F1 – Porpoising. Un fenomeno di cui si dibatte sin dal primo giorno dei test invernali di Barcellona ma che, invero, non rappresenta una novità nelle ruote scoperte. Il porpoising era un problema contro cui i tecnici lottavano già negli anni ’80 e prima ancora. In quella fase storica si era proposto in maniera particolarmente massiccia per via delle prime wing-car che offrivano sfide inedite per gli aerodinamici.
Ma da dove nasce questo “evento tecnico” che di certo non facilita la ricerca del giusto set-up della vettura? Quel movimento ondulatorio che si osserva soprattutto in rettilineo deriva da una perdita improvvisa di carico acuita dall’apertura del DRS che scompensa il bilanciamento aerodinamico globale della vettura.
Una variabile quindi non inedita che l’ala mobile aggrava e che non è facilmente prevedibile in galleria del vento. Cosa che ha portato a non riuscire a simularlo al CFD. Gli ingegneri sono all’opera per contenerlo e già al Montmelò si è visto un fitto lavorio sulle aree esterne dei fondi.
I tecnici, per provare a sigillare ulteriormente quella zona così sensibile, hanno progettato estremità dei pavimenti che flettono e, in qualche misura, tendono a replicare l’effetto delle cosiddette minigonne che venivano montate sulle vetture degli Anni ’80. Questa necessità di generare carico dalla parte bassa delle macchina è alla base dell’evento che potrebbe essere ovviato in maniera piuttosto immediata.
E proprio su questo fronte, negli ultimi giorni, la Ferrari ha lavorato perché al Montmelò è rimasta piuttosto spiazzata dal verificarsi di quel movimento ondulatorio. Da Maranello trapela una certa soddisfazione soprattutto sul chilometraggio completato e, conseguentemente, sull’affidabilità. Questi i punti fermi ai quali bisogna abbinare la risoluzione dell’effetto porpoising. Che è l’obiettivo principale, quasi fondante, dei prossimi test in calendario tra esattamente sette giorni.
Aerodinamici e telaisti stanno provando a capire come gestire la cosa. Una realtà certamente molto complessa da affrontare e per risolvere la quale, già nelle sessioni di prove del Bahrein, sono in programma degli aggiornamenti mirati. Sia di set-up che sul versante aerodinamico con un pacchetto di migliorie. In questa settimana il lavoro al simulatore è stato piuttosto inteso per cercare almeno di trovare assetti idonei alla limitazione del fenomeno che, contestualmente, non facciano perdere performance alla F1-75 che ben si è districata tra i cordoli del tracciato catalano.
Per molti, soprattutto nell’ambiente Mercedes, la Ferrari sarà il team da battere (leggi qui). Allo stato attuale però è molto difficile poter dire esattamente il ruolo che la Rossa giocherà nel corso del Campionato 2022. Il livello di carico del carburante è solo un fattore che, nei test, rende difficile la previsione. Molto, infatti, dipenderà da quale sarà il tempo che “la Scuderia” impiegherà per superare la questione del pompaggio aerodinamico.
La sensazione, confermata tra l’altro dalla McLaren che in Spagna non ha praticamente sofferto del porpoising, è che nella prima fase del mondiale le F1 che avranno immediatamente superato l’impasse potrebbero godere di un buon margine cronometrico che, in pochi gran premi, andrà ad annullarsi.
Seppure si è trattato di una situazione inattesa e nonostante le sospensioni 2022 non possano più contare sugli inerter che sarebbero stati utilissimi per limitare il movimento sussultorio, è giusto ritenere che i team, Ferrari compresa, si lasceranno ben presto allo spalle questo concetto che passerà di moda piuttosto celermente.
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari