domenica, Novembre 24, 2024

Haas: l’addio ad Uralkali non è il vero problema

F1 – La Haas vive tutt’altro che un buon momento. A meno di un giorno dall’inizio della seconda sessione di test invernali, il team americano ha fatto sapere che per le prime quattro ore la VF-22 non sarà in pista a causa di un ritardo nell’arrivo del materiale. Al pomeriggio, per effetto della sostituzione di Nikita Mazepin, sarà Pietro Fittipaldi a calarsi nell’abitacolo della creatura di Simone Resta per proseguire in quel processo di svezzamento che a Barcellona è proceduto abbastanza a singhiozzo (leggi qui).

Ma le questioni tecniche, al momento, sembrano essere quelle che preoccupano meno il team fanalino di coda del campionato 2021. Così come la situazione che orbita intorno al pilota ufficiale che verrà risolta al più presto. Le faccende più grosse investono i mancati introiti derivanti della brusca conclusione dell’accordo con il main sponsor Uralkali coinvolto nell’embargo che le economie occidentali hanno applicato alla Russia in seguito alla sua aggressione all’Ucraina.

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Nikita Mazepin, Haas

La compagine di Gene Haas deve cercare nuovi e freschi capitali necessari ad affrontare le contingenze attuali ed a rinforzare i pilasti finanziari in vista di un futuro che al momento sembra piuttosto imperscrutabile. Anche da qui la ponderazione di diversi profili da affiancare a Mick Schumacher. Piloti che potrebbero portare in dote sponsorizzazioni munifiche.

Considerando gli sviluppi che stanno prendendo corpo nelle ultime ore quella della ricerca di nuovi partner si fa quasi un’impellenza. La Uralkali, in soldoni, non starà ferma e reagirà alla mossa della scuderia motorizzata Ferrari: la società russa, si legge in una nota, intende proteggere i propri interessi in linea con le procedure legali applicabili e si riserva il diritto di avviare procedimenti giudiziari richiedendo il risarcimento dei danni oltre il rimborso degli importi ricevuti dalla Haas.

Messa così la questione si fa delicata. Il colosso minerario ritiene essere irragionevole la mossa unilaterale della compagine statunitense che, invero, si adegua alle sanzioni poste in essere dal governo del Paese in cui opera. Nonostante il gruppo di Mazepin senior ritenga che lo sport, come si legge nel comunicato, debba essere libero dalla politica e dalla pressione di fattori esterni, la prosecuzione dell’accordo avrebbe violato disposizioni vincolanti prese prima dalla politica nazionale e poi dalla FIA stessa.

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Gene Haas, patron dell’omonimo team

Se è vero, come sostiene Uralkali, che la maggior parte della sponsorizzazione era già stata pagata alla Haas, nasce un problema abbastanza serio perché vi sarebbero gli estremi per la causa legale per il rimborso delle spettanze. Che il gruppo russo, a quanto pare, si accinge a chiedere.

Tali fondi, in caso di restituzione, confluirebbero nel finanziamento dello sponsor della nascente fondazione di supporto per gli atleti penalizzati dal ban alla Russia denominata “We Compete As One“. Un nome che scimmiotta quello della più famosa associazione messa in piedi dalla F1 e che ha il sapore della provocazione.

La questione sta tutta nel capire quanto Uralkali “pesi” nell’economia gestionale della squadra americana. Pare che l’entità del contributo dell’azienda russa al budget della Haas sia stata sopravvalutata. La rescissione del contratto che legava le parti non rappresenta – o almeno dovrebbe non farlo – un rischio per il futuro della squadra.

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Haas VF22 ala posteriore

La realtà è che Gene Haas è un imprenditore dalla risorse molto vaste che, negli ultimi anni, è stato reticente a spendere e ad investire troppi soldi nella F1. Se, a seguito di un ricorso, un tribunale gli intimasse di ripagare Dmitrij Mazepin avrebbe non solo la forza per farlo, ma riuscirebbe anche a ripianare le perdite derivanti dalla “morte” dell’accordo.

La questione, dunque, è piuttosto un’altra: quali strascichi produrrà la vicenda su una proprietà che negli ultimi anni ha visto il suo team crollare senza paracadute nei bassifondi della classifica? Gene Haas avrà ancora la volontà di andare avanti specie se la VF-22 dovesse non rivelarsi una vettura discreta nonostante il maggior numero di ore di galleria e di gettoni CFD acquisti “grazie” all’ultima piazza ottenuta nel mondiale 2021? Sono questi leciti e che aprono alla possibilità, recentemente paventata, di un passaggio di mano in favore del Michael Andretti che sta provando in ogni modo ad entrare in F1. Lo scenario è liquido ed ogni sviluppo è possibile.


F1-Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Haas

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