F1 – Voto zero. Come i punti in classifica dopo il GP del Bahrain. La Red Bull è di certo la delusione della gara d’apertura del campionato del mondo 2021. Chiaramente è in buona compagnia vendendo le prestazioni offerte, ad esempio, da Aston Martin e soprattutto da McLaren che molti pensavano essere la quarta forza ed invece si trova a nuotare nelle torbide acque della bassissima classifica.
La RB18 non ha deluso per il livello prestazionale. Anche se, va detto con franchezza, ci si attendeva di più dopo i test invernali e dopo aver visto gli update portati su una macchina molto aggressiva nella filosofia aerodinamica. Lo scontento emerge per l’affidabilità che ieri è del tutto mancata. Fatto che ha spiazzato gli stessi protagonisti che ancora ora si interrogano sui perché di un clamoroso doppio ritiro a pochi metri della bandiera a scacchi.
Nel clan di Milton Keynes sono quindi tante le domande a cui rispondere. A partire da una pessima gestione delle gomme per finire alle soste ai box che stranamente non sono state efficaci. Cosa che in passato rappresentava una sorta di marchio di fabbrica per la compagine inglese. Ovviamente l’istanza più seria da risolvere, tra l’altro alla svelta perché venerdì sarà già tempo di prove libere del GP dell’Arabia Saudita, è quella relativa alla doppia defaillance motoristica.
Andiamo per gradi. Le difficoltà emerse in gara per la RB18 sono state molteplici (leggi qui l’analisi on board per approfondire). Prima di affrontare il topic caldo degli ultimi passaggi, bisogna analizzare gli altri momenti di tensione verificatisi durante l’arco del Gp di Sakhir. E’ stata soprattutto la vettura n°1 soffrire.
Un vero calvario per Verstappen che ha dovuto fronteggiare un continuo surriscaldamento del freni anteriori che ha anche determinato un pessima gestione del compound Pirelli. Tanto che, in radio, si è aperto più di una volta lamentando un sottosterzo fastidioso che si è presentato in ogni stint e con ogni mescola. Una problema che in Red Bull non si aspettavano perché non era emerso né nei test né nella mini-simulazione del venerdì pomeriggio.
L’inseguimento furioso – e senza esito positivo – alla Ferrari di Charles Leclerc ha messo la RB18 in condizione di “sovra-performare” incontrando difficoltà di vario genere. Qualche campanello d’allarme è anche suonato nella gestione del dell’MGU-K che ha necessitato di diversi settaggi comunicati da Lambiase per evitare che la situazione degenerasse.
Di altra natura è stato il problema che ha generato l’indurimento del volante. Questo inconveniente pare essere stato frutto del danneggiamento del tirante dello sterzo avvenuto a causa del cric. In fase di sollevamento della macchina, durante il conclusivo pit stop effettuato per montare un ulteriore treno di soft per tentare l’assalto alla Ferrari n°16, l’addetto ha accidentalmente colpito l’elemento causandone il parziale – ma non fatale – danno.
Elementi, quelli succitati, che hanno fatto calare sensibilmente il livello complessivo delle prestazioni. Radici “lontane” potrebbe invece avere la difficoltà che ha portato al clamoroso stop. Dobbiamo riavvolgere il nastro alle prime fasi del GP. Sin dagli albori della gara, l’ingegnere di pista di Verstappen, Gianpiero Lambiase, ha chiesto al pilota di incrementare il lift and coast. Segno tangibile che già era in modalità fuel saving e che doveva produrne ulteriore. Una cosa piuttosto anomala visto che si tende ad entrare in protezione carburante più avanti nella gara e non quando si è ingaggiati in bagarre.
Analisi approfondite sono in corso ma, da una prima, sommaria, valutazione pare che sia la pompa del carburante la grande indiziata. L’elemento deputato al pescaggio è uno di quei componenti comuni a tutti i team come previsto dal regolamento tecnico 2022. Red Bull non è stato l’unico team ad incorrere in grattacapi che, nel caso di specie, potrebbero essersi acuiti dalla miscela fornita dalla Mobil che si vocifera possa essere particolarmente aggressiva per aggirare il calo di potenza del propulsore dovuto al 10% di etanolo del composto.
Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi e probabilmente una spiegazione dettagliata non arriverà mai da Milton Keynes. Da considerare, in un’analisi globale, che la RB18 dovrebbe presentare un sovrappeso di un decina di kg. Un fattore col quale Adrian Newey sta lottando e che dovrebbe essere il focus tecnico dei prossimi sviluppi in calendario.
E’ inverosimile che il team vicecampione del mondo abbia potuto sbagliare i calcoli sul carburante, ma è un fatto acclarato che non si possano permettere di portare a bordo più miscela di quanto è strettamente necessario. Non hanno, in soldoni, un margine di sicurezza da poter spendere. E questo potrebbe aver generato imprevisti problemi di pescaggio che hanno determinato un effetto cascata che ha condizionato anche la parte elettrica del V6 nipponico.
Le difficoltà incontrate ieri suggeriranno un approccio più cauto al GP dell’Arabia Saudita? Potrebbe accadere. Anche perché quello di Jeddah è un circuito molto esigente sul fronte consumi dato che abbondano i tratti full power. Un’incognita che in Red Bull non pensavano di dover gestire e che potrebbe limitare le prestazioni a tutto vantaggio di una concorrenza che non resta a guardare e che già ha preso il largo in classifica.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Oracle Red Bull Racing