venerdì, Novembre 15, 2024

Revisione del budget cap: la FIA sostiene le squadre che vogliano investire in strutture ed attrezzature

F1 – Si è sempre detto che il volere supremo di Liberty Media è quello di creare una F1 bilanciata, nella quale ognuno dei dieci team presenti nel paddock abbia la possibilità di competere per la vetta. Da questa visione ne sono nati una serie di provvedimenti atti a livellare i valori in campo: quello che definiamo balance of performance tecnico, ossia la contingentazione dell’uso della galleria del vento e dei CFD in base ai risultati sportivi, le nuove regole tecniche che di fatto hanno eroso alla base i vecchi rapporti di forza e il congelamento di parti critiche di una vettura: motori e trasmissioni che non potranno essere modificate per 4 anni.

Queste le novità in un contesto di revisione dei bilanci senza precedenti. Il budget cap è forse l’atto più rivoluzionario per una categoria che spesso è stata abituata a non fare i conti con portafogli asfittici. Il dubbio viene proprio su quest’ultimo provvedimento. Sta davvero funzionando nel limitare le distanze tra i top team e le squadre del liquido midfield? Sta permettendo – o consentirà – ai protagonisti di bassa classifica di scalare posizioni verso l’alto?

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F1 – Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA

Dopo un anno dall’entrata in vigore del sistema è difficile dire quali ricadute concrete abbia generato. Gli effetti saranno valutati nel medio temine e probabilmente dopo che ha agito in abbinamento agli altri dispositivi legislativi sopra menzionati. Di certo, nella prima fase di applicazione, qualche malfunzionamento è stato notato. Anche perché capire puntualmente dove e come i team spendono le risorse che riescono a stoccare è un gran bel problema.

C’è un caso singolare che ha messo in crisi l’architettura che sorregge il principio del budget cap. L’Aston Martin di Lawrence Stroll è una squadra con grandi ambizioni e con molti capitale da investire. In un’ottica di crescita, l’equipe con sede a Silverstone, vuole affrancarsi della Mercedes con la quale è costretta a condividere la galleria del vento. O per meglio dire è obbligata a fittarla visto che il tunnel è di proprietà tedesca.

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Sebastian Vettel a bordo della Aston Martin AMR22

Il regolamento vigente in materia finanziaria permette un investimento di 45 milioni di dollari su base pluriennale. Una cifra che sembra importante ma che non lo è se si vuole arricchire il parco attrezzature di una determinata scuderia. Il suddetto ammontare basta per la gestione ordinaria delle strutture divenendo un vincolo abbastanza importante per chi vuole ampliare le proprie disponibilità immobili e strumentali. Atto necessario se, appunto, si spera di colmare il gap con la squadre che dettano il passo in pista ed in materia tecnologica. Elementi che vanno a braccetto.

Il legislatore, sotto le pressioni di Aston Martin e di altre realtà, ha quindi apportato una correzione al testo di riferimento della F1 introducendo delle modifiche al cosiddetto capital expanditure, la norma che prevedeva di poter spendere fino a 45 milioni di dollari per investimenti che accrescono il patrimonio della compagine. La FIA non ha fatto altro che rendere più efficaci le regole specificando meglio cosa si può e cosa non si può fare.

Sul tema gallerie del vento – e non solo – il precedente contesto prevedeva che le spese per i fabbricati non rientrassero nel budget cap. Ma ad essere oggetto di limitazioni erano i costi per riempire gli impianti stessi. In soldoni, per acquistare i macchinari e gestirli non si poteva sforare il capital expanditure di cui sopra. Una contraddizione, un elemento piuttosto illogico che sembra essere stato sanato.

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Modello monoposto 2022 testata nella galleria del vento

L’occasione è stata un recente incontro della F1 Commision nel quale si è trovata una linea compromissoria. Si è pertanto fotografata una voce di spesa specifica che sia dedicata ai wind tunnel. Ma attenzione, abbiamo detto che si tratta di un compromesso. Quindi potranno beneficiare del provvedimento rivisto solo le compagini sprovviste della struttura. Ed è, a ben guardare, una strategia logica altrimenti la cosa sarebbe andata a favorire ulteriormente le realtà già dotate del prezioso strumento mantenendo il solco sugli altri ben spalancato.

Questa vicenda dimostra come la FIA, sotto indicazioni di Liberty Media, non stia lasciano nulla di intentato per arrivare ad applicare quella visione di un sport più equo e nel quale i principi cardine sono la sostenibilità e l’imprevedibilità. Una storia che mostra un’altra evidenza: quanto Aston Martin sia determinata a diventare un punto di riferimento della categoria nella quale intende permanere a lungo poiché certi investimenti li affronta solo chi non vuole essere di passaggio.


F1-Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, FIA, Alessandro Arcari

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