F1 – Terzo turno di libere in Arabia Saudita che si disputa dopo una giornata di profonde riflessioni seguite all’attacco missilistico agli impianti della Saudi Aramco che distano pochi chilometri dal tracciato. Dopo lunghe discussioni il Circus ha deciso non fermarsi avendo ricevuto garanzie che il tutto si svolgerà in piena sicurezza.
Nelle prime due sessioni abbiamo osservato una Mercedes alle prese con l’irrisolto problema del pompaggio aerodinamico che, in linea di massima, sembra essere stato leggermente contenuto anche grazie alle caratteristiche di un asfalto più levigato rispetto a quello di Sakhir che aveva messo particolarmente in crisi la W13.
Sul fronte dei rivali, la Red Bull ha svolto il suo programma mostrando qualche leggera difficoltà con gomma soft alla quale ha fatto da contraltare una simulazione passo gara veramente solida in termini di ritmo e di costanza di prestazioni. Tuffiamoci negli abitacoli per la nostra consueta analisi.
Sessione al via. Tutto tace nei box delle nostre osservate speciali.
Scende in pista Lewis Hamilton. Soliti controlli radio e prime indicazioni sulla frizione con Bono che avvisa che è tutto nei parametri. L’inglese è con gomme hard. Un solo giro di installazione prima di rientrare ai box e spegnare il motore. Peter Bonnington avvisa che il pilota starà fermo una decina di minuti. Pertanto ci spostiamo nel garage confinante.
In Red Bull si è scelto di scaricare ulteriormente la vettura di Max Verstappen che ora usa la medesima configurazione adoperata ieri dal Sergio Perez. Evidentemente gli uomini di Milton Keynes reputano di aver risolto i piccoli problemini nel misto che ieri si erano presentati soprattutto nella simulazione di qualifica con gomma soft.
Dopo un quarto d’ora dal semaforo verde, la sessione stenta a decollare. Poca l’attività in pista. Al momento solo le due Ferrari, Valtteri Bottas e Lando Norris hanno marcato un tempo.
Max Verstappen si cala nell’abitacolo e allaccia le cinture. Sta per iniziare la giornata dell’olandese. Attività che è cominciata per Perez. Primo giro con gomma soft per il messicana che, con i suo ingegnere, fa i soliti controlli dei sistemi.
Riparte l’attività di Hamilton che fa due giri ad un passo molto molto contenuto. Al terzo passaggio il britannico alza il ritmo. In curva 1-2 viene leggermente infastidito dalla presenza della Haas di Mick Schumacher che si sposta. Ma si sente il motore calare di giri. In curva 4 la W13 ha una leggera esitazione in percorrenza. Lewis decide di proseguire nonostante il giro nasca non perfetto. Il presto del passaggio è condotto con attenzione e senza spingere in maniera particolare. 1.31.023 e P8 per il 44.
Seguiamo il giro di Verstappen. Prima di passare sul traguardo Lambiase gli dice “Recharge off“, classico segnale che l’olandese può aggredire. C’è poco da sottolineare del passaggio se non un bloccaggio in Curva 27 che gli fa perdere molto tempo. Alla fine della tornata l’ingegnere gli dice che perde tre decimi da Gasly nel primo settore e comanda STRAT10 prima di avvisare che può provare un secondo assalto. “Track is clear” e parte il giro.
Stavolta il giro è tutto pulito e il tempo premia lo sforzo: 1.29.768 con personale migliore T1 e record nel T2 e T3. E’ il secondo tratto del tracciato saudita la roccaforte dell’olandese che tiene ottimamente il punto di corda della 13 e aggredisce per tutta la lunghezza il cordolo della piega successiva, la 14. La vettura sale abbondantemente sul manufatto senza subire scompensi d’assetto di sorta. Stavolta Curva 27, quelle che aveva dato problemi nell’assalto precedente, è condotta alla perfezione. Dopo la linea del traguardo Lambiase comunica “recharge on” e chiede un bilancio dell’assetto. Max è soddisfatto e dice: “E’ buono, non segnalo grandi problemi”. La Rb18 può rientrare ai box.
Riecco Hamilton in pista. STRAT 2 prima di partire per l’assalto al crono. Che dura ben poco perché, già a Curva 2, l’inglese decide di alzare il piede. Hamilton chiede il gap da chi precede per preparare con calma un nuovo giro di riscaldamento delle Pirelli soft.
Analizziamo l’azione del britannico. Il primo giro lanciato, al terzo passaggio, è strano. Sembra molto pulito tranne un leggero sovrasterzo nel cambio di direzione 4-5 e una “scodatina” veniale in curva 13, il tornantino. Questo assalto è condito da un po’ di traffico. Ma il crono non esce. Bono, subito dopo comunica che è troppo lento in curva 9 e 27.
Dopo un passaggio di cool down ritenta un altro giro in cui migliora il T1 per peggiorare gli altri due settori. Stavolta Bono avvisa che bisogna incrementare il passo in curva 16-17.
L’inglese effettua un altro passaggio di raffreddamento per poi provare un ulteriore assalto. Le cose migliorano leggermente nel T3. La sensazione è che Lewis abbia molto carburante per definire queste prove di qualifica. Infatti il vicecampione chiede di fare ancora un altro giro veloce, il quarto. In questo tentativo lima leggermente il T1 per contenersi negli altri due settori. Dopo aver passato la linea del traguardo Bono comunica il rientro. Sono nove i giri totali compiuti con questo treno, cosa che dice che il lavoro è stato mirato più al perfezionamento di alcune curve che alla ricerca del crono puro. Bonnington avvisa che il distacco da Verstappen è di nove decimi mentre la vettura torna in garage per spegnersi.
Passiamo sulla vettura n°1 per osservare la prova di partenza. Prima di fermarsi sul lato destro della pista Max esegue un bel po’ di accelerazioni per scaldare al meglio il compound dell’asse posteriore. Quando è fermo passa a folle, innesta la prima e scatta abbastanza bene. Ma, anche stavolta, si percepisce un leggero pattinamento nella cambiata in seconda marcia. Una costante già osservata in Bahrain. E’ un aspetto che in Red Bull devono sistemare al meglio. Subito dopo arriva la comunicazione di Lambiase che è tempo di ritornare ai box e di spegnere la power unit.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG F1