F1 – A meno di 48 ore dall’inizio ufficiale della stagione 2022 ci si interroga ancora sui livelli prestazionali emersi durante i sei giorni di test invernali. La sensazione, come spiegato in disparati approfondimenti, è che a darsi battaglia, almeno all’inizio, saranno Red Bull e Ferrari con la Mercedes ad inseguire leggermente attardata. Almeno finché non riuscirà a superare la difficoltà derivante dal pompaggio aerodinamico. Cosa che potrebbe succedere ben presto, specie se il nuovo fondo annunciato per le prime libere si dimostrerà efficace.
Meno leggibile è la situazione del midfield. Togliendo la McLaren (fresca di accordo con il colosso Google, nda) che potrebbe essere molto più vicina ai team battistrada di quanto si possa immaginare, la massa amorfa del centro gruppo non ha mostrato un vero padrone. Non ha palesato una compagine che possa stagliarsi sulle altre. Nei test abbiamo visto una buona Alpha Tauri, un’Alpine in chiaroscuro che ha dovuto affrontare qualche problema di troppo di affidabilità e il terzetto Alfa Romeo, Williams e Hass passare da momenti di profonda difficoltà ad attimi esaltanti. Specie sul fonte cronometrico.
All’appello manca l’Aston Martin. Un team dalle grandissime ambizioni, ricco e che sta provvedendo ad una stabilizzazione strutturale che dice quanta sia la voglia di Stroll senior di issarsi in cima alla F1. L’accordo con Saudi Aramco è di quelli pesanti e munifici. Capitali freschi che serviranno anche per la costruzione della galleria del vento con la quale la realtà di Silverstone intende smarcarsi dai servigi della Mercedes alla quale paga belle cifre per usufruire del suo wind tunnel.
Un tassello in direzione di un’autonomia che potrebbe essere totale se certi paventati propositi si concretizzassero (leggi qui). Non più di un paio di settimane fa, infatti, Mike Krack, team principal della scuderia anglo-canadese, ha riferito che, in presenza delle giuste condizioni, si potrebbe pensare di costruirsi in casa anche le power unit dando così il benservito agli amici di Brixworth. L’occasione si potrebbe cogliere quando vi sarà lo switch ai sistemi ibridi V6 da 1,6 litri (come quelli attuali) ma senza senza MGU-H e con la potenza elettrica aumentata a 350 kilowatt.
Il manager lussemburghese ha ammesso che le nuove norme in arrivo per il 2026 porranno maggiore enfasi sull’energia elettrica rispetto ad oggi ed è quindi naturale che una marchio come Aston Martin le esamini attentamente per valutarne i vantaggi di lungo periodo da sfruttare anche e soprattutto nella produzione di auto di serie.
Idee ad ora solamente abbozzate che sono sintomatiche di una strategia aziendale chiara e votata al perseguimento spasmodico della vittoria. La AMR22 è quello strumento che rappresenta la base di una struttura più grande che deve mettere la scuderia di Lawrence Stroll al centro del Circus iridato.
La vettura è parsa buona anche se non ha rubato l’occhio con prestazioni finora non da urlo. Ma gli uomini di Andrew Green, il direttore tecnico, potrebbero aver scelto un profilo basso per evitare di attirare sguardi su un concept di auto molto particolare e che tende a differenziarsi nettamente dalla W13 con la quale condivide power unit e trasmissione.
Il GP del Bahrain inizierà a dare le prime indicazioni sul vero potenziale di una macchina che potrebbe addirittura essere rivoluzionata con una serie di adeguamenti in fase di valutazione. I piloti titolari sono ansiosi di verificare il valore della macchina. Lance Stroll, discutendo dei sei giorni di prove invernali, ha parlato di un “passo verso l’ignoto“. Una situazione comunque stimolante da affrontare con l’approccio giusto. Ossia quello di apprendere giro per giro il comportamento del mezzo in un percorso di sviluppo calendarizzato. In tal senso sarà decisivo il ruolo che gli stessi conducenti andranno a giocare nel rilasciare i propri feedback agli ingegneri.
E su questo versante quanto mai prezioso sarà il lavoro di un quattro volte iridato che metterà al servizio della compagine britannica la sua smisurata esperienza e la sua sensibilità da pilota-collaudatore. Sebastian Vettel ha riferito che queste vetture di F1 sono incredibilmente diverse dalle precedenti in termini di feeling e di guidabilità. L’obiettivo raggiunto durante le prove, nonostante qualche intoppo dovuto all’immaturità del progetto, è stato quello di apprendere il più possibile le caratteristiche di auto basate sull’effetto suolo.
Vettel si è detto certo che sin dalle qualifiche ci sarà battaglia serrata. Preconizzando, quindi, che i divari tra i competitor saranno molto stretti. Se la cosa fosse confermata significherebbe che Liberty Media, il mandante, e la FIA, l’esecutore, avrebbero colto nel segno con il nuovo corpo regolamentare. Non bisogna attendere molto, poche ore e vedremo finalmente le carte sul tavolo da gioco.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin, Alessandro Arcari