Il silenzio è stato rotto. Una calma apparente dopo i pre-season test di F1 spazzata via da una frase concisa, perentoria, che possiamo così riassumere: “In Bahrain non ci accontentiamo del secondo posto”. Una posizione forte, agitata con la convinzione di chi sa bene cosa stringe tra le mani. Un progetto tecnico, quello relativo alla Ferrari F1-75, nato sotto il segno della speranza. Ma un semplice auspicio è in grado di produrre una presa di posizione di tali calibro considerando il recente passato fallimentare?
Il messaggio ribadito nella giornata di ieri dall’ingegnere spilungone della Rossa fa seguito all’atteggiamento tenuto in sede di presentazione. Deciso, lo scenario descritto da Mattia propone un contesto carico di garanzie, ottenute dopo aver testato in pista l’ultima nata in casa Maranello. In F1 la pratica del sandbagging è cosa nota. Lo è durante l’arco della stagione, figuriamoci durante le prime sgambate stagionali. E allora da dove deriva tanta fiducia nei propri mezzi?
Noi di FormulaUnoAnalisiTecnica abbiamo seguito con particolare interesse la condotta della vettura italiana nelle due mini-settimane di test. Abbiamo raccontato live le prime impressioni per poi, a grandi linee, riassumerle attraverso uno scritto fruibile a questo link.
Le soluzioni tecniche pensate dalla Ferrari hanno soddisfatto ampiamente. Questo è un dato di fatto inconfutabile. La correlazione tra i dati raccolti sui circuiti e quelli prodotti alla GES esiste. Un match al 100% effettivo che ha fatto sorridere non poco i tecnici del Cavallino Rampante. Sotto il profilo aerodinamico le soluzioni implementate hanno generato una monoposto “facile” da guidare. Un handling che, malgrado qualche regolazione di troppo dovuta al pompaggio aerodinamico, fenomeno fastidioso che ha messo in difficoltà varie scuderie, ha concesso di sfruttare appieno le caratteristiche insite nella vettura modenese, auto che potremo definire “completa” nel suo atteggiamento.
I piloti, per di più, hanno potuto sperimentare gli effetti delle varie configurazioni relative al fondo. Elemento cruciale nella generazione del carico all’interno del nuovo contesto normativo. Lo studio di tale aera della monoposto sarà attenzionato in maniera particolare durante il mondiale, visto i benefici che ne derivano. Medesimo discorso per il lavoro sul diffusore. Grazie all’illustrazione del nostro collaboratore Francesco Bianchi, possiamo analizzare le ulteriori due specifiche utilizzate. La prima senza dubbio risulta alquanto peculiare e riguarda la porzione che staziona davanti alle gomme posteriori.
Scorrendo la zona dell’undercut, partendo dal punto più lontano rispetto alla ruota e dirigendosi verso il retrotreno, gli uomini in rosso hanno creato un “taglio” che di fatto riduce la superficie. Senza dimenticare l’ulteriore modifica sullo slot che interrompe il fondo, utile ad “inghiottire” le turbolenze prodotte dal rotolamento dello pneumatico posteriore che, altrimenti, resterebbero “incastrate” dando vita ad una perdita aerodinamica da non sottovalutare.
La seconda versione in stile McLaren, invece, prevede un’appendice rialzata che scorre longitudinalmente. Prende il posto del taglio della versione menzionata nel paragrafo precedente, sostituita da una forma a “L” sostenuta da 5 ancoraggi. L’obbiettivo consiste nel sigillare il fondo per evitare una perdita aerodinamica generata dall’inserimento laterale dei flussi più lenti.
Spostandoci sul lato meccanico della F1-75,dobbiamo necessariamente parlare delle attività svolte sulla power unit. Il V6 che spinge la vettura italiana pare un’opera davvero interessante. Sfruttando la tecnologia già testata nell’ultima parte della stagione 2022 e le ulteriori modifiche apportate ai due moto generatori MGU-H e MGU-K presenti nell’attuale versione, il propulsore ha realizzato un salto di qualità notevole. Lo abbiamo notato attraverso lo studio degli on board, apprezzando un incremento rilevante di potenza relativo all’endotermico in accelerazione, che a sua volta va sommato all’efficienza del sistema ibrido.
Il congelamento triennale delle unità di potenza ha costretto i tecnici delle scuderie a produrre il massimo sforzo al riguardo. Sotto questo aspetto, i motoristi della Rossa hanno finalmente fatto centro. Secondo le indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, i dati ottenuti in pista pare abbiano addirittura superato le aspettative. Sebbene le conferme finali arriveranno solamente domenica durante il Gran Premio del Bahrain, dove potremo studiare a fondo il rendimento dell’unità di potenza messa sotto stress, la consapevolezza di aver svolto alla grande il compito richiesto per una sfida al vertice sussiste.
Le certezze di Binotto si basano quindi su fattori ben precisi. Una presa di coscienza, quella dell’ingegnere di origini svizzere, basata su fatti concreti raccolti nelle ultime settimane. Quel “Semmai abbiamo qualcosa in più…”,riferito alle prestazioni motoristiche ottenute, non è stato detto certo a caso. Attraverso i dati GPS, infatti, i riscontri acquisiti in relazione alle altre vetture hanno offerto garanzie bene precise.
Poco più di quarantotto ore ci dividono dall’inizio del campionato. L’attesa per il mondiale 2021 sta per esaurire le proprie forze e le chiacchiere, finalmente, lasceranno spazio ai fatti. Il sogno Ferrari cullato nell’ultimo anno e mezzo prenderà corpo, destandosi dal sonno per dare vita all’intento tanto bramato: tornare a vincere…
F1-Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari
Illustrazione: Federico Bianchi