Si apre con una doppietta Ferrari la stagione 2022 di F1. Un risultato che davvero in pochi avevano previsto alla fine dello scorso anno. Una F1-75 con tanti pregi ha chiarito alcune incognite che erano rimaste sulla gestione della gara. I diversi attacchi della Red Bull, tramite una strategia mirata, non hanno precluso il trionfo del Cavallino Rampante. Un grande bottino anche in ottica costruttori, con entrambe le vetture austriache ritirate nel finale. Cominciamo, quindi, con la prima analisi prestazionale del mondiale.
Durante i primi giri sono state mantenute le posizioni, con Sainz che non è riuscito a dare fastidio a Verstappen. Lo spagnolo ha perso un po’ di terreno dalla coppia di testa, anche per via di un leggero sottosterzo che il muretto ha cercato di curare tramite diversi settaggi su freni e differenziale. Tuttavia, la modifica più efficace per eliminare questo comportamento è stata messa in atto con un cambio di incidenza dell’ala anteriore durante le fasi di pit stop.
Al contrario, Charles ha saputo imporre un buon ritmo riuscendo ad essere molto efficace nel settore centrale ed in quello finale. Soprattutto nell’ultimo tratto la monoposto modenese “scappava” via. L’ottima trazione è stata senza dubbio un’arma molto efficace per difendersi e attaccare la Red Bull. Detto ciò, nella prima parte di gara, l’obiettivo principale del muretto Ferrari è stato quello di riuscire a creare un gap di sicurezza in vista dello stop.
Ricordiamo che su questo tracciato il degrado si è rivelato abbastanza elevato, fattore che porta la strategia dell’undercut ad essere molto potente. Ogni pilota, quindi, ha goduto di un vaneggio decisivo fermandosi prima di chi lo precedeva. In quest’ottica, gli strateghi Ferrari hanno dovuto prestare particolare attenzione a questo aspetto.
Il campione del mondo in carica ha sofferto diversi problemi nella parte iniziale di gara, lamentandosi della scarsa trazione che di fatto ha inficiato negativamente sul rendimento. Una caratteristica dovuta ad un eccessivo degrado delle gomme posteriori, situazione con la quale hanno dovuto convivere molti piloti.
Dietro, le due Mercedes hanno faticato con il pieno di carburante. Le W13 hanno patito un sottosterzo cronico. Anche per questo motivo, la vettura di Hamilton è stata la prima ad entrare in corsia box per giocare la carta della gomma Hard. Una mescola che si è rivelata molto difficile da mandare in temperatura.
Nel primo stint i dati sul passo gara indicano chiaramente che il livello tra le due vetture contendenti alla vittoria era praticamente il medesimo. Più arretrato Sainz, in lotta contro alcuni problemi di overbalance. Perez ha girato sui tempi di Lewis anche per via della sua posizione di partenza non ottimale a livello strategico.
Al giro 15 arriva la prima sosta di Max Verstappen per tentare un prevedibile undercut sul Leclerc. gli ingegneri di Maranello, ovviamente, avevano tenuto in conto tale scenario, programmando in primis la fermata ai box con Sainz per mettere pressione alla Red Bull. Tuttavia il pit stop è avvenuto in contemporanea con l’olandese e il muretto della rossa non ha potuto evitare l’attacco.
L’undercut della scuderia austriaca si è rivelato davvero efficace, con oltre 3 secondi guadagnati in una sola tornata. Tale provvedimento ha portato Max a ridosso del pilota monegasco. La grandissima difesa da parte di Charles, malgrado abbia accusato alcuni problemi all’energy recovery system (clicca qui per saperne di più attraverso l’analisi on board), che non li consentivano immagazzinare la corretta quantità di energia, ha di fatto respinto al mittente l’attacco di Verstappen.
Durante il secondo stint la Ferrari si è concentrata nuovamente nel creare un delta più grande sulla numero 1, con il chiaro obbiettivo di proteggersi in vista del secondo stop. Era infatti fondamentale evitare che Max si fermasse prima di Leclerc, o comunque fare in modo da evitare un ulteriore attacco. Gli ingegneri Mercedes, o scorso anno, in più occasioni avevano stupito effettuando stop anticipati proprio per evitare gli attacchi della Red Bull.
Detto questo, Verstappen si è progressivamente allontanato nelle forme fasi del secondo stint, visto alcune problematiche relazionate all’handling della sua vettura. La davanti, il box Ferrari ha cercato di concentrarsi sulla mera amministrazione delle coperture curando soprattutto l’approccio in curva 12, dove molta energia viene immessa sugli pneumatici e la temperatura tende ad alzarsi facilmente.
In terza posizione Sainz ha portato avanti una gara piuttosto difficile, con l’asse l’anteriore che con troppo facilità “usciva” dalla temperatura ottimale. Benché l’ipotesi delle tre soste sia stata comunque presa in considerazione, visto la bravura di Perez nel curare i compound, è stata poi scartata considerando l’andamento della gara.
Alla tornata 29 è arrivato il secondo stop per Hamilton che dalla Hard è passato alla Media. Bonnington, ingegnere di pista del britannico, ha consigliato di non stressare eccessivamente le Pirelli a banda gialla per non accorciare la vita utile dello pneumatico. Nello stint precedente, infatti, Lewis aveva strapazzato le gomme dure trascurando il warm-up. Decisione ha compromesso l’intero run.
Due giri più tardi Verstappen giocava nuovamente la carta undercut, montando questa volte le medie. Al passaggio successivo viene richiamato Leclerc. Anche durante il secondo stop in Ferrari non sono riusciti a contrastare l’attacco. Questa volta, per lo meno, hanno creato un vantaggio più ampio all’uscita dei box. Per questo Max si è lamentato molto in radio, sostenendo come spingere durante l’out lap gli avrebbe permesso di sopravanzare Charles.
Il duello Sainz-Perez non ha visto attacchi diretti in pista, limitando la battaglia sulla strategia. Benché entrambi i piloti abbiamo sostituito le coperture allo stesso giro, il trentaquattresimo, le posizioni sono state mantenute. Gli ingegneri della rossa, guidati da Inaki Rueda, in questo caso hanno reagito bene neutralizzando un attacco del messicano potenzialmente molto pericoloso. Sulla vettura di Carlos viene montata la gomma Media, che pareva offrire riscontri migliori in quel momento, mentre al box della Red Bull Bull hanno optato per la Soft.
Più tardi arriva addirittura la terza fermata per Max Verstappen, sulla quale Ferrari ha preso tempo. Il remote g garage a Maranello, dopo uno studio sui dati, ha deciso di non reagire, consapevoli che il bottino di 29 secondi avrebbe concesso al monegasco una facile gestione dell’ultima parte di gara. La Safety Car provocata dal ritiro di Gasly sconquassa il piani della Ferrari, costretta al cambio gomme. Leclerc mantiene comunque la pozione su Verstappen, malgrado l’olandese si ritrovi nuovamente negli scarichi della F1-75.
In questo scenario, come spesso accade a tutti i piloti, Charles si è lamentato di non riuscire a mantenere in temperatura le mescole. Qualche grattacapo anche per Max legato allo sterzo. Una problematica non da poco, essendo estremamente difficile gestire la monoposto in tali condizioni. Allo “strappo” il monegasco è riuscito a prendere il giusto margine per scongiurare un’ulteriore battaglia, prendendo un cert margine sulla RB18 senza particolare affanno.
La gara per la Red Bull riserva un finale drammatico. Entrambe le vetture sono costrette al ritiro per un problema relativo al carburante creato al collettore. Un doppi zero molto pesante in ottica campionato considerando la doppietta Ferrari.
In ultima istanza, risulta interessante analizzare globalmente i diversi stint. Il grafico in alto indica il passo medio durante tutto l’arco della gara, senza tener conto dei compound utilizzati. Benché il dato sia meno accurato, ci fornisce un buon indice per valutare le forze in campo. Leclerc ha tenuto il miglior ritmo, come era prevedibile, seguito da Verstappen a 2 decimi. Seguono Sainz e Perez, con lo spagnolo in grado di mantenere un vantaggio di 1 decimo sul messicano. Chiude questa classifica Hamilton che conferma ancora una volta il momento difficile che stanno affrontando in Mercedes.
Da un punto di vista generale, il degrado sulla F1-75 è parso più contenuto rispetto alle monoposto di Milton Keynes, dato molto importante che possiamo “estrarre” attraverso questa valutazione. A tal proposito è stato fatto un ottimo lavoro dai ferraristi, soprattutto considerando che Red Bull è dotata di una sospensione anteriore pull-rod che, in linea generale, dovrebbe risultare più gentile sulle mescole. Durante i prossimi giorni, sulle pagine di Formula Uno Analisi Tecnica, seguirà un’analisi più dettagliata sui centri di rollio, per capire meglio la situazione da questo interessante punto di vista.
F1-Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing