Oggi si apre una settimana di grande importanza per la F1 che prelude a quella in cui ci sarà il primo atto stagionale col GP del Bahrain. A partire da giovedì le vetture saranno in pista per la seconda e conclusiva tre giorni di test invernali nella quale i team sono chiamati a dare un’accelerazione decisiva ai loro programmi di sviluppo. A Barcellona abbiamo potuto osservare il vero e proprio proliferare di interpretazioni aerodinamiche del nuovo contesto normativo che ha lasciato più fantasia ai progettisti di quella che si immaginava in fase di delibera.
Nuove norme per nuovi valori in campo che potrebbero vedere penalizzati chi negli ultimi anni ha fatto il bello ed il cattivo tempo vincendo tutto ciò che c’era da vincere. Un’evidenza di cui in Mercedes sono consapevoli ma che non viene vissuta in maniera afflittiva. Non si crede, insomma, che lo stravolgimento tecnico sia stato frutto di un processo che voleva fermare lo slancio di chi ha ottenuto otto titoli costruttori consecutivi.
Le regole sono state progettate con l’intenzione di chiudere il gap tra i dieci contendenti e per farlo è stato instaurato una sorta di bilanciamento tecnico delle prestazioni che che offre una scala di tempo scorrevole delle ore di galleria del vento e dei gettoni CFD in base al piazzamento in campionato. Il che significa che Mercedes, in soldoni, godrà di minori possibilità di manovra rispetto alla Haas. Il rischio, calcolato dai legislatori, è che un top team possa trovarsi a non essere più tale.
Toto Wolff, parlando nel nuovo contesto, ha ritenuto che essere primi, secondi o terzi nel campionato precedente non abbia determinato grossi impatti visto che le differenze di ore di wind tunnel e di CFD non sono così marcate. Diverso è il discorso se si è più giù. Situazione, ad esempio, vissuta dalla Ferrari che era quarta a giugno, quando scadeva la dead line per definire il quadro operativo.
Il team principal e co-proprietario della Mercedes ha calcolato in un paio di decimi di secondo il vantaggio che la Rossa potrebbe aver accumulato sulla concorrenza visto il maggior numero di ore di sviluppo su cui poter contare. Un margine gestibile e che a Brackley pensano di poter ricucire. Diverso è per chi era arrivato più attardato. Le scuderie del liquido midfield avranno un ulteriore 20% in più di tempo di sviluppo che le renderà più competitive.
Una situazione oggettivamente svantaggiosa per chi ha battuto il cammino e che potrebbe avere maggiori difficoltà derivanti anche dal budget cap. In Mercedes, su questo aspetto, cercano di non far drammi e ritengono che sia un bene per lo sport l’aver ricompattato – o almeno provato a farlo – il gruppo.
Le nuove regole come un momento di svolta per l’intera categoria secondo Wolff che, dopo Barcellona, ha ammesso che la varietà di percorsi di progettazione intrapresi da ciascuna squadra siano il punto culminante di questo sport. Ognuno ha scelto una filosofia concettuale definendola almeno un anno fa. Ogni squadra vi ha creduto ed è andata per la sua strada senza l’assillo di osservare cosa stessero facendo gli altri. Da qui interpretazioni disparate che dovranno superare l’esame della pista.
Naturalmente, col passare delle gare, una certa convergenza tecnica sulle soluzioni più efficaci ci sarà. Anche questo modo di procedere è connaturato alla F1. Ma nei test che partiranno tra quattro giorni le divergenze estetiche potrebbero addirittura acuirsi poiché ogni equipe ha in cantiere dei pacchetti evolutivi più o meno importanti che proseguono lo sviluppo delle rispettive basi concettuali. La consonanza tecnica potrebbe quindi aversi solo più avanti, quando la stagione sarà entrate nel vivo. E con essa anche le eventuali differenza cronometriche andranno assottigliandosi.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1