa sorprende: risulta molto aggressivo sui cordoli. Dopo aver terminato il giro si lamenta in radio per la gestione di curva 8.

In effetti, nella lenta piega destrorsa, scoda vistosamente in uscita lasciando diversi centesimi di secondo. Nel conciliabolo che effettua col suo ingegnere (molto loquaci i due) evidenzia che la temperatura dell’asse posteriore è leggermente salita nel T3. Cosa che si è riverberata su una non perfetta conduzione del complesso destrorso 14-15. In ogni caso il giro è sembrato piuttosto solido con margini di miglioramento se ripulito da qualche scodata di troppo che può essere stata alla base del surriscaldamento delle Pirelli C5 posteriori. Tant’è che, dopo due giri di cooling down, il messicano riprova a fare il settore due ottenendo la sua miglior prestazione non lontana da quella del team mate.

Passiamo sulla 44 per la canonica prova di partenza. Mano sinistra, come al solito, in alto a controllare la frizione. Lo scatto, come successo ieri, è stato pulito. Leggero pattinamento nella cambiata tra la terza e la quarta marcia ma progressione lineare. Da questo punto di vista la W13 sembra essere “sul pezzo”.

Tracciando un rapido bilancio terminale possiamo osservare le seguenti evidenze: La Red Bull resta la macchina favorita. Lo dimostra il tempo di Verstappen arrivato al secondo tentativo con una gomma C5 non freschissima. Ottima anche la sessione di Sergio Perez che contiene in distacco dal leader e comprende subito quali sono le curva in cui poter trovare del margine.

In Mercedes hanno dimostrato di aver fatto un grande step in meno di 24 ore. La vettura ha mostrato meno porpoising ed una generale stabilità giunta quando la potenza della power unit è leggermente salita. Il distacco dalla vetta non è enorme, ma si ha la sensazione che per la pole position – e in generale per la prima fila – sia ancora troppo presto. Di certo la W13 ha dimostrato di poter essere una spina nel fianco delle due scuderie, Ferrari e Red Bull, che al momento sembrano avere il miglior pacchetto.


F1-Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1TV

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