mercoledì, Dicembre 18, 2024

Tempo di crossover gomme bagnato-asciutto: un’incognita per alcune scuderie

La F1, che ritornerà ufficialmente il prossimo 20 marzo al Sakhir International Circuit in Bahrain, è entrata nella nuova era la scorsa settimana con i test che si sono svolti presso il Circuit de Barcelona-Catalunya. Tre giornate di vitale importanza per le scuderie e per i piloti al fine di iniziare ad analizzare e comprendere maggiormente le nuove monoposto dopo le svariate simulazioni prodotte nell’arco degli ultimi mesi.

Le nuove vetture di F1 hanno subito una profonda rivisitazione tecnica, la più grande dal 1982. Un movimento che ne ha cambiato la filosofia progettuale, il design e anche lo stile di guida. Oltre all’aerodinamica, l’aspetto tecnico sul quale si è maggiormente concentrato il nuovo regolamento tecnico, è quello relativo all’introduzione del nuovo biocarburante E10, composto al 90 per cento da combustibili fossili e dal 10 per cento da etanolo. Nonché dai cerchi da 18 pollici in sostituzione di quelli da 13.

F1
Fernando Alonso, Alpine A522

Dato il nuovo concept, la Pirelli, fornitore monomarca di penumatici dal 2011, ha dovuto conseguentemente modificare la struttura e le dimensioni delle proprie gomme. La larghezza è rimasta la medesima su ambedue gli assi: 305 millimetri all’anteriore e 405 millimetri al posteriore. Il diametro, invece, è stato ampliato su entrambi gli assali: 660 mm all’avantreno e 720 mm al retrotreno. 

Oltre alla variazione delle dimensioni, i nuovi pneumatici di F1 presentano una spalla più ridotta che complessivamente pone il prototipo su una sfera più simile a quella delle vetture di serie. Il peso del complesso ruota-cerchione è aumentato di circa 3 chilogrammi per unità rotolante all’avantreno e di circa 4 kg per pneumatico al posteriore. Parametri tecnici che si riflettono anche sulla guidabilità della monoposto, in particolare nelle curve a medio-bassa velocità di percorrenza. 

F1
Un dettaglio delle nuove mescole Pirelli montate su cerchi da 18”

L’obiettivo dei nuovi compound di F1 è quello di avere un surriscaldamento e un sottosterzo minore e una consistenza migliore nella fase di usura. Il target è quello di offrire al pilota la possibilità di poter avere una guida più propensa a massimizzare la performance senza focalizzarsi troppo sulla gestione delle gomme nel corso del gran premio. In questo modo si potrebbero avere gare più entusiasmanti e meno da “endurance”.

Nel corso dei test che si sono svolti al Montmelò, la sessione pomeridiana dell’ultima giornata è stata contraddistinta dalla pista bagnata artificialmente in modo da testare le coperture full-wet e intermedie della Pirelli. È stata una scelta presa dal costruttore milanese al fine di dare la possibilità ai team e ai piloti per avere i primi feedback e le prime analisi del comportamento delle gomme da bagnato prima dell’inizio della stagione. I compound da bagnato, è bene ricordarlo, hanno un diametro di 10 millimetri più ampio rispetto a quelli d’asciutto. 

F1
La Red Bull RB16 in azione sul tracciato di Barcellona artificialmente bagnato

Nelle battute iniziali del turno pomeridiano la pista era in condizioni di bagnato estremo ed ha consentito alle scuderie di poter girare con le full-wet. Nell’arco della sessione la pista ha preso ad asciugarsi e i piloti hanno effettuato un primo pit stop per passare alle coperture intermedie, quelle che vengono utilizzate quando l’asfalto è umido. Infine, vi è stata una seconda sosta per montare gli pneumatici d’asciutto nel momento in cui il manto si stava progressivamente asciugando in traiettoria.

Perché quindi è stato fondamentale per la Pirelli, e per scuderie e piloti, simulare un gran premio con le diverse condizioni della pista? Così facendo, si sono potuti valutare i tempi di crossover tra le differenti tipologie di pneumatico e i delta cronometrici tra gli stessi. Il tempo di crossover è un parametro fondamentale sia per evitare che vi sia una sovrapposizione di due specifiche di gomme differenti sia in termini strategici per calcolare con tempismo quale sia il momento migliore per passare da un compound all’altro.

F1
McLaren MCL36 – sospensione posteriore

L’altro elemento è legato alla sicurezza. Non avere un’idea di base, in vista dell’inizio del mondiale, sul quale possa essere il punto di crossover ottimale degli pneumatici avrebbe rischiato di creare una situazione pericolosa in quanto non si sarebbe saputo in quale precise condizioni poter arrivare allo switch.

Tuttavia, Aston Martin, Haas, AlphaTauri e Alpine non hanno potuto testare le coperture da bagnato a causa dei problemi tecnici riscontrati in mattinata sulle rispettive F1. Conseguentemente, a meno che in Bahrain non piova nei test della prossima settimana, inizieranno la stagione senza aver potuto provare in queste condizioni. Una situazione non auspicabile.


F1-Autore: Dennis Ciracì – @dennycira

Foto: F1, Mercedes AMG F1, Pirelli Motorsport, Alessandro Arcari

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